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mercoledì 27 luglio 2016

"Tocca a te", minacce al ministro italiano: chi è finito nel mirino dell'Isis / Guarda

"Adesso tocca a te". Minacce al ministro italiano: orrore Isis



Dopo l'orrore nella chiesa di Rouen, l'Isis esulta online, nella sua galassia-social. E tra le foto apparse in serata, una che mette nel mirino il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni. Eccolo nella foto, sulla sinistra, mentre in alto a destra sventola la bandiera nera dei tagliagole. Nel commento con cui è stata rilanciata la foto si fa riferimento alla Libia e al ruolo dell'Italia per la costituzione del governo di unità nazionale con a capo Fayez al Sarraj. Una minaccia, certo da verificare, rivolta direttamente al capo della Farnesina.

sabato 23 luglio 2016

Caivano (Na): Dimissioni Monopoli Le opposizioni rispondono

Caivano (Na): Emione, Sirico e Papaccioli fanno il punto sulle dimissioni dell'ex Sindaco Simone Monopoli


di Gaetano Daniele



Dott. Simone Monopoli
Già Sindaco di Caivano

E' crisi piena. Caivano ricade nell'immobilismo. L'incompetenza prevale. "Tuttaunaltrastoria" si è rivelato un titolo inappropriato, uno slogan da far girare sui vari periodici, senza rispettane il significato. Caivano per il terzo mandato consecutivo si ritrova senza un sindaco e con una maggioranza spaccata. La Lista Civica La Svolta, giustamente, rivendica i propri diritti. Democrazia e rispetto dei ruoli. Parole che pesano come macigni. Monopoli è accusato di detenere da solo il potere politico a Caivano. 

Ma proviamo a sentire con molta attenzione, le opinioni dei rappresentanti politici del territorio caivanese.

Consigliere Emione, il Sindaco Monopoli si è dimesso per mancanza di numero legale, cosa sta succedendo all'interno della maggioranza? 

Arch. Francesco Emione
Liberi Cittadini
La mia città è allo stremo. Basta inciuci!. Il Sindaco dimissionario non riesce più a gestire politicamente la sua maggioanza. Di conseguenza durante l'ultimo consiglio comunale abbiamo assistito a ciò che abbiamo sempre detto negli ultimi mesi. Onestamente mi sono stancato di vedere la mia città mortificata a causa di questo scempio. Le dimissioni non sono altro che un atto quasi obbligato. E rischia seriamente di andare a casa. Sottobanco sono già iniziate le consultazioni affinchè rientrino i malumori. Ma mi risulta che, al momento, i sei consiglieri comunali dissidenti non vogliono tornare indietro. Bisogna avere il coraggio di mantenere una posizione politica fino in fondo. Non si può tornare ad assistere alle finte dimissioni. E' un film già visto e rivisto. Per il bene di Caivano si ridia immediatamente la parola ai cittadini. 

Sulle dimissioni del Sindaco Monopoli interviene anche il Consigliere del Partito Democratico, Luigi Sirico. 

Consigliere Sirico, cosa sta succedendo, Emione ribadiva basta inciuci, secondo lei Monopoli è al capolinea?

Arch. Luigi Sirico
Partito Democratico
E’ successo quello che era prevedibile. Una maggioranza raccolta intorno ad un unico obiettivo: vincere le elezioni a tutti i costi, per soddisfare l’insopprimibile desiderio  del candidato sindaco. Senza un programma, senza una idea di sviluppo e di progresso per il paese. Una baraonda di candidati e di liste, buoni per le campagne elettorali ma non per governare un paese difficile come Caivano. Ed eccoci qui. A distanza di meno di un anno dalle elezioni, il sindaco si è dimesso e la maggioranza va in pezzi. Purtroppo non era difficile prevedere tutto questo.

Si dice che a tirare la corda si spezza, secondo lei è così?

