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lunedì 1 febbraio 2016

Profezia di Ennio Doris: "Vi dico quali banche resteranno in piedi"

Ennio Doris: "Ci sarà una selezione e resteranno solo le banche migliori"




"I risparmiatori devono imparare a selezionare la banca cui si affidano. Se questo processo avverrà, è inevitabile che il cliente scelga sempre di più e che sopravviveranno solo le banche più solide, quelle che spranno dare maggiori garanzie". Il numero uno di Mediolanum, Ennio Doris, commenta così in una intervista al quotidiano "Il Giornale" il primo Forex del governatore di Bankitalia Ignazio Visco dopo l' adozione del bail-in e la bad bank leggera.

Doris alzerebbe la capienza del fondo di solidarietà così da risarcire tutti i piccoli obbligazionisti di Etruria, Marche, CariFe e CariChieti. "Il vero pericolo - spiega - è che i risparmiatori perdano la fiducia nelle banche. Il patrimonio più grande da tutelare è la stima dei clienti, o potrebbero essere a rischio anche i consumi. Il bail-in è stato pensato per non far pesare le crisi bancarie sui contribuenti ma anche la prima ipotesi di intervento, che l' Europa ha bocciato, nella sostanza rispettava la legge. Bruxelles ha autorizzato aiuti di Stato veri sia in Portogallo per 1,7 miliardi, sia in Germania per 3 miliardi. Davvero non capisco questa disparità di trattamento, se si fosse adottato in modo graduale il bail-in avremmo evitato molti problemi".

Secondo il patron di Mediolanum, "è falso che l' Italia non ha provveduto per tempo a salvare i suoi istituti di credito. Quelli di molti Paesi sono andati in crisi dopo il fallimento Lehman Brothers perché pieni di titoli tossici, ma non era il caso italiano. A fine 2008, il governo studiò un fondo da 20 miliardi per entrare nel capitale delle banche, ma non servì mai. Pochi giorni dopo l' Inghilterra finanziò un fondo da 80 miliardi di sterline e gli Usa da 700 miliardi di dollari. Il salvataggio delle banche nel mondo ha quindi preso spunto da un decreto italiano".

domenica 31 gennaio 2016

Caivano (Na): Breve intervento Video dell'ex Sindaco dott. Giuseppe Papaccioli

Caivano (Na): Breve intervento Video dell'ex Sindaco dott. Giuseppe Papaccioli


a cura di Gaetano Daniele



Dott. Giuseppe Papaccioli
Dirigente Asl Già Sindaco di Caivano

Quanto accaduto lo scorso 29 gennaio è la traduzione di quella che è un'accozzaglia non di idee e neanche di ideologie ma di persone che hanno messo insieme idee particolari ed ora cercano di capitalizzare. Cosi l'ex Sindaco di Caivano dott. Giuseppe Papaccioli. E nota: Sul caso parentopoli, dove appunto, all'interno di un video pubblicato da ilgiornaledicaivano.it, dove si evince una donna urlare e puntare il dito contro l'attuale amministrazione e l'attuale sindaco di Caivano Monopoli, di eventuali parentele ed altro... bisogna che si faccia al più presto luce e verificarne la veridicità delle accuse. Insomma, l'ex Sindaco di Caivano non le manda di certo a dire. A breve il video integrale dell'intervista. 


Renzi, adesso è tempo di tremare: i tre sondaggi che lo demoliscono

Europa, adozioni gay e referendum: i tre sondaggi che mandano a casa Renzi




Gay, Europa e referendum costituzionale: tre sondaggi rischiano di mandare in frantumi il governo di Matteo Renzi e il sogno del premier di vincere le prossime elezioni. 

Addio Europa - Sul Giornale Renato Mannheimer assicura che 7 italiani su 10 sono contrari all'Europa, o almeno questa Europa. "L'Unione europea può essere definita per gli italiani un grande amore del passato, oggi quasi completamente esaurito". Nel 1994 il consenso e la fiducia nelle istituzioni comunitarie era al 70%, sceso al 64% nel 2005, al 60% nel 2008, al 57% nel 2010 e al 51% nel 2011. Poi il crollo: 39-40% nel 2012-13 e 27% registrato oggi, a causa delle politiche di rigore e della (mancata) gestione dell'emergenza immigrazione. I più critici sono operai, casalinghe e pensionati, con picchi tra i simpatizzanti di Lega e M5S ma anche nel Pd. Anche da questo punto di vista si comprendono i toni duri usati da Renzi, una brusca virata rispetto al primo anno da premier per risollevare un gradimento in picchiata al 30% (e il governo è al 28%). 

