Visualizzazioni totali

martedì 20 ottobre 2015

Produrle costa più del loro valore Ecco le monetine che spariranno

L'Irlanda dice addio alle monetine da uno e due centesimi




Monetine da uno e 2 centesimi addio. A breve l'Irlanda smetterà di immettere in circolazione nuove monetine di questi tagli. Altri cinque Paesi dell'Unione Europea (tra i quali Danimarca, Belgio e Svezia) hanno già deciso di eliminarle. La Banca centrale europea ha detto che coniare le nuove monete costa più di quanto sia il loro valore nominale. Per produrre una moneta da un centesimo servono 1.65 centesimi, 1.94 per quelle da due

Cosa cambia - Dunque cosa cambierà in Irlanda per i consumatori, ovvero chi spende queste monete? Il Guardian spiega che i negozi potranno continuare a proporre prezzi come i classici 1.99 o 9.99 delle promozioni, ma daranno i resti arrotondando senza contare le monetine di minor valore.

L'esperimento - Un primo esperimento è stato fatto a Wexford, sulla costa meridionale del paese, un paio d'anni fa. Il risultato è stato molto positivo: più di otto acquirenti su dieci si sono detti felici della scelta, senza preoccuparsi troppo dell'arrotondamento.

La Bce - Gli uno e due centesimi non sono,però, destinati a sparire. La Banca centrale vuole garantire che in circolazione ne rimangano una quantità sufficiente, ma un po' ironicamente sostiene anche che la maggior parte degli oltre 2.5 miliardi di centesimini coniati sono finiti nei salvadanai degli irlandesi.

Hitler, la tesi che cambia (tutta) la storia Non è morto nel suo bunker a Berlino

Hitler non è morto nel 1945. Per l'Fbi era in Argentina dopo la guerra




History Channel ha realizzato una serie di documentari sulla presunta fine di Hitler. Il network ha messo insieme un pool di ricercatori davvero particolare. A guidarlo c’è una leggenda della Cia, Robert Baer. Con lui John Cencich, esperto di indagini scientifiche e regista dell’inchiesta internazionale che ha portato all’incriminazione del presidente serbo Slobodan Milosevic. Nel gruppo anche un incursore, Tim Kennedy, che ha partecipato alle missioni delle forze speciali in Afghanistan per cercare il rifugio di Osama Bin Laden. Il gruppo ha analizzato file desecretati, tracce, testimonianze per rispondere alla domanda del XX: Hitler è morto nel bunker della cancelleria a Berlilno nel 1945? 

Le segnalazioni - L’inchiesta si basa sui files resi pubblici dall’Fbi lo scorso anno, in cui si registrano molte decine di segnalazioni sulla fuga di Hitler tra il 1945 e il 1950. Baer le ha analizzate con i programmi informatici usati dalla Cia per scovare i terroristi islamici, incrociandole con le notizie raccolte dagli storici e col database degli interrogatori alleati fino a creare una mappa dei possibili nascondigli. Poi i risultati sono stati verificati sul campo.

Il bunker - Il primo passo è come lasciare il bunker della cancelleria senza essere visti. A Berlino c'erano centinaia di chilometri di passaggi sotterranei, gli unici sicuri durante l’assedio dell’Armata Rossa. Dal 1999 questi cunicoli vengono esplorati da un’associazione di speleologi. L’aeroporto di Tempelhof era l’unica installazione nazista risparmiata dai raid alleati e dall'avanzata russa. Qui hangar a prova di bomba proteggevano i quadrimotori Condor, che erano in grado di raggiungere la Spagna senza scalo. Il 21 aprile 1945 ne sono decollati diversi, trasferendo alcuni alti ufficiali in Baviera, baluardo del Reich. Su alcuni velivoli erano imbarcate 'le proprietà personali di Hitler'. Secondo le fonti ufficiali l'ultimo decollo risalirebbe al 23 aprile, mentre altri Condor sono stati presi intatti dai russi cinque giorni dopo. Ma fino ad oggi non era stato individuato un collegamento diretto tra l'ultimo quartier generale di Hitler e questo punto di decollo. Il bunker comunicava con le gallerie della metropolitana. Tutti i superstiti dell’entourage hitleriano hanno negato però l'esistenza di un percorso diretto per Tempelhof. Usando un georadar tattico, il team di History ha scoperto un cunicolo che collega l’aeroporto alla stazione del metro. È bloccato dal 1945 e adesso si attendono le autorizzazioni per demolire gli accessi ed esplorarlo. 