Sinceramente non lo so e non credo sia la cosa più importante in questo momento. Potrebbe anche ricucirsi in modo che il sindaco possa tirare a campare per un altro poco, fino alla prossima crisi: ma resta il dato di fondo: questa maggioranza e questo sindaco hanno dimostrato limiti gravi e strutturali che impediscono loro di poter rappresentare una speranza seria per il futuro del paese. In campagna elettorale, mentre i futuri amministratori si dilettavano in  offese e fotomontaggi, io ricordavo sommessamente che i prossimi cinque anni sarebbero stati fondamentali per Caivano e per il sud, la cui speranza di rinascita resta  legata ad un adeguato utilizzo delle risorse europee. Per ottenere questo risultato era necessario una compagine politica con idee chiare e competenze almeno ordinarie. Devo constatare con rammarico che Caivano sta rischiando di perdere anche questo ultimo treno.

Teme qualche cordata da parte delle opposizioni?

Se ho capito bene, mi chiede se ci sono consiglieri di minoranza che possano correre in soccorso del sindaco? Al netto della coerenza e della serietà, crede che possa esserci  qualche consigliere di minoranza disposto a cacciarsi in un guaio del genere? No, non credo che ci sia tra di noi un folle di questa risma. Questa maggioranza è insalvabile. E nessuno in questo momento potrebbe saggiamente scommettere sul futuro dell’amministrazione Monopoli, nemmeno lo stesso Monopoli. 

Caivano è sotto la lente dell’anticorruzione, cosa rischia il Paese? 

Non so se il sindaco sente il desiderio inconfessabile di allontanarsi da possibili complicazioni dovute alla presenza della commissione ANAC a Caivano. Per senso di responsabilità e di rispetto, anche nei confronti della sua maggioranza e dei suoi consiglieri, spero proprio di no. Nel merito voglio solo ricordare che fin dai primi mesi di questa consiliatura, la minoranza ha sottoposto all’attenzione del Consiglio Comunale degli ordini del giorno proprio relativi ad alcune procedure di gara che ci erano sembrate anomale. Ma devo  ricordare, per onor del vero,  che gli stessi  consiglieri di Forza Italia (il partito del sindaco), in una lettera del 22 ottobre 2015, indirizzata al sindaco, facevano rilevare che il sistema di affidamento dei lavori servizi e forniture avveniva, secondo loro,  in contrasto con le norme del codice degli appalti e del regolamento comunale.

Insomma, sia Emione che Sirico sono chiari sul futuro di questa amministrazione a guida Monopoli, che tra l'altro parla da sola. In meno di un anno, cambio della Giunta, consiglieri che passano da una Lista all'altra, e, in ultimo le dimissioni del Sindaco. Ma sulla questione non poteva mancare il parere del dott. Giuseppe Papaccioli, già Sindaco di Caivano, attentissimo conoscitore della macchina comunale. 

Dott. Papaccioli, cosa si sente di dire. Il suo Paese, Caivano, è nuovamente fermo al Palo. 

Dott. Giuseppe Papaccioli
Già Sindaco di Caivano
Governare senza avere una visione complessiva della Città che si vuole è un pò come andare in barca senza rotta. Col tempo si rischia di fare la fine di Schettino e della Concordia. Oggi vengono al pettine i nodi di una coalizione che non ha un comune sentire ma è una organizzazione elettorale eterogenea e senza minimi comuni denominatori. Detto ciò non si può snaturare il ruolo del consiglio comunale. Stupisce che un Presidente di "esperienza" come l'Avv. Del Gaudio, possa consentire ciò. Una giunta cambiata in un anno è il segnale che qualcosa non va soprattutto se i nominati non rappresentano valori ed esperienze comuni. La gestione della macchina amministrativa comunale non può essere affar suo e nell'assoluta trasparenze deve saper mantenere un collante con i bisogni della gente e della città. E' sotto gli occhi di tutti lo stato in cui versa Caivano, o si è in grado di amministrare o si intraprendano le dovute azioni. Non è più il tempo di additare responsabilità altrui ma è il momento di dimostrare le proprie capacità politiche ed amministrative, in bocca al lupo alla mia amata Caivano ed a tutti i caivanesi!

venerdì 22 luglio 2016

Esclusiva / Matteo Salvini ospite de il Notiziario sul web diretto da Gaetano Daniele

Esclusiva / Il Segretario Federale della Lega, On. Matteo Salvini ospite de il Notiziario sul web diretto da Gaetano Daniele

Intervista a cura di Gaetano Daniele

Matteo Salvini

On. Salvini, terrorismo, ieri il Bataclan, oggi Nizza. Siamo in guerra?

