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venerdì 28 agosto 2015

SEMPRE PIU' POVERI Altra fregatura sulle pensioni Quanto ci perderemo stavolta

Il governo studia un altro taglio delle pensioni


di Antonio Spampinato 



La partita sul lavoro sembra si voglia giocare a colpi di annunci. E di rettifiche, come quella di ieri del ministero del Lavoro che ha sbagliato a fare i calcoli di "soli" 327.000 contratti, ovviamente in più, in realtà mai firmati. Ogni mese si rilanciano i numeri sui contratti attivati, spesso nascondendo quelli cessati o la loro tipologia per migliorarne l' effetto. Al momento però le statistiche, purificate dal colore e dal clamore, suggerirebbero ai proclamatori professionisti estrema prudenza. Non solo perché quei 47 (quarantasette! ) contratti stabili creati a luglio in più di quelli chiusi sono davvero una miseria (le aziende che assumono lo fanno soprattutto con contratti a termine) ma soprattutto perché il polverone sollevato attorno a questi numeri rischia di nascondere manovre che mettono a rischio il futuro dei lavoratori. In particolare dei giovani.

Ieri Il Foglio titolava così un articolo a pagina 4: «Quante trappole "anti giovani" nel piano di Renzi per rilanciare l' occupazione». L' autore, Emmanuele Massagli, presidente del centro studi Adapt, si riferiva «al tentativo dell' esecutivo di superare l' estemporaneità dell' esonero contributivo triennale previsto dall' ultima legge di Stabilità per i soli assunti nell' anno 2015». Il taglio dei contributi a favore delle aziende che assumono con contratti a tutele crescenti scadrà a fine 2015 e dunque c' è il rischio, concretissimo vista la debolezza della ripresa, che dal nuovo anno le aziende blocchino le assunzioni, almeno quelle stabili.
Il folp del Jobs Act (slittano tra l' altro gli ultimi quattro decreti attuativi che non saranno più esaminati oggi dal consiglio dei ministri) è dunque dietro l' angolo. Il governo lo sa bene e sta cercando di correre ai ripari. Il problema, sostiene l' autore, è che la riduzione dei contributi ha un costo non indifferente, circa 15 miliardi, e se il ministro del Lavoro Poletti volesse riproporre tale e quale il provvedimento, l' esecutivo sarebbe costretto ad incrementare i tagli di spesa di pari importo. Così i consiglieri economici del premier sembra abbiano trovato la quadra: tagliare il cuneo contributivo invece di quello fiscale. La qual cosa ha una controindicazione di non poco conto: la riduzione della pensione. Il che ricadrebbe soprattutto sulle spalle dei giovanissimi, che già si dovranno accontantare di un vitalizio che peserà meno della metà di quello dei loro genitori.

La soluzione trovata dai tecnici è quella di «un taglio strutturale e permanente di sei punti di contribuzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti: tre punti a vantaggio del datore di lavoro e tre a vantaggio del dipendente, che potrebbe scegliere di averli (tassati) in busta paga o di destinarli (senza decurtazioni) alla previdenza complementare». Questo vuol dire semplicemente che il lavoratore nel corso degli anni verserà meno contributi ma otterrà una pensione più magra. Gli unici che ne otterrebbero un vantaggio sono il datore di lavoro, che risparmierebbe i tre punti di sua competenza, e lo Stato, che nel lungo periodo vedrebbe aumentare le entrate con il maggiore utilizzo di questa formula. Per l' Inps sarebbe invece un' operazione a costo zero.

A restare con il cerino in mano sarà solo il lavoratore, dovesse decidere di approfittare dell' occasione e di incassare subito lo sconto. Ma anche nel caso in cui volesse girare il taglio a una forma pensionistica privata. È un po' la filosofia adottata per l' anticipo, supertassato, del Tfr. Va infatti ricordato, come fa il presidente di Adapt sul Foglio, che i rendimenti finanziari della previdenza complementare hanno subito un aumento della tassazione dall' 11 al 20%. Ovunque ci si giri, c' è odore di fregatura.

