La mossa a sorpresa di Giorgio Armani. Ecco a chi andrà il suo impero miliardario
L'impero miliardario di Giorgio Armani rischiava di restare senza un erede, visto che Re Giorgio a 82 anni ha fatto capire che non ha intenzione di fare colpi di scena su questo fronte. Per questo poche settimane fa, riporta Radiocor e il Giornale, in un'assemblea straordinaria della Giorgio Armani spa sono state approvate due delibere che di fatto delineano la strada da seguire quando uno tra i più grandi stilisti viventi non ci sarà più.
Re Giorgio non ha nessuna intenzione di ritirarsi neanche stavolta, come aveva già ribadito qualche anno fa, quando in un'intervista aveva chiarito che il suo interesse principale è quello di far crescere il suo team. Intanto però continua a gestire tutta l'azienda in prima persona, come fa ormai dal 1975. E in prima persona durante l'assemblea ha prima eliminato il valore nominale delle azioni, annullato le proprie pari al 5%, arrivando a possedere il 100% della società.
Non proprio il primo passo di chi si vuol fare da parte quindi, considerando poi che gli affari vanno a gonfie vele, visto che solo nel 2015 il bilancio consolidato ha visto ricavi in crescita di 2,66 miliardi, con un utile netto di 240,8 milioni di euro e una disponibilità di 654,4 milioni. Il secondo passo lo ha fatto sempre Armani in persona, illustrando: "la proposta di adottare, con effetto dalla data di apertura della successione del signor Giorgio Armani, un nuovo testyo di statuto sociale che lascia immutata denominazione, sede e oggetto, fatta salva l'introduzione e precisazione dei principi fondanti ai quali l'attività sociale deve essere improntata, e prevede la proroga al 31 dicembre 2100".
Le linee che il gruppo dovrà seguire saranno le stesse della sua Fondazione, già anticipate a luglio scorso, cioè: "autonomia e indipendenza, un approccio etico alla gestione con integrità e correttezza, un'attenzione all'innovazione e all'eccellenza, priorità assoluto allo sviluppo continuo del marchio Armani, sostenuto da adeguati investimenti, una gestione finanziaria prudente ed equilibrata, un limitato ricorso all'indebitamento e un cauto approccio alle acquisizioni".