Il fatto che siamo in guerra è purtroppo un’evidenza, la terza guerra mondiale “a rate” per usare le parole del Papa. La violenza del terrorismo islamico in Europa sta facendo cadere le illusioni di chi pensava che lo stile di vita occidentale avrebbe integrato le comunità musulmane trasformando il loro credo religioso in un residuo folcloristico, senza ulteriori complicazioni. Oggi la nuova tentazione delle sinistre è di considerare il terrorismo solo alla stregua di un problema di polizia internazionale che riguarda i singoli membri delle cellule islamiste, quando invece basterebbe avere il coraggio di aprire gli occhi per constatare come l’eco di ogni bomba risuona nel silenzio generale delle comunità musulmane delle nostre città che, a parte pochi fortunati casi isolati, non sta prendendo le distanze da chi semina la morte nelle strade d’Europa. Quasi si stesse insinuando la variante moderna dell’ ambiguo  “compagni che sbagliano” con cui negli anni ’70 ci si riferiva alle BR, dimenticando che quel terrorismo è stato sconfitto proprio quando PCI e CGIL fecero finalmente quadrato per togliere acqua al consenso di cui godeva.  

On. Salvini, come si può fermare questo fenomeno?

Io non credo alle risposte isteriche: l’attentato di Nizza dimostra che dichiarare lo stato d’emergenza non serve a nulla, anche se comprendo le necessità che hanno portato la Francia a prendere quel provvedimento. L’unica strategia sensata corre su due livelli, il primo, quello più evidente, è la sicurezza: serve un investimento pubblico importante a favore delle forze dell’ordine i cui operatori oggi sono costretti a pagare di tasca propria anche la benzina delle volanti. Più soldi per tecnologie, formazione e una politica di controllo ai confini con l’abolizione del delirante trattato di Schengen. Questa sarebbe la doverosa premessa che comunque non sarebbe sufficiente a contrastare il terrorismo senza una presa di coscienza generale e trasversale di tutte le forze politiche che l’islam è un problema per noi. La gran parte dei valori di quella religione sono incompatibili, quando non diametralmente opposti ai nostri, e non mi riferisco tanto alle radici cristiane, quanto soprattutto ai valori laici e progressisti nati dalla rivoluzione francese che sono stati il bersaglio di gran parte degli attentati: da Charlie Hebdo, alla strage nel locale gay di Miami.

Lo scriveva Oriana Fallaci: “è il Corano non mia zia Carolina che ci chiama cani infedeli…è il Corano non mia zia Carolina che umilia le donne e predica la Guerra Santa, la Jihad. Leggetelo bene, quel "Mein Kampf"…”

 On. Salvini, lei è per la chiusura delle frontiere?

Grazie della domanda perché personalmente mi stupisco ogni volta che mi fanno questa accusa di voler sigillare l’Italia in una scatoletta di tonno. Io non voglio chiudere niente. Io voglio solo che chiunque entri in Italia, prima di vedere il primo cartello stradale, venga brevemente fermato da due gentili finanzieri in divisa per quel sommario controllo che tutti abbiamo sperimentato nella nostra vita  e che non mi pare sia un attentato contro la nostra libertà di movimento o chissà quale altra allucinazione boldriniana. Chiedo solo controlli, ma appena superato il confine prometto che appena sarò al governo farò installare dei giganteschi cartelli di benvenuto, magari con la scritta arcobaleno.

On. Salvini, Brexit, lei e per la modifica della costituzione? Insomma, indirebbe un referendum anche in Italia?

Chi ha paura del parere del popolo ha la coscienza sporca e il potere in Italia, fin dai tempi di Cavour, ha sempre prediletto i corridoi e le anticamere di Palazzo, pur di non guardare nelle urne elettorali. Votare democraticamente l’adesione all’Unione Europea non dovrebbe essere una possibilità, ma un diritto di sacrosanta evidenza. Guardate  Davide Cameron: era contrario all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, ma nemmeno per un momento gli è passato per la testa di negare il referendum al suo popolo, anzi si è battuto per difenderlo e con le sue dimissioni ha spianato la strada perché si imboccasse la strada della Brexit senza ripensamenti. Una bella lezione di democrazia.

On. Salvini, come è messa la lega? E per il sud quali progetti ha?

La Lega cresce, se ne facciano una ragione i tanti gufi. Non mi riferisco ai sondaggi che pure ci assegnano una percentuale superiore a quella dei nostri massimi storici, mi basta guardare ai numeri del tesseramento che al Nord come al Sud con NCS certificano un’adesione che non è solo virtuale, ma che si trasforma in impegno e partecipazione nelle strade, nei gazebo per le raccolte firme, nei Comuni. Il Sud soprattutto sta vivendo questa appassionante avventura di partecipazione con circoli che si organizzano nelle grandi e nelle piccole città: è un lavoro lungo che sono sicuro porterà presto i suoi risultati. Alle ultime amministrative potevamo fare un risultato migliore? Forse, ma per la prima volta esistiamo nel Mezzogiorno con nostri amministratori. Ed è solo l'inizio

venerdì 15 luglio 2016

NELLA CASA DEL KILLER Una scoperta inquietante: che cosa c'era a terra / Foto

Dentro la casa del terrorista di Nizza: cosa hanno trovato gli inquirenti / Foto


Gli inquirenti hanno perquisito la casa di Mohamed Lahouij Bouhlel, autista del camion assassino che viveva proprio a Nizza. Secondo quanto scrive Nice Matine la polizia è entrata nell'appartamento al primo piano di un palazzo che si trova in un quartiere popolare a est di Nizza. Hanno vietato l'accesso allo stabile. Colpiscono dei guanti per nascondere le impronte sul pavimento. La polizia ha interrogato i vicini che sono stati interrogati hanno descritto l'uomo come un tipo" solitario e silenzioso". Hanno detto, scrive sempre Nice Matin, che si muoveva in bicicletta. Tutti dicono che non sembrava all'apparenza un fanatico religioso. Una coppia di abitanti del palazzo ha detto che l'uomo non ricambiava mai i saluti. Un altro vicino ha detto che non si fidava di lui "perché guardava troppo le sue due figlie". Mohammed, 37 anni lo conosceva bene perché è originario della stessa città tunisina, parla di lui come di un uomo depresso: "Aveva divorziato o stava per divorziare. Aveva tre figli, gli avevano rifiutato un prestit". Mohamed Lahouij Bouhlel sarebbe arrivato alla metà degli anni 2000, amava la salsa e il body building.

Il terrorista: "Sono venuto qui per..." L'errore imperdonabile della polizia

"Sono venuto qui per..." La frase che inguaia la polizia


Il terrosita: "Sono venuto qui per..."L'errore imperdonabile della polizia Il camion si scaglia sulla folla /  Video

Emergono nuovi inquietanti dettagli sull'attentato di Nizza, particolari che metto in forte dubbio l'operato e l'efficienza degli apparati di polizia fancese. Secondo quanto si apprende Mohamed Lahouaiej Bouhlel ha lasciato il camion parcheggiato per circa 9 ore nei pressi del luogo dell'attacco nonostante il divieto per i mezzi pesanti durante le festività. Tutte le strade erano state chiuse dal pomeriggio ma quando la polizia ha fermato l'uomo per chiedere ragione del suo ingresso nella zona vietata, lui ha risposto: "Sono qui per consegnare gelati" . Non è stato sottoposto ad alcun tipo di controllo. La polizia forse distratta e depistata dal fatto che il camione fosse frigorifero. 