Al posto del cuneo fiscale Il premier studia la decontribuzione previdenziale in busta paga: il vitalizio dei giovani sarà ancora più magro. Poletti ammette il bluff sul Jobs Act: «Solo 327mila assunzioni»Invece degli incentivi sul lavoro un nuovo taglio delle pensioni..

giovedì 27 agosto 2015

"Chi sono i dieci di Alfano e Casini che saranno eletti nel listone del Pd"

Area popolare, le trattative di Alfano e Casini con Renzi: 15 posti blindati nel listone elettorale del Pd




Dentro Area Popolare è partita la corsa per assicurarsi i 15 posti blindati nel listone del Pd che garantirebbero la rielezione alla Camera in caso di nuove elezioni. Che Angelino Alfano e Pierferdinando Casini si muovano, da tempo, in direzione di Matteo Renzi in vista di una sfida elettorale è assodato, tanto che una big di Ncd come Nunzia De Girolamo ha preferito mollare tutto e tornare dentro Forza Italia. Ora, però, le manovre sarebbero ancora più concrete e il Fatto quotidiano si avventura addirittura nel toto-nomi di chi tra alfaniani e casiniani si assicurerà un posto a Montecitorio grazie ai voti degli elettori del Partito democratico.  

I 10 col Pd - In realtà, la trattativa è aperta. Renzi darebbe disposto a "riservare" 15 posti in lista ad Area popolare, Alfano punta ad ottenerne almeno 10 in più, anche per placare le contestazioni dentro il Nuovo Centrodestra. Per ora, sicuri di venire imbarcati ci sarebbero Alfano e Casini, Beatrice Lorenzin, Gaetano Quagliariello, Gian Luca Galletti, Lorenzo Cesa, Gioacchino Alfano, Dorina Bianchi, Giuseppe Castiglione e Rosanna Scopelliti. Ma mentre gli ex socialisti Cicchitto e Pizzolante sperano nell'azzeramento di Area Popolare per passare a un movimento "moderato e liberale alleato del Pd renziano", nel lotto dei big Quagliariello pare il più scettico.  

C'è chi dice no - Tanti altri, invece, sono decisamente contrari a questo voltafaccia al mondo del centrodestra. A imitare la De Girolamo, prima o poi, potrebbero essere Renato Schifani, gli alfaniani nordisti guidati da Roberto Formigoni e Maurizio Lupi (centrali nelle trattative tra Lega e Forza Italia per il candidato sindaco di Milano), Vincenzo Piso e il più "berlusconiano" di tutti, Andrea Augello, oltre a Maurizio Sacconi, Enrico Costa e Carlo Giovanardi.

PROVE DI CENTRODESTRA Salvini, non solo il "ticket": ecco cos'ha chiesto al Cav

Matteo Salvini, l'offerta a Silvio Berlusconi: "Forza Italia in piazza con la Lega"


di Matteo Pandini 



Matteo Salvini chiede due prove d’amore per rinnovare il matrimonio con Silvio Berlusconi. La prima: gli azzurri dovranno partecipare - o comunque non ostacolare - la tre giorni leghista del 6, 7 e 8 novembre finalizzata a «bloccare l’Italia di Renzi». La seconda: le truppe del Cavaliere in quel di Bruxelles dovranno smarcarsi dal Ppe targato Angela Merkel, seguendo l’esempio dei conservatori inglesi di David Cameron che hanno messo in piedi un gruppo eurocritico.

Salvini ha già illustrato i suoi desideri al Cavaliere, in attesa di vederlo settimana prossima. Nell’attesa, gli ha spedito pubblicamente dei messaggi distensivi. Non solo sul Corriere di ieri, dove ha parlato di primarie nazionali auspicando un accordo per scegliere i candidati sindaci. È dalle colonne di Panorama, in edicola da oggi, che il segretario leghista diffonde un telegramma al miele sintetizzato così: «Dai, rifacciamo il centrodestra». L’europarlamentare milanese ha spiegato che un ticket con l’uomo di Arcore «sarebbe la soluzione migliore» perché «la sua esperienza per me sarebbe molto utile. In politica estera, ad esempio, batte Renzi dieci a zero». Salvini s’è spinto molto in là, tanto da rivelare: «Abbiamo quasi definito il programma» i cui piatti forti sono «flat-tax, abolizione degli studi di settore, via la legge Fornero, lotta all’immigrazione, famiglia tradizionale con apertura alle unioni civili. Solo sull’Europa dobbiamo accordarci». Ma quel «solo», buttato lì come se fosse un dettaglio, in verità rappresenta un problema spinoso e grosso così. Salvini è irremovibile. Il succo del suo ragionamento è questo: Bruxelles ci impone quasi tutte le leggi che danneggiano l’Italia, non possiamo stare insieme agli stessi che appoggiano la Merkel; questa è una battaglia che la Lega non vuole affrontare da sola, tanto più se andremo al governo.

Insomma. Sarà più semplice trovare un’intesa con Forza Italia per la maxi-mobilitazione di novembre. La Lega non dà dettagli, ma sta pensando a una serie di iniziative fuori da prefetture, banche, grandi magazzini, monopoli di Stato. Iniziative che cercheranno di coinvolgere semplici cittadini, associazioni di consumatori e non solo. Obiettivo: dare una spallata al premier. Che secondo Salvini non riuscirà a tirare fino al 2018: «Per noi sarà un autunno di battaglia, credo sia l’ultimo panettone che Renzi mangerà» a Palazzo Chigi, ha chiosato ieri da Radio Padania.

Di sicuro né la Lega né Berlusconi intendono rompere l’alleanza. Le chance di battere il centrosinistra sono realistiche solo se non si sfalderà quello che una volta si chiamava asse del Nord, e infatti da Villa La Certosa - dove sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza - l’ex premier registra con soddisfazioni le parole del leader lumbard. E confida ai fedelissimi: «La Lega ha capito che se ci dividiamo facciamo il gioco del Pd». Chi parla pubblicamente è la coordinatrice lombarda di Fi, Mariastella Gelmini, che si dice «d’accordo con Salvini» che desidera rifare il centrodestra, ma suggerisce di «cominciare da Milano», uno dei big-match delle amministrative della prossima primavera. E dove la Lega sarebbe felice di appoggiare Paolo Del Debbio, volto Mediaset e tra i fondatori di Forza Italia. Che per il momento fa il difficile. Tra i più lesti ad accogliere le colombe inviate da via Bellerio c’è Renato Brunetta. Che non a caso prova ad allentare il nodo-Bruxelles. «Con la Lega siamo d’accordo che non ci piace questa Europa tedesca e che la Banca centrale europea deve avere un ruolo diverso dall’attuale» assicura il capogruppo di FI alla Camera. Il senatore Francesco Giro aggiunge che quella di Salvini «è una proposta concreta», ma per spaventare il Pd «bisogna aggredire il partito più grande d’Italia, quello del non voto». Salta su Maurizio Gasparri: «La Lega è realista, non c’è alternativa all’unità del centrodestra».

E mentre alcuni azzurri temono che sia un errore dare troppo spago al Carroccio, e fanno filtrare qualche mal di pancia, Fabrizio Cicchitto chiude a qualsiasi ipotesi di dialogo tra Ncd e Lega: «Impensabile una strada comune». Di diversa opinione un altro ex berlusconiano come Raffaele Fitto che fa sapere: «È positivo che abbia parlato di primarie nazionali». Salvini, da Bormio, prende nota. E aspetta di incontrare il Cavaliere.

Il baratto fiscale con il Comune: così potete non pagare Imu e Tasi

Tasse, il baratto fiscale con i Comuni per non pagare l'Imu


di Claudia Osmetti



Immaginate di raccogliere le foglie secche della piazza comunale, sistemare i marciapiedi sotto casa e tagliare l’erba alle aiuole dei giardinetti pubblici in cambio di uno sconto sull’Imu. Adesso si può. Si chiama «baratto amministrativo», è una (nuova) possibilità introdotta dall’articolo 24 del decreto Sblocca Italia del 2014 e consiste, appunto, nel prestare servizi di pubblica utilità nel proprio Comune in cambio di agevolazioni fiscali. Così potreste ritrovarvi (assieme ai tuttofare della vostra città, s’intende) a raccogliere l’immondizia, potare le piante e ripitturare i muri della scuola elementare del quartiere dove vivete: il tutto a beneficio della vostra dichiarazione dei redditi. 

Esattamente come ha fatto un ex muratore ora disoccupato di Invorio, piccolo borgo di 4.500 persone a ridosso del Lago Maggiore (Novara). Lui, sessant’anni e una moglie anch’essa senza lavoro, di stare con le mani in mano proprio non se la sentiva e di «pesare sui nostri figli che hanno famiglia neanche a parlarne». Così si è armato di ramazza e per 7,5 euro all’ora si è messo a pulire le strade della sua cittadina. Quattro ore al giorno, per circa due mesi: totale di questa particolare «assunzione» 1.200 euro con i quali l’uomo appianerà il debito contratto col Comune a causa di una morosità non colpevole accumulata negli anni di affitto della casa popolare in cui abita. 

