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sabato 19 gennaio 2013

Afragola (Na): Inquisito, condannato e pure ineleggibile. Nespoli rischia di restare fuori dal Parlamento

Afragola (Na): Inquisito, condannato e pure ineleggibile. Nespoli Sindaco di Afragola rischia di vedersi chiudere la porta del Parlamento in "faccia" per vedersi aprire quella degli Arresti Domiciliari. 


di Giovanni De Cicco



Vincenzo Nespoli
Sindaco di Afragola
nonchè Senatore Pdl
NAPOLI - Il sindaco-senatore di Afragola, Vincenzo Nespoli, ritira le dimissioni da primo cittadino durante la notte. Prima che scadesse la mezzanotte del ventesimo giorno utile, dopo il quale la Prefettura avrebbe, così come prevede la legge, sciolto il consiglio comunale e inviato in città una commissione per gestire il Comune fino alle elezioni, Nespoli fa marcia indietro. Ore 23 e 30. Il senatore del Pdl arriva al Comune e ritira le dimissioni da primo cittadino. Torna in carica e diventa ineleggibile al Senato. Se il Pdl lo candida commette un atto contro la legge.

Un colpo di scena che nessuno si aspettava. Infatti, il condannato e plurinquisito parlamentare del Pdl si è dimesso venti giorni fa dalla carica di sindaco, in ottemperanza alle disposizioni di legge, per candidarsi al Senato nella lista del Popolo delle libertà. Aveva studiato a tavolino un “escamotage”. Voleva, dopo le dimissioni, farsi dichiarare decaduto dal civico consesso prima della scadenza dei venti giorni in modo da potersi candidare al Parlamento e allo stesso tempo mantenere in carica giunta e Consiglio. In quanto ha capito che ad Afragola se il Pdl non ha il governo del paese nelle mani il centrodestra è pronto a scoppiare e chi ci rimette le penne è proprio Nespoli. Sia alle Politiche che alle prossime elezioni Amministrative previste a maggio. Un disegno dettagliato studiato nei minimi particolari. Il senatore afragolese, però, non ha preso in considerazione la Prefettura. Infatti, il prefetto Musolino, poche ore prima che il consiglio comunale si riunisse per votare la decadenza, invia ben due note al Municipio per sancire un principio. Vincenzo Nespoli, a furia di forzare la legge, non ha capito nulla. Se non ritira le dimissioni da sindaco entro i venti giorni utili arriva in città la commissione prefettizia. L’ufficio Territoriale di governo lo scrive a chiare lettere. Il Consiglio si adegua e il senatore del Pdl entra in panico. Scappa a Roma. Inizia una corsa contro il tempo per salvare innanzitutto la sua persona. Non lo dimentichiamo. Parliamo di un parlamentare uscente che vanta sul groppone un mandato d’arresto emesso dalla Procura di Napoli. I cui magistrati lo hanno bollato come “un soggetto di notevole spessore criminale”. Il processo è legato al fallimento di un istituto di vigilanza privata, “La Gazzella”, i cui proventi sono stati riciclati, secondo l’ordinanza dei magistrati, in una mega speculazione edilizia, la “Sean immobiliare”, realizzata nel cuore del centro di Afragola e messa sotto sequestro dalla Procura della Repubblica. Un intreccio affaristico spinoso per il quale i magistrati, come detto, hanno emesso un’ordinanza di arresto che pende ancora sul sindaco-senatore salvato dall’immunità parlamentare. Ecco perché la partita per Nespoli non è solo politica. Ma personale. Se non lo ricandidano il 15 marzo perde lo status di parlamentare, perde l’immunità e va diritto agli arresti. Le accuse sono davvero tante: truffa, voto di scambio, riciclaggio, bancarotta fraudolenta. Senza dimenticare che quella legata alla “Sean immobiliare” non è l’unica grana giudiziaria che Vincenzo Nespoli affronta. Il sindaco-senatore ha all’attivo una condanna per due anni, in primo grado, con l’accusa di “tentata concussione” sulla “questione Ipercoop”, altro processo che lo vede protagonista di una vicenda legata al “baratto” delle autorizzazioni comunali da rilasciare ad Afragola ai promotori dei centri commerciali locali in cambio di 280 posti di lavoro. Insomma, un curriculum che di per sé mette a rischio la candidatura nel Pdl dopo la “guerra mediatica” sulle “liste pulite”. Tutti