Adozioni gay - Un sondaggio realizzato sempre da Mannheimer per il Tempo fa luce sulla questione gay. Il 52% è favorevole alle unioni civili estese alle coppie omosessuali, il 45% si dice contrario. Cambia tutto, invece, se si parla di stepchild adoption e adozioni per le coppie gay, su cui il no raggiunge il 70 per cento. 

Il referendum - Terzo e ultimo sondaggio: il referendum costituzionale. Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera ricorda come meno di uno su due (46%) dichiara l'intenzione di recarsi alle urne. Tra coloro che dichiarano di voler votare, il 21% approverebbe la riforma, il 16% la boccerebbe e il 9% è ancora indeciso. In senso assoluto, il sì prevarrebbe sul no con il 57% contro il 43%, ma a gennaio il divario era di ben 32 punti. Segno che il sostegno al governo anche su questo punto è in calo. Renzi ha immaginato il referendum di ottobre come un plebiscito a favore di se stesso, tanto da promettere di lasciare la politica in caso di sconfitta. Nei prossimi mesi potrebbe pentirsene amaramente. 

"Cosa pensavano davvero di Cucchi" Madre e sorella, intercettazione choc

"Cosa pensavano davvero di Cucchi". Intercettazione choc di madre e sorella




"Quando abbiamo chiesto alla madre di Cucchi di mettere un avvocato di fiducia, ci ha risposto che non avrebbero speso altri soldi per quel delinquente del figlio, che poteva andare a fare il barbone per strada". Lo rivela in una intercettazione - riportata dal Tempo - agli atti dell'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi (deceduto a 31 anni all'ospedale Pertini di Roma il 22 ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per spaccio di droga) del maresciallo Roberto Mandolini, indagato per falsa testimonianza insieme a Vincenzo Nicolardi. I carabinieri Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco sono invece indagati per lesioni personali aggravate e abuso d'autorità "per il violentissimo pestaggio" che avrebbe subito Cucchi.

Il 17 luglio 2015, Mandolini (che il giorno prima ha ricevuto l'invito a comparire davanti al pm Giovanni Musarò il 23 luglio) chiama Rosalia Staropoli, consulente legale del Sap a Vibo Valentia, e le dice che al gip dirà: "Certo che ho omesso qualcosa, ho omesso di dire quello che mi ha riferito Cucchi della famiglia". Lei lo incalza e lui continua: "Quando hanno chiesto alla madre di mettere un avvocato di fiducia, la donna ha risposto che non avrebbero speso altri soldi per quel delinquente del figlio, che poteva andare a fare il barbone per strada". Il maresciallo aggiunge che "quel giorno hanno pure scherzato, dicendo a Cucchi di pensare ai nipotini e lui gli ha risposto che la sorella erano due anni che non glieli faceva vedere".

Difficile dire se quello che dichiara il carabiniere sia vero visto che queste intercettazioni sono fra quelle che lo hanno inguaiato. Tant'è. Mandolini continua: "La sorella (Ilaria, ndr) pseudo -giornalista, si era candidata con Ingroia e la Bonino. Dopo aver pre soi soldi, 1.342.000 euro, ha venduto casa e ha cambiato vita. Del fratello, quando era in vita, non ne voleva sapere nulla".

Caivano (Na): Esclusiva Consiglio comunale deserto La parola al Capogruppo di F.I Ponticelli

Caivano (Na): Esclusiva Consiglio comunale deserto La parola al Capogruppo di Forza Italia Gaetano Ponticelli


di Gaetano Daniele


Gaetano Ponticelli
Capogruppo Forza Italia

Seduta deserta e consiglio comunale rinviato. "E' una tristezza e una vergogna tuona l'opposizione guidata dai leader Emione e Sirico". Le istituzioni e i cittadini vanno rispettati - chiosa l'architetto Sirico -. Posso capire che si ricorra ad espedienti simili, in qualche occasione particolare, ad esempio se si tratta di argomenti importanti come l'approvazione del bilancio, ma non era questo il caso - continua Emione - e nota: non si può pensare di amministrare in questo modo. I consiglieri comunali hanno la responsabilità di garantire sempre il numero legale, e questo vale tanto per la maggioranza che per la minoranza. Ma proviamo a sentire il Capogruppo e leader del centrodestra, Gaetano Ponticelli. 

Consigliere Ponticelli, il consiglio comunale del 29 gennaio è andato deserto per mancanza di numero legale, perchè? 

Innanzitutto, grazie per lo spazio che mi concede. In un clima teso e soprattutto soggetto a strumentalizzazioni da parte delle opposizioni, considerato il rinvio del consiglio comunale a causa del mancato raggiungimento del numero legale, ho ritenuto saggio e giusto, spiegare al suo blog, il Notiziario sul web, uno dei pochi blog d'informazione plurali e seri, le motivazioni di quanto accaduto. Tengo a precisarle quindi, che la maggioranza è unita e compatta. 