Il viaggio - Restava poi il problema di sparire, cosa non facile per un uomo tanto famoso. L’esame dei files Fbi porta a escludere la rotta sudtirolese, sfruttata da molti nazisti per raggiungere il Sudamerica.  La pista dell'Fbi porta nella Spagna Franchista, amica del Reich. Le segnalazioni hanno portato ad un monastero molto particolare, perché unito con un lungo tunnel sotterraneo al comando della polizia militare. Dalla spagna il viaggio sarebbe proseguito verso le Canarie, ultimo approdo degli U-boot che non volevano arrendersi agli alleati: tre salparono dalla Germania dopo la resa, consegnandosi in Argentina quasi tre mesi dopo.

I nascondigli - È nel paese sudamericano che gli avvistamenti di Hitler si sono moltiplicati. L’analisi dei files ha portato il team in una cittadina isolatissima, Charata, e in un altro bunker. La struttura si trova sotto una fattoria, lontana centinaia di chilometri da tutto. In questo luogo era presente una vasta colonia tedesca che negli anni '40 iscriveva i figli alla locale Hitlerjugend. Ma i dossier dell’Fbi indicano anche un covo a Misiones al confine di tre stati. A Misiones una spedizione archeologica sta esplorando i resti di tre edifici degli anni ’40 nel cuore della giungla. Uno è un’abitazione con finiture di pregio. L’altro un impianto idroelettrico. La residenza era quindi autonoma. In una parete è stata trovata murata una scatola di biscotti. Dentro il contenitore c'erano monete del Terzo Reich e delle foto. Una ritrae una giovanissima recluta delle SS. Un’altra mostra il primo incontro tra Benito Mussolini e Hitler, a Venezia nel 1934: l’unico in cui il cancelliere è in abiti civili. Indizi, ricostruzioni verosimili e segnalazioni che però non sono in grado con assoluta certezza, neppure con le più moderne tecnologie, di stabilire se Hitler sia veramente morto nel 1945 o no. 

Arriva un inverno freddissimo e nevoso colpa di El Niño, il terrore del Pacifico

Inverno 2105-2016, molto freddo e nevoso per via di El Niño




Sarà un inverno più freddo e più nevoso del normale quello tra il 2015 e il 2016. Il perché lo ha spiegato sul suo sito il meteorologo Mario Giugliacci, una vera e propria autorità delle previsioni del tempo. Freddo e neve arriveranno perché El Niño, l'anomalo surriscaldamento delle acque del Pacifico, influisce sul formarsi delle correnti di vento chiamate Alisei.  Queste correnti, quando il livello dell'Oceano sale e quando le temperature si surriscaldano, soffiano meno forti. La loro debole intensità provoca però lo scatenarsi di forti raffiche di vento che portano aria fredda anche nell'emisfero settentrionale e provocano dunque inverni molto rigidi.

Cosa cambia - Nel periodo 2015-2016, El Niño è stato "molto forte" come hanno spiegato i climatologi del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Questo ottobre, le anomalie dell'altezza del livello del mare, e il calore immagazzinato in superficie, sono stati addirittura più elevati del Niño più forte di sempre, quello del 1997. Così, la probabilità che El Niño "very strong", come lo hanno ribattezzato gli studiosi, si ripercuota nel nostro emisfero, data la sua intensità, sono del 95%. In particolare dovremo fare i conti con la corrente a getto polare che sarà intensificata a causa degli equilibri che verranno meno con l'intensificarsi del Niño.

lunedì 19 ottobre 2015

Se non guardi i canali della Rai non pagherai più il Canone...

