Caso Mineo, una voce dal Pd: "Scissione e voto anticipato"
I dissidenti del Pd hanno in mano una pistola. La cartuccia è una sola: il voto anticipato. Se decidessero di "sparare" il premier Matteo Renzi e il Pd di fatto tornerebbero immediatamente alle urne delapidando di fatto il successo delle europee. Già, perchè il Pd che si presenterebbe al voto non sarebbe un partito compatto e unito, ma sarebbe in preda ad un terremoto interno che può lasciare dietro di sè solo macerie. In Transatalantico dopo l'epurazione di Corradino Mineo dalla Commissione Affari Costituzionali arriva una voce interna al Nazareno che parla chiaramente di "scissione e di voto anticipato".
La fronda e il voto - Di fatto i dissidenti Pd, i 14 senatori autosospesi e tutta la fronda civatiana sarebbero pronti ad andare al voto sciogliendo di fatto il loro le game col Pd. In Senato si rincorrono voci che indicano nuove adesioni da parte di Luigi Manconi, Luigi Cucca e Rosaria Capacchione. A quanto pare la minaccia del voto anticipato ha già attecchito a Palazzo Madama, dove si è diffuso il timore che gli autosospesi formino un gruppo autonomo, fuori dal Pd. Così anche nella maggioranza e soprattutto a palazzo Chigi è scattato il panico, tanto che qualcuno ha anche ipotizzato strambe vie d’uscita, come per esempio lo scioglimento solo del Senato con elezioni anticipate solo per quel ramo del Parlamento, per salvare la Camera e non mandare al macero tutto il 40,8 per cento conquistato alle europee.
La minaccia - Pippo Civati lascia aperto ogni possibile esito: “Se non riesce più a tenere una situazione così, può anche essere che qualcuno lasci il gruppo del Pd non dico per sempre, ma per un tempo più lungo di questa autosospensione che ovviamente è una richiesta di chiarimento al gruppo nel suo complesso". Mineo invece dice che il gruppo autonomo è “fuori discussione” anche se “si è rotto un rapporto di fiducia: ora vogliamo chiarimenti”, a cominciare dall’incontro con il capogruppo Luigi Zanda previsto per lunedì e poi l’assemblea dei senatori martedì. Civati riflette sugli ultimi giorni e sui viaggi istituzionali del premier: “Renzi ha rivendicato la decisione dalla Cina, a volte queste cose venivano dalla Bulgaria ma evidentemente siamo ancora più esotici...". Lo scontro ormai è aperto. E l'esito di un voto anticipato con un Pd diviso è del tutto imprevedibile...
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