Facile, come spazzare una piazza. Intendiamoci, la misura non vale per tutti: possono farne richiesta (volontariamente) tutti i residenti maggiorenni che presentano un indicatore Isee (quello che permette di misurare la condizione economica della famiglia, per capirci) non superiore agli 8.500 euro e che devono fronteggiare tributi comunali non pagati o sono stati segnalati come inquilini morosi negli ultimi tre anni. La misura è rivolta ai singoli quanto alle associazioni. Tant’è: Imu, Tari, Tasi e Cosap (la tassa sull’occupazione del suolo pubblico), oltre che gli affitti delle case popolari, da oggi sono più accessibili. A condizione di rimboccarsi le maniche e mettersi a disposizione del Comune, però. 

Sono i vari enti locali, infatti, che devono definire, tramite delibera, i criteri e le condizioni del «baratto amministrativo». Tradotto significa che spetta alle varie amministrazioni comunali decidere se ridurre in tutto o solo parzialmente le tasse, a fronte della forza lavoro prestata dal cittadino. E pare proprio che i Comuni italiani non aspettassero altro. A Borgo a Mozzano (Lucca) il sindaco ha dato il via libera per dieci progetti con un tetto massimo allo sgravio fiscale di 500 euro, ma il «baratto amministrativo» esiste già, nero su bianco, anche a Bazzana, Rota d’Imagna e Palazzago (Bergamo). Così come a Tollo e Ortona, in provincia di Chieti, e a Monteleone di Spoleto, vicino a Perugia. Ancora: a Sacile, Pasiano e Cordenons (Pordenone) lo stesso: multe, tributi e rette non pagate si compensano con lavoretti di pubblica utilità. A Vezzano (Sassuolo) l’ok definitivo è arrivato solo ieri sera: ma il voto in Consiglio comunale è stato unanime. Della serie: da Nord a Sud (ora) le tasse locali si pagano col baratto.

Un altro esempio? A Mercellinaria (Catanzaro) il «baratto amministrativo» è in vigore da qualche settimana: a seconda degli interventi e dei progetti sottoscritti dal Comune si può ottenere una riduzione fino al 30% su Tari o Tasi. Provare per credere. A Massarosa, vicino a Lucca, l’esperimento è stato provato già a gennaio, quando un bando comunale ha promesso il dimezzamento della tassa sui rifiuti in cambio di lavoretti come tagliare l’erba delle aiuole o fare manutenzione ai cigli delle strade. Si sono presentate cento persone e dieci associazioni: tanto per dire.

Nel Cilento, a Vallo della Lucania, alcuni attivisti del Movimento Cinque Stelle stanno addirittura promuovendo una raccolta firme per sollecitare il Comune a varare una delibera in questo senso. All’appello, quindi, mancano solo le grandi città, ma sembra che anche a Napoli, Firenze, Cuneo, Pescara e Bologna qualcuno si stia muovendo. Certo, in questo senso i piccoli centri sono agevolati: far quadrare i conti di una metropoli come Milano è altra cosa. Ma mai dire mai. 

Caivano (Na): Alfonso Castelli ai nostri microfoni: lascio Farsa Italia ma resto in maggioranza

Caivano (Na): Alfonso Castelli: lascio Farsa Italia ma resto in maggioranza 


di Gaetano Daniele 

Alfonso Castelli
Consigliere comunale

Ci ha raggiunto ai nostri microfoni, Alfonso Castelli, ex consigliere comunale di Farsa Italia, cosi gli piace definire il suo ex partito, visto gli ultimi accadimenti all'interno del consiglio comunale, e nota: "All'interno del gruppo non c'è democrazia. Non c'è politica. Alcuni miei colleghi di partito e non - continua Castelli - non erano neanche in grado di leggere foglietti, messaggi scritti e riportati dal capo di staff del Sindaco Monopoli, De Cicco, che appunto, mentre senza aver maturato nessuna esperienza gestionale in termini amministrativi, si limitava a passare da alter ego, messaggini di carta contro tizio o contro caio come se si stesse giocando una partita di briscola e, ingiustamente, venivo menzionato anch'io facendo parte di quel gruppo pur non sapendo nulla. Un modo becero che non ho condiviso. Una gestione della cosa pubblica ai minimi termini. Qui siamo alla frutta prima ancora di sederci a tavola. Non mi era mai capitato - conclude Castelli - di assistere ad una tale umiliazione. Consiglieri comunali che dovevano aspettare l'imbasciata scritta per poter rispondere, sembrava un compito in classe, dove l'alunno impreparato aspettava il compito scritto dal primo della classe sottobanco. Vergognoso. Ma non lascio la maggioranza, sono stato eletto in maggioranza e farò battaglia all'interno della maggioranza". Insomma, speriamo che almeno questa maggioranza riesca a portare avanti l'ordinaria amministrazione per garantire al Paese il minimo comune denominatore, anche se, considerando gli  ultimi eventi, dopo solo 3 mesi di consiliatura,  la strada da percorrere è tutta in salita a discapito dei caivanesi. 