parlano di Nicola Cosentino, ma nel partito ci sono casi ancora più gravi come quello appunto di Vincenzo Nespoli. Ecco perché il sindaco-senatore ha atteso l’ultimo secondo utile dei venti giorni per ritirare le dimissioni da primo cittadino. Perché, ad oggi, non è sicuro di essere candidato al Senato. E così, lunedì, a liste chiuse, almeno resta sindaco della città fino a maggio e non perde in un solo colpo due incarichi con la prospettiva di ritrovarsi agli arresti appena si insedia il nuovo Parlamento. Chi lo conosce bene, però, sa che la storia non finisce qui. Sa che nonostante abbia ritirato le dimissioni da sindaco ed essere nei fatti ineleggibile al Parlamento, Nespoli tenterà una nuova forzatura di legge. Tenterà di candidarsi ugualmente e poi tentare davanti alla “Giunta per le elezioni” di farsi salvare sfidando anche il prefetto di Napoli. Quest’ultimo ha saputo delle dimissioni proprio stamattina, sabato, attraverso una comunicazione che ha ricevuto dalla segretaria dell’Ente locale Lea Baron.
Questione semplice. Vincenzo Nespoli ha ritirato le dimissioni da sindaco, è ineleggibile al Parlamento ma vuole ugualmente candidarsi per evitare la galera, prendere tempo con una nuova immunità e poi allungare i tempi per la sua cacciata dalla massima assise nazionale perché, come detto, all’atto della candidatura non ha e non avrà i requisiti per partecipare alla competizione elettorale.
Comunque sia, decide il Pdl a Roma. Decidono Silvio Berlusconi e Nitto Palma. Da indiscrezioni trapelate e dal ritiro delle dimissioni da sindaco, è evidente che ad oggi Enzo Nespoli è fuori gioco. Non ha la candidatura né lui, né Mario Landolfi né Gennaro Coronella. Tutti e tre ex fedelissimi di Gianfranco Fini in Alleanza nazionale. Una scelta che ha fatto rumore a Napoli. Tant’è che il capogruppo del Pdl in città e più votato alle ultime Amministrative, Marco Nonno, su “Facebook” ha annunciato di abbandonare il partito proprio per l’epurazione messa in atto nei confronti degli ex An. E tra i tre (Nespoli, Coronella e Landolfi) il più in difficoltà è proprio Nespoli a causa della sua complicata e difficile situazione giudiziaria. Infatti, ha “mobilitato”, con toni pure “duri”, l’altro parlamentare di Afragola, sempre del Pdl, Giuseppina Castiello, candidata alla Camera in posizioni sicure, al fine di intercedere direttamente su Berlusconi per salvarlo. E lo stesso ha fatto “chiamando” in campo il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Nespoli chiede l’aiuto di Caldoro che, però, adesso, è davvero in grande imbarazzo. Perché? Semplice. Il Governatore porta avanti la linea del rinnovamento del partito e si è schierato contro la messa in lista degli inquisiti. Primo fra tutti Nicola Cosentino. Come potrebbe giustificare l’ostracismo nei confronti di chi è indagato e poi mettersi a fare una battaglia in prima persona per salvare un plurinquisito e addirittura condannato che non ha nemmeno i requisiti previsti dalla legge per candidarsi alle Politiche? E poi c’è il prefetto di Napoli. Informato di tutto. Pure perché se fanno candidare Vincenzo Nespoli in una condizione di ineleggibilità, consentendogli di mantenere in carica a livello locale l’apparato di potere mobilitato nel reperimento del consenso, e chi conosce Afragola sa qual è da quelle parti il modus-operandi, cosa diranno a quei sindaci del Pd e del Pdl che per entrare in lista al Parlamento hanno dovuto seguire la legge e lasciare l’incarico locale in tempi utili? Ma si sa, siamo in Italia. E la legge non è uguale per tutti. Soprattutto in un “enclaves” dell’illegalità…  L’opposizione è sul piede di guerra. Il consigliere Gennaro Giustino è diretto: “Non è possibile assistere ad un teatrino di basso livello. Una vicenda caratterizzata da una serie di eventi dell'ultimo minuto, una farsa durata 20 giorni nata e sviluppatasi nell'approssimazione più totale ed irrazionale, capace di irritare perfino il Prefetto di Napoli che è dovuto intervenire sulla vicenda a "muso duro" per ripristinare il rispetto delle norme.

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