Canone Rai, la proposta: una card per "criptare" i canali, chi non paga non li vede




Un modo per abbattere definitivamente l'evasione del canone Rai ci sarebbe, e non  è nemmeno così complicato. Una "card" per criptare i canali di viale Mazzini, impedendone la visione a chi non paga. L'idea è di Pierluigi Sabbatini, economista e membro dell'Autorità antitrust, dal sito Lavoce.info. Chi guarda la Rai, paga, gli altri no. Tanto semplice quanto preoccupante, perché di fatto verrebbe a togliere fondi al governo, che con l'ultima manovra ha deciso di far pagare l'odiato balzello a tutti, proprio tutti, attraverso la bolletta elettrica. Lo sconto c'è, da 113,50 a 100 euro, ma in compenso la tassa è diventata imposta, generalizzata, a carico anche di quel 27% di evasori del canone. 

500 milioni extra - Questo è il motivo per cui, con ogni probabilità, la proposta di Sabbatini non verrà presa in considerazione. In ballo ci sono infatti 500 milioni di euro di introiti extra che Palazzo Chigi e Tesoro vorrebbero utilizzare in altro modo. Magari per tagliare ancora il canone, conquistando qualche voto dei telespettatori, oppure più realisticamente per finanziare altre misure della legge di Stabilità.

Attenzione alle multe in arrivo: ecco quando si possono non pagare

Multe, quando arriva la prescrizione: 5 anni per lo Stato, 2 anni per Equitalia




Un cavillo burocratico che però potrebbe influire, e molto, sulla vita e le tasche dei contribuenti italiani. Lo scorso 8 ottobre la Cassazione ha stabilito i tempi di prescrizione e decadenza delle multe per violazione del Codice della Strada. Come spiegato anche dal Giorno, il diritto di riscuotere tali somme si prescrive in 5 anni. Per Equitalia, però, la prescrizione avviene 2 anni dopo la ricezione del ruolo. Confusione? In altre parole, lo Stato non può pretendere di incassare le multe vecchie di 5 anni, mentre Equitalia non potrà riscuotere la multa dopo 2 anni da quando lo Stato e gli enti locali l'hanno incaricata di farlo. Allo Stato, però, resterà il diritto di riscuotere, senza affidarsi ad Equitalia.

Occhio alle "Cartelle assemblate": così Equitalia cerca di fregarvi

Equitalia, occhio alle "cartelle assemblate": così provano a fregare gli italiani e aggirare il condono





Si chiama "assemblaggio" ed è il trucchetto di Equitalia per provare ad incassare più soldi del dovuto. È stata la Cassazione a smontarlo, dichiarando che un debito non è esigibile all'infinito perché altrimenti i tassi d'interesse diventerebbero insostenibili. Ed è proprio sugli interessi che Equitalia lucrava, "gonfiando" le sue cartelle. Come ricorda il Giorno, negli ultimi mesi ad alcune migliaia di contribuenti sono arrivate a casa alcune cartelle con richiesta di pagamento di vecchi debiti, risalenti anche al 2003-2004. Piccole multe, canoni Rai evasi, spesso e volentieri tutte cartelle già pagate, magari a rate. Equitalia, insomma, "ci prova". 

Il condono aggirato - Eppure nel 2015 è stato varato un condono per le cartelle inferiori a 300 euro. Ed Equitalia cosa fa? Accorpa quelle cartelle "bagatellari" per superare il limite di 300 euro e dribblare il tetto del condono, puntando peraltro su importi moltiplicati da anni e anni di interessi arretrati.  Secondo Federconsumatori, a pagare lo scotto di questa battaglia all'evasore senza esclusione di colpi sono piccoli imprenditori, commercianti, pensionati, lavoratori dipendenti. 

Grillo adesso fa l'anti-amerikano: "Gli Usa sono dalla parte sbagliata"

M5S a Imola, Beppe Grillo: "Gli Usa sono dalla parte sbagliata della storia"




"Gli Usa sono dalla parte sbagliata della storia". Beppe Grillo si traveste da anti-americano per arringare le migliaia di simpatizzanti del Movimento 5 Stelle accorsi all'autodromo di Imola per la festa a 5 Stelