Stai lontano da queste banche sono le peggiori d'Europa
di Attilio Barbieri
Le banche italiane non sono le peggiori d' Europa. Né il Monte dei Paschi di Siena è quella messa peggio fra le 51 big che l' Authority di settore ha sottoposto agli stress test, le prove di resistenza alla crisi. A fare l' inattesa scoperta è stato l' istituto di ricerca Zew di Mannheim. In cima alla classifica degli istituti che rischierebbero di saltare per aria in caso si verificasse una crisi sistemica si trova nientemeno che Deutsche Bank, seguita da due grandi player del credito francesi, Société Générale e Bnp Paribas. In sostanza, come spiega l' autore dello studio, Sascha Steffen, professore di finanza all' Università di Mannheim, ove si verificasse una grande crisi finanziaria come quella che ha travolto tutti i mercati mondiali nel 2008, Deutsche Bank non avrebbe capitale a sufficienza per compensare le perdite e dovrebbe procedere a una ricapitalizzazione monstre: 19 miliardi di euro.
Certo, la banca di Francoforte sarebbe in buona compagnia. Le due francesi che la seguono in classifica dovrebbero varare aumenti di capitale altrettanto imponenti: 13 miliardi SoGen e 10 miliardi Bnp. Poi tocca a due istituti italiani. Unicredit, sempre secondo la ricostruzione degli economisti dello Zew ha un deficit di capitale di 8,8 miliardi e Montepaschi di 8,5. Non si salvano neppure le olandesi. Alla Ing - in caso si crisi sistemica estrema, lo ripetiamo - servirebbero 7,6 miliardi, a Rabobank 6,5. E neppure gli inglesi possono dirsi immuni da rischi, visto che Barclays dovrebbe ricorrere al mercato per 7,2 miliardi e Royal Bank of Scotland per 5,1.
Il report ha riacceso a Berlino la polemica sulla prima banca del Paese, già sotto i riflettori per la bomba derivati che ha in portafoglio, con un' esposizione pari a quindici volte il Pil tedesco. Come sottolinea il quotidiano economico Handelsblatt, pensare a un aumento di capitale di questa entità «appare difficile visto che l' intera Deutsche Bank ha una capitalizzazione in Borsa di circa 17 miliardi». Difficile, se non impossibile, che riesca a trovarne 19 sul mercato. «Non capiamo come si sia giunti a questa cifra», fanno sapere i vertici della banca, ricordando che dagli stress test condotti dall' Eba «non è emerso alcun fabbisogno di capitale per noi».
In realtà, per arrivare a queste cifre il professor Steffen non si è inventato nulla , ma ha impiegato lo stesso metodo seguito dalla Federal Reserve, la banca centrale americana.
Partendo da presupposti più severi rispetto all' Authority europea. Quest' anno la Fed ha messo sotto esame la stabilità degli istituiti Usa, concentrandosi soprattutto su un elemento, il Leverage Ratio e cioè il livello assoluto di indebitamento di un istituto. «L' obiettivo principale degli stress test Eba era quello di garantire la trasparenza in materia di adeguatezza patrimoniale delle banche in scenari di crisi», spiega sempre il professor Steffen, «non di rivelare carenze di capitale che potrebbero aver bisogno di essere coperte».
A livello di sistema bancario, il più bisognoso di ricapitalizzazioni resta quello tedesco, con 24 miliardi di euro. Seguono gli istituti francesi con 23 miliardi. Le nostre banche arrivano soltanto terze, con un fabbisogno teorico di capitale pari a 19 miliardi. Oltre alla Deutsche Bank, infatti, nella classifica il sistema bancario teutonico è ben rappresentato.
Compare anche Commerzbank con un deficit di capitale pari a 5 miliardi, la Bayerische Landesbank con 2,7, la Nord/Lb con 1,9, le Landesbank del Baden-Württemberg (1,6 miliardi) e quella della Turingia (1,2). Chiude l' elenco delle tedesche la DekaBank con 571 milioni di euro.
A giudizio di Steffen il problema è di natura politica: «Gli Stati Uniti hanno capito la lezione e varato, già nel 2008, vasti interventi di ricapitalizzazione del settore bancario» mentre «in Europa manca ancora la volontà politica». Grazie soprattutto, questo lo aggiungiamo noi, all' opposizione della cancelliera tedesca Angela Merkel all' intervento pubblico nel salvataggio degli istituti in crisi.