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venerdì 21 febbraio 2014

Oggi Renzi al Colle. Alle 16 il governo?

Oggi Renzi al Colle. Alle 16 il governo?


Conto alla rovescia per la nascita del nuovo governo (staffetta) Renzi. "Si chiude oggi, oggi viene consegnata la lista dei ministri", dice Guerini, portavoce della segreteria del Partito Democratico. Il presidente del Consiglio incaricato, secondo fonti parlamentari, già alle 16 si recherebbe al Quirinale per sciogliere la riserva ed esporre la lista dei ministri. Per tutta la mattinata Renzi, riunito con i suoi collaboratori del Pd, ha avuto contatti con gli alleati. In particolare con Alfano, per superare gli ultimi scogli sul governo, ma soprattutto sulle poltrone. Il segretario del Pd ieri notte ha avuto un lungo incontro col leader di Ncd su squadra e programma dell'esecutivo, ma appunto come ribadivamo sopra i righi sulle poltrone. 

"Ho sentito i nastri distrutti: Napolitano insultava Ingroia"

"Ho sentito i nastri distrutti: Napolitano insultava Ingroia"


Vittorio Sgarbi ospite della "Zanzara" lascia cadere la bomba sulle intercettazioni della procura di Palermo andate al macero. E Mancino confidò le sue paure sull'inchiesta

Grazie a delle «fonti giudiziarie» Vittorio Sgarbi ha potuto ascoltare le telefonate segrete tra il presidente Napolitano e l'ex vicepresidente del Csm Nicola Mancino nel 2011, intercettate dalla Procura di Palermo che indaga sulla trattativa Stato-mafia.

Alla Zanzara Sgarbi rivela il contenuto di una delle conversazioni tra Mancino e il presidente della Repubblica: «Mancino dice a Napolitano: “Sai, vorrei che fosse Grasso a occuparsi di me e non Ingroia”. A quel punto il capo dello Stato risponde: “Caro Nicola, Ingroia è una testa di cazzo, uno stronzo”. Per questo non ha voluto che fossero rese note. Non c'entra niente con la trattativa». In sostanza Mancino, indagato dai pm Ingroia e Di Matteo (per «falsa testimonianza») insieme ad altri undici indagati con l'accusa di «concorso esterno in associazione mafiosa» e «violenza o minaccia a corpo politico dello Stato», chiede di essere giudicato da un tribunale che considera più equo, quello della Direzione nazionale antimafia guidata allora da Pietro Grasso, attuale presidente del Senato. E domanda a Napolitano di adoperarsi per questo fine. Un intervento che non compete al capo dello Stato e che non viene fatto, perciò la registrazione viene giudicata penalmente irrilevante dalla Procura e distrutta. «Mancino ha vagamente provato senza riuscire a ottenere niente da Napolitano, perché dove si incardina l'inchiesta lì rimane, cioè a Palermo. Ma Mancino sa che chi lo giudica è un suo nemico politico, e vuoi essere giudicato da uno più equilibrato, mi pare giusto. C'erano una serie di registrazioni del parlato di Napolitano, che era colloquiale, con espressioni che si usano in una telefonata privata. Le telefonate sono ininfluenti, e non si capisce perché non le volessero far distruggere, anche perché i magistrati stessi hanno detto che non c'era niente di rilevante penalmente. E allora se non c'è niente di utile alle indagini perché devo sentire uno scambio privato dove c'è uno sfogo privato?» racconta Sgarbi. Che nella registrazione non ha trovato riferimenti ad altri personaggi di cui si era scritto nelle ricostruzioni (Salvatore Borsellino, Berlusconi, Di Pietro). «La telefonata fotografa una situazione di conflitto tra due procure, una garantista che era quella di Grasso (la Dna, Direzione nazionale antimafia, ndr), e l'altra giustizialista che è quella di Di Matteo e Ingroia. Che ha rinviato a giudizio Mancino, lo ha paragonato a Totò Riina, e Mancino si rivolge a Napolitano che prende atto di quello che dice Mancino ma non può fare niente e infatti non ha fatto niente. Non si capisce quale sia la necessità di sentire le telefonate tra i due dal momento che Mancino resta indagato da Palermo, prova del fatto non c'è stato alcun intervento». «Quindi la parolaccia al telefono con Mancino è perfettamente lecita - dice Sgarbi a Radio24 - ma pubblicandola verrebbe fuori che il presidente della Repubblica ha una certa animosità contro Antonio Ingroia. E questi sono cazzi suoi». Lo scontro tra le due procure si è materializzato pochi giorni fa nella relazione della Dna, che arriva a definire «preoccupante» il processo sulla «cosiddetta trattativa» (virgolettato testuale) Stato-mafia. Giudizio firmato tra l'altro da un magistrato, Maurizio De Lucia, che negli anni '90 ha lavorato proprio a Palermo come pm antimafia. «Tale processo - sottolinea la relazione della Dna - non può non destare oggettivi motivi di preoccupazione in relazione all'impostazione del processo sulla cosiddetta trattativa». Una bordata a cui ha risposto il pm Di Matteo: «È l'ennesima entrata a gamba tesa contro un processo che dà fastidio a tutti».