Consigliere Ponticelli, quindi trattasi di incidente di percorso e non di crisi politica?

Assolutamente nessuna crisi politica. Come le ricordavo poc'anzi la maggioranza è unita e compatta. Io scorso 29 gennaio, è stato un giorno particolare. Caivano era immobilizzata a causa di un incidente stradale e, alcuni consiglieri comunali, bloccati nel traffico, non hanno potuto raggiungere in tempo la sede del consiglio comunale. Lo dimostra il fatto che sono arrivati dopo pochi minuti dall'appello. Se fossi stato opposizione, avrei aspettato qualche altro minuto affinchè dare l'opportunità di aprire la seduta consiliare e permetterci di rispondere a tutti i punti da loro formulati. Evidentemente l'opposizione andava di fretta, aveva forse qualche partita di calcio in scaletta? 

Consigliere Ponticelli, a che punto siamo con la formazione della nuova Giunta?

Stiamo lavorando a tutto campo per offrire al paese il meglio. 

Consigliere Ponticelli, caso Navas, si sente di dire qualcosa?

Navas chi?

Consigliere Ponticelli, vuole aggiungere altro?

Il mio appello è rivolto ai miei concittadini, ai caivanesi, alla mia gente, a coloro i quali hanno riposto in noi la loro fiducia, e a loro dico di pazientare ancora un po'. Governare non è facile, ce lo insegnano le opposizioni, che in 4 anni di amministrazione non hanno prodotto nulla. Noi siamo appena al settimo mese, un parto dura 9 mesi, non chiedeteci miracoli, dateci il tempo di attuare il nostro programma e le nostre idee. In una grande famiglia come l'attuale maggioranza, il confronto è il sale della democrazia. Siamo sempre aperti al confronto, con tutti, anche con le opposizioni, perchè dai loro errori abbiamo molto da imparare. 

sabato 30 gennaio 2016

Ecco il popolo del Family Day in piazza Gli organizzatori: "Siamo 2 milioni"

Il popolo del Family Day al Circo Massimo. Gli organizzatori: "Siamo 2 milioni"




Si è concluso sulle note di Nessun dorma dalla Turandot di Puccini il Family Day al Circo Massimo. Una sorta di avvertimento che arriva dalla piazza che oggi ha detto no alle unioni civili, alle adozioni omosex e all’utero in affitto. Un monito, che in chiusura della kermesse aveva indirizzato direttamente ai politici, Massimo Gandolfini, leader del Family day, raccogliendo l’applauso più forte della giornata. "Al momento delle elezioni dovremo ricordare chi si è messo dalla parte della famiglia e dei bambini e chi se ne sarà dimenticato rendendo possibile l’abominevole pratica dell’utero in affitto", ha detto il medico bresciano. "Seguiremo i prossimi passaggi della legge minuto per minuto e valuteremo chi ha raccolto il messaggio della piazza e chi lo ha preso per metterselo sotto i tacchi. Dovete valutare bene la vostra coscienza, perché un giorno dovrete rendere conto delle vostre azioni" ha detto chiudendo il suo intervento.

I numeri - Un appello secco, forte del placet della tanta gente presente in piazza, da cui a più riprese si dava notizie dal palco del circo Massimo, prima un milione, per arrivare ai due, comunicati sul finire della giornata. Numeri enormi che, come succede in questi casi, dovranno essere confrontati con quelli delle forze dell’ordine, che potrebbero essere diversi. Le richieste del popolo del Family Day, oggi le hanno ascoltato in diretta alcuni politici che si sono fatti vedere sotto al palco, in un evento che non prevedeva nessun intervento di parlamentari, ma che avrà, come era nelle previsioni, grande significato politico in vista dell’iter del ddl Cirinnà, che martedì arriva in senato per il voto.

I politici - Tra i membri del governo in piazza, il ministro per l’Ambiente Gianluca Galletti: "Sui valori irrinunciabili siamo liberi - sottolinea ai cronisti che lo accerchiano - . Non ci può essere nessun patto di governo su questi valori, e come ha detto Renzi, correttamente, c’è libertà di coscienza. La famiglia - ha ricordato, sottolineando di parlare a titolo personale - è quella costituita da un uomo e da una donna e bisogna tutelare la parte debole, che sono i bambini che hanno diritto ad avere un padre e una madre" sottolineando che "sarebbe perciò un errore che il Parlamento non tenga conto del messaggio che arriva dalla piazza". I più numerosi tra i parlamentari al Circo sono i centristi. Renato Schifani, senatore di Ap, punta sulle unioni civili "dicendo però no ai matrimoni gay". 

In ogni caso, per l’ex presidente del Senato "questa è una piazza bellissima e festosa ma non contro Renzi, perchè la legge è di iniziativa parlamentare, il governo non c’entra". "Ascolteremo tutto quello che questa piazza chiede - ha detto il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa - e porteremo in Parlamento le istanze contro il ddl Cirinnà soprattutto dicendo no alle stepchild adoption". Per Eugenia Roccella (Idea) oggi arriva "un secco no alla legge Cirinnà, e un invito ai parlamentari ad essere coerenti fino in fondo e a interpretare la volontà popolare", mentre Carlo Giovanardi usa l’ironia: "Vorrei vedere due uomini da soli su un’isola deserta se riescono a fare un figlio, dopo possiamo allora parlare di diritti". Gli fa eco Maurizio Gasparri di Forza Italia: "Siamo qui per ascoltare questo popolo che si è riunito in questa piazza. Cercheremo soprattutto di dire no all’utero in affitto - ha spiegato il senatore di Forza Italia - e dalla prossima settimana porteremo in Parlamento le istanze che questa splendida piazza sta portando avanti, in una discussione che durerà settimane". In linea il collega di partito Renato Brunetta, che spiega come "la Cirinnà non è la strada giusta, non si può equiparare una relazione omoaffettiva al matrimonio, non si può correre il rischio di aprire all’utero in affitto. Questa piazza merita ascolto. Renzi, come credo, è una persona intelligente, e terrà conto del messaggio di oggi. Se non lo farà, andrà a sbattere". "Il Senato non potrà non ascoltare il messaggio che è arrivato oggi dal Circo Massimo a Roma, in una delle più gigantesche manifestazioni popolari del Dopoguerra", dice ancora il senatore azzurro Altero Matteoli. "Sono qui al Family day in veste di esponente politico e di donna. E se Dio vorrà la prossima volta sarò qui anche in veste di madre visto che ho appreso da poco di aspettare un bambino - dice Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, all’arrivo in piazza - Per questo sono ancora più arrabbiata per il ddl Cirinnà".

FAMILY DAY O NO? Salvini, Cav e scelte dolorose Chi va in piazza, chi rinuncia

Il Notiziario sul web sostiene il Family Day -  A Roma: governo e partiti divisi, chi sarà in piazza e chi no




Una famiglia (politicamente) allargata per il Family Day: oggi in piazza a Roma (appuntamento alle 12 al Circo Massimo, inizio vero e proprio alle 14) il popolo di chi vuole difendere la "famiglia tradizionale" contro il ddl Cirinnà e le aperture a unioni civili e coppie gay comprenderà esponenti di destra e di sinistra, in un mosaico che supera decenni di contrapposizioni tradizionali e che al tempo stesso genera non pochi imbarazzi dentro e fuori il Parlamento. 

Nel governo - Cosa fa il Pd, che ha appoggiato con molti suoi uomini le manifestazioni di una settimana fa a favore delle unioni civili? Ufficialmente non sarà in piazza, ma parteciperà un suo autorevole esponente "catto-dem", Bepppe Fioroni. E il governo? Ci sarà il ministro dell'Ambiente dell'Udc, Gianluca Galletti, mentre quello dell'Interno Angelino Alfano ci sarà "con il cuore" così come Beatrice Lorenzin (che però ha un alibi di ferro: è in viaggio in Cina). Ovvia la presenza di Paola Binetti, che sperava però in una adesione più entusiastica da parte di Ncd, con tanto di minaccia: "Se rinuncerà a votare secondo i suoi principi non escludo la separazione di Udc e lo scioglimento di Area popolare". 

A destra - Anche a destra qualche distinguo a fatto rumore. Mara Carfagna ha detto che non condivide i toni della piazza, Nunzia De Girolamo ha scritto al Papa annunciando che voterà a favore del ddl Cirinnà. Ci saranno invece i parlamentari di Lega e Fratelli d'Italia, guidati da Giorgia Meloni, così come i forzisti Renato Brunetta e Maurizio Gasparri. I governatori nordisti Roberto Maroni e Giovanni Toti scenderanno nella capitale, Luca Zaia ha preferito spedire una delegazione, il sindaco di Verona Flavio Tosi capitanerà un gruppo di sindaci. Non ci sarà invece Matteo Salvini. Motivo più personale che politico: è divorziato. Mancherà pure Silvio Berlusconi, presente invece nel 2007: da allora per lui è cambiato tutto, soprattutto in casa.