Nuova truffa per gli automobilisti: così li fermano e rubano tutto

Napoli, nuove frontiere della truffa: "Abbiamo bucato la gomma" e ti rubano tutto




Quando si dice saperne una più del diavolo. In Campania truffatori di professione hanno escogitato il modo di derubare gli automobilisti. Il trucco è quello dello pneumatico forato. La dinamica è questa: i delinquenti segnalano a degli automobilisti di avere una gomma bucata, i malcapitati di buon cuore scendono dall'auto per prestare aiuto, e vengono derubati da complici dei malviventi di che li hanno fermati. A Napoli la polizia ha arrestato per rapina impropria, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale tre napoletani con precedenti: Salvatore Aprea di 57 anni, Carmine Orso di 67anni e Salvatore Marigliano di 56 anni. Ma pare sia una tecnica molto sfruttata anche altrove, infatti a Pozzuoli la polizia ha notato in un parcheggio delle auto solitamente usate dai rapinatori. Tre delinquenti sono entrati in azione poco dopo, prendendo di mira due turisti toscani di 70 anni. Mentre stavano rubando borsa e marsupio dalla macchina dei due poverelli, è intervenuta la polizia che ha arrestato tre uomini dopo un breve inseguimento. Anche questi erano recidivi. Guardatevi bene intorno quando vi fermate a soccorrere automobilisti con gomme bucate.

Caivano (Na): Vanacore, ex Segretario Mpa, denuncia: "al V° Settore accadono cose strane"

Caivano (Na): Vanacore, ex Segretario Mpa, denuncia: "al V° Settore accadono cose strane"



Alessio Vanacore
ex Segretario MPA

A segnalare, questa volta, nuove anomalie all'interno del V° Settore, diretto dal dott. Vito Coppola, è l'ex Segretario politico dell'Mpa, Alessio Vanacore, che lancia l'allarme sulla sua pagina facebook. Fa riferimento ad una Manifestazione (Cine...Villa), finanziata interamente da un gruppo di imprenditori locali, almeno per detta dell'ex candidato imprenditore di Forza Italia, Nino Navas, che appunto, in merito alla Manifestazione in oggetto, dichiarava quanto segue: "La Manifestazione interamente finanziata da un gruppo di imprenditori locali. a cui le associazioni proponenti hanno sottoposto il progetto ricevendo da loro una convinta adesione". Questo il messaggio del fondatore di Sveglia Caivano, in merito alla Manifestazione "Cine....Villa" dove, in quel periodo, continua la denuncia dell'ex Segretario Vanacore, per le vie del Paese si vedevano manifesti sponsorizzati da 12 sponsor e, invece oggi, scopriamo - continua Vanacore - che, con delibera N° 261 del 17/08/2015, dove appunto, il dirigente del V° Settore, Vito Coppola, chiede un ulteriore compenso di 1.000,00 euro (mille euro) per pubblicizzare lo stesso evento, già finanziato interamente dal gruppo di imprenditori sopra citato dallo stesso Nino Navas. Il messaggio è chiaro e diretto, si vuole lucrare sui caivanesi? Insomma, conclude Vanacore, la dichiarazione in merito la sponsorizzazione fu detta e scritta dall'esponente Nino Navas, vuol dire che due sono le cose, o mente Nino Navas, o si vuole speculare per l'ennesima volta sulla buona fede dei caivanesi, considerando che i problemi, quelli seri, dall'immondizia alla disoccupazione, non sono affatto alle spalle, ma pesano ancora come macigni sulle spalle dei caivanesi, stanchi.