Fonte: Il Giornale.it



giovedì 20 febbraio 2014

Roma: Pacco con proiettile all'Ambasciata indiana

Roma: Pacco con proiettile all'Ambasciata indiana 


Un pacchetto con un proiettile è stato recapitato all'Ambasciata dell'India a Roma. Lo rivela la Tv indiana Times Now. Anche il "Times of India", in un servizio dedicato al caso dei due Marò, dal titolo: "L'Italia ricorre all'intimidazione"?, aveva denunciato oltre al pacco con proiettile anche cento lettere con insulti e minacce. "Dopo il braccio di ferro, ora sono arrivati alle mail di odio", scrive il giornale nell'edizione online. No comment dalla sede diplomatica a Roma. 

E' morto Gianni Borgna, aveva 67 anni

E' morto Gianni Borgna, aveva 67 anni
Storico, critico musicale, saggista 


Addio a Gianni Borgna 
E' morto a Roma Gianni Borgna. Critico musicale, saggista e politico, era nato nel 1947. Esponente storico della sinistra romana, dal 75 all'85 fu consigliere regionale del Lazio, dall'88 al 92 consigliere della biennale di Venezia. Dal 93 al 2006 fu ininterrottamente assessore alla cultura del Comune di Roma nelle Giunte Rutelle e Veltroni. A fine 2006 fu nominato presidente della Fondazione Musica per Roma. Titolare della cattedra di Sociologia della Musica a Tor Vergata a Roma fino all'anno 2008/09. E' stato autore di una Storia della canzone italiana e di un testo sull'Italia a Sanremo. Camera ardente in Campidoglio, domani i funerali. 


Ponticelli (Na): Picchiata dal suo compagno, vittima una donna separata con un figlio. La famiglia sapeva e ha taciuto

Ponticelli (Na): Picchiata dal suo compagno, vittima una donna separata con un figlio. La famiglia sapeva e ha taciuto



Ponticelli - La famiglia sapeva e ha taciuto - Una brutta storia quella di una ragazza F.M, 29 anni, madre di un bambino di 8 che, dopo essersi separata dal suo primo marito per incomprensioni caratteriali, ha iniziato con l'appoggio della sorella maggiore a facili incontri in diversi locali di Napoli. Fin qui "diciamo" nulla di strano. La vittima, F.M appunto, una ragazza un po vivace, ha conosciuto e iniziato a frequentare un altro ragazzo, anch'esso sposato e "per detta sua" in fase di separazione. Chi lo conosce a Sarno lo definisce (poco affidabile-bruto-rozzo). La vittima, poco seguita dalla famiglia, cosi ci scrive una sua più stretta parente che non citiamo per riservatezza, accusa proprio la famiglia di negligenza e complicità, perchè non solo conosceva la posizione sfortunata della vittima ma con un menefreghismo puro hanno accondisceso all'incontro di questo nuovo ragazzo a pochi mesi dalla rottura del suo primo matrimonio. Ma non finisce qui, la parente della vittima, ha anche accennato che sia la madre che la sorella maggiore erano a conoscenza di chi fosse questo soggetto, della sua posizione o ex posizione familiare ed in più nel momento in cui la vittima ha iniziato a ritirarsi a casa con qualche graffietto di troppo, hanno fatto finta di nulla, hanno lasciato correre. Perchè? Perchè ci domanda la parente della vittima? Purtroppo, non possiamo rispondere a questa domanda che ci viene posta, possiamo solo dire che, quando si accertano casi analoghi a questi e cioè, quando si accerta che una ragazza viene picchiata per qualsiasi motivo (torto o ragione che sia), l'accaduto va denunciato subito alle autorità giudiziarie. In merito alla famiglia, non ci sentiamo di giudicare perchè non consociamo la loro reale posizione, ma difronte al racconto di questa parente che accusa di complicità la sorella maggiore e la madre, non possiamo far altro che dire che, lo status sociale come l'ignoranza, spesse volte generano questo tipo storie. Evidentemente la sorella maggiore, nascondeva e accondiscendeva perchè nutriva sotto sotto qualche strano interesse personale. 

No Tav: Lettera annuncia "lotta armata"


No Tav: Lettera annuncia "lotta armata"


Un documento firmato Nuclei operativi armati (Noa), che annuncia: "La lotta armata di liberazione", è stato recapitato all'Ansa di Torino. Nelle 3 pagine si legge della "lotta di liberazione contro la Tav" e di un "Tribunale rivoluzionario" che "condanna a morte" alcune persone ritenute "responsabili della repressione in atto". Inoltre scrivono: "Le accuse ridicole di terrorismo richiedono una risposta forte che dimostri, rapidamente che non siamo inermi". E ancora: "I terroristi sono loro. Noi partigiani della libertà". 

Sicilia. Mafia: Condannato a 6 anni e 8 mesi l'ex presidente dell'Mpa, Lombardo

Sicilia. Mafia: Condannato l'ex presidente dell'Mpa, Lombardo


Raffaele Lombardo
Il Gup di Catania ha condannato a sei anni e otto mesi di reclusione l'ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, per concorso esterno in associazione mafiosa. Disposto un anno di libertà vigilata. Lombardo è stato invece assolto per il reato di voto di scambio. La Procura aveva chiesto 10 anni di reclusione. Il Giudice ha anche rinviato a giudizio suo fratello Angelo Lombardo, ex deputato nazionale Mpa, per concorso esterno in associazione e voto di scambio, fissando la prima udienza del processo il prossimo 4 giugno. 

"Me l'aspettavo, è l'epilogo naturale del primo grado di giudizio, ma non finisce qui: seguiremo tutte le strade legali per dimostrare la mia innocenza". Così l'ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, commenta la sentenza del Gup di Catania che lo ha condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, reato che ha assorbito l'accusa di voto di scambio.