Secondo alcune informazioni raccolte, Bouhlel era sotto controllo giudiziario in seguito ad un incidente: aveva tamponato quattro veicoli dopo essersi addormentato al volante. Bouhlel era sposato ma si stava separando. Era noto alla polizia per violenza domestica, furto, atti di violenza e uso di armi ma non era conosciuto dai servizi segreti. 

venerdì 8 luglio 2016

Afragola (Na): Luigi Sirico: Monopoli sbaglia a sua insaputa

Afragola (Na): Intervista all'assessore ai lavori pubblici Sirico


intervista a cura di Gaetano Daniele


Arch. Luigi Sirico
Assessore Lavori Pubblici Afragola (Na)

Consigliere Sirico, il Pd locale nelle ultime tre competizioni elettorali nonostante sia salito nelle preferenze ha sempre perso. Forse ha pesato la mancanza di credibilità nell'aver prima negato il sostegno al governo Papaccioli e poi a distanza di un anno si è passati dalle fila dell'opposizione in maggioranza sostenendo la giunta Falco. Secondo lei questi due pesi e due misure ha influito?

Si secondo me si. E’ sempre preferibile che non ci sia confusione di ruoli: a chi vince il dovere, oltre che il diritto di governare; a chi perde il ruolo di controllo e di stimolo. Ma è anche vero che quello fu un momento particolare, e a volte bisogna saper sacrificare la convenienza per il proprio partito al bene del paese. La giunta Falco, dopo pochi mesi, era già in crisi e si riapriva in quel periodo la emergenza rifiuti, con la Provincia di Gigino Cesaro, nella cui maggioranza sedeva Monopoli, che decideva di sversare nuovi rifiuti a Caivano. Il PD in quel momento con spirito di sacrificio, pur sapendo che sarebbe stato rischioso in termini di consenso, ha creduto opportuno dare una mano al paese. Certo in un paese distratto è più facile e vantaggioso cavalcare l’onda del populismo, ma questo come al solito, dopo pochi mesi, diventa un boomerang per i cittadini e per coloro i quali pur di vincere fanno promesse che non si possono mantenere. 

Consigliere Sirico, perché ha scelto di ricoprire l'incarico di assessore ai lavori pubblici nel comune di Afragola nonostante a Caivano c'è tanto da fare?

Io non ho mai abbandonato Caivano, come qualcuno pure ha voluto far credere. Non c’è incompatibilità tra la carica di consigliere a Caivano e di Assessore ad Afragola. Con molta modestia, credo, potendolo dimostrare, che nonostante il doppio impegno ho sempre fatto il mio dovere, presentando in Commissione e in Consiglio Comunale ordini del giorno su questioni complesse e importanti per lo sviluppo del paese: dagli indirizzi per il  nuovo piano urbanistico comunale; a quelli per il piano di sviluppo commerciale al progetto per la variante est. Il mio auspicio che altri consiglieri facciano lo stesso e di più, visto che hanno più tempo.

Consigliere Sirico, Bilancio. Monopoli ha dichiarato il dissesto finanziario ed ha nominato un commissario ad acta, irresponsabile politicamente, incapace oppure ha fatto la scelta giusta?

Guardi su questo non so rispondere. Davvero mi sfugge la logica. Hanno incaricato un commissario per fare una cosa che avrebbe dovuto e potuto fare il Sindaco e la Giunta e che invece non hanno voluto fare, scaricando l’intero peso e responsabilità di un atto così grave e importante sui soli consiglieri comunali. Non essendo un esperto di bilancio pubblico, dico però, molto sommessamente, che il dissesto è stato il frutto di una leggerezza e superficialità dell’allora assessore al bilancio, che nel luglio del 2015 ha proposto la delibera per il riconoscimento del disavanzo tecnico. Si trattava di riconoscere i residui attivi ovvero i crediti degradati (cioè i soldi che il comune avrebbe dovuto incassare e che non avrebbe più potuto riscuotere: i cosiddetti crediti inesigibili). Questi crediti che tutti i comuni d’Italia hanno accumulato nel tempo, sono diventati debiti, poiché somme riportate nei bilanci ma non più riscuotibili. Ebbene i Comuni avevano la possibilità di riconoscere l’ammontare dei residui e scontarli nell’arco di trent’anni. Lo ha fatto Acerra, Portici, e tanti altri comuni limitrofi. E Caivano? Caivano riconosce solo 2,7 milioni, accorgendosi solo quando è troppo tardi che l’ammontare dei residui è di circa 25 milioni. Ma quando ormai la legge non consentiva più di ripartirli su trent’anni. Da qui il dissesto.

E chi era l’assessore al bilancio nel luglio 2015?

Monopoli. Il quale ancora per alcuni mesi ha continuato a parlare di reddito di cittadinanza inconsapevole del disastro che si annunciava, come al solito a sua insaputa, illudendo non solo il suo elettorato ma tutti i cittadini di Caivano. 

Consigliere Sirico, lei è stato candidato a sindaco senza fare le primarie, alle prossime elezioni riscende in campo?

Guardi non ho mai pensato all’impegno politico come ad una vicenda personale. La mia candidatura nel 2015 è stato il frutto di un impegno collettivo, che ha visto coinvolto tanti giovani e tante persone che sono ritornate alla militanza anche per l’amicizia e l’affetto che nutrivano nei miei confronti: e questo è stato certamente l’eredità più importante che credo di aver lasciato. Per il futuro resto a disposizione della mia parte politica e del mio paese, ma questo non implica necessariamente una carica. Si può fare molto anche come cittadino attivo.

Consigliere Sirico, affidamenti diretti, gara rifiuti e programmazione, Monopoli sta facendo bene?

Se mi guardo in giro e ascolto i cittadini non mi sembra. Sui rifiuti: avevamo inserito nel nostro programma iniziative per sperimentare nuove modalità di raccolta che tendessero non solo a differenziare i rifiuti ma alla loro riduzione. Scrissi in quel periodo ad Ercolini, che a Capannori ha ottenuto dei risultati eccezionali con il programma zero waste (zero rifiuti). Questa amministrazione ha preso una strada diversa anziché zero rifiuti sta  tentando di raggiungere l’obiettivo di zero differenziata

martedì 5 luglio 2016

Ecco tutti gli assessori della Raggi Il nome che scatena una tempesta

Ecco tutti gli assessori: il nome che scatena una tempesta


Ecco tutti gli assessori della Raggi. I nomi che scateneranno una tempesta

In fretta e furia Virginia Raggi sarebbe riuscita a completare la squadra di assessori per il Comune di Roma, sotto la pressione tutt'altro che rassicurante di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, che secondo diverse voci riportate dai quotidiani le avrebbero imposto le dimissioni nel caso in cui le nomine non fossero arrivate entro mercoledì. Secondo quanto riporta l'Huffingtonpost, il vicesindaco sarà Daniele Frongia, con le deleghe alle società partecipate. Frongia avrebbe ottenuto un assessorato di peso, dopo che la sua nomina a capo di gabinetto era già stata formalizzata e ritirata subito dopo.

Come capo di gabinetto del sindaco Raggi ci sarà Daniela Morgante, già assessore al bilancio della prima giunta Marino. Al bilancio dovrebbe essere nominato Marcello Minenna, già dirigente Consob, sempre se non vada a finire a capo della ragioneria del Campidoglio. Ai trasporti l'ultimo nome più certo sarebbe quello di Enrico Stefàno, consigliere grillino. Allo sviluppo economico arriverà l'ex Ad di Expedia, Adriano Meloni, mentre all'Urbanistica è ormai dato per certo Paolo Berdini, già travolto dalle polemiche per la sua contrarietà al nuovo della stadio della Roma. Confermato anche un altro che con le polemiche ha avuto non poco da fare, il rugbista Andrea Lo Cicero, che farà l'assessore allo sport. Luca Bergamo si occuperà della Cultura, Laura Baldassarre, che sarebbe stata indicata da Luigi Di Maio, del Sociale e Flavia Marzano della Semplificazione.