Mario Monti: "Renzi sbaglia a non seguire i miei consigli"
"Il mio governo ha fatto crescere l'Italia". L'ex premier Mario Monti indossa ancora una volta il Loden, nonostante le temperature estive, e su Repubblica, in modo spavaldo, paragona il suo governo a quello attuale guidato da Matteo Renzi. Tra una carezza e una bastonata, il Prof rivendica i risultati del suo esecutivo: "Il nostro governo, a 18 giorni dal giuramento, varò con piena operatività due fondamentali riforme. Quella delle pensioni — con l’abolizione dei trattamenti di anzianità e il passaggio al contributivo per tutti — e un’imposta sulla prima casa, la cui mancanza era difficile da giustificare, in un paese che ha un’enorme ricchezza privata, in buona parte immobiliare, e un altrettanto enorme debito pubblico. Queste due riforme non hanno soltanto salvato la finanza pubblica ma anche creato spazi per la crescita. Lo ha riconosciuto anche Graziano Delrio in un’intervista a Repubblica. Questi spazi, i due governi successivi non li hanno però destinati prioritariamente alla crescita". Insomma con l'imposta sulla casa e con una riforma disastrosa delle pensioni, il Loden consiglia tra le righe, una sinistra ricetta tassarola al premier che è proprio a caccia di risorse per tappare i buchi creati dalla mancia elettorale del bonus Irpef da 80 euro. Quello che parla a Repubblica però è un Monti velenoso.
Bordate a Letta e a Renzi - Impallina prima Letta e poi Renzi, colpevoli di non aver seguito il suo "esempio": "Letta preferì soddisfare le promesse elettorali di un partito della sua maggioranza e, invece di dedicare tutte le risorse disponibili alla riduzione del cuneo fiscale, le usò per cercare di cancellare l’Imu prima casa. Renzi a sua volta ha ritenuto di privilegiare una misura molto visibile, gli 80 euro, i cui effetti sulla crescita non sono ovvi. Intanto, il presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha l’obiettivo primario di introdurre cambiamenti che porterebbero a erodere la riforma delle pensioni".
L'avvertimento - A questo punto arriva l'avvertimento: "Ho superato da decenni l’età massima dalla quale - se non si è Capo dello Stato o, forse, presidente della BCE - Renzi accetta non dico di ascoltare, ma di udire consigli. Se no, gli suggerirei di non spingere troppo in là lo sforzo motivazionale. Per esempio, quando dice che fra tre anni l’Italia ridiventerà l’economia guida d’Europa o dell’eurozona, non è credibile. Sia perché l’Italia non lo è mai stata, sia perché realisticamente è ben difficile che ciò possa accadere. Può però salire a posizioni molto migliori di oggi. Ma per ottenere questo, chi governa - soprattutto se ha il merito di essere un grande coach -
dovrebbe dedicare più tempo ed energia a mettere in opera strumenti di governo. Dalla visione all’azione, dal sogno alla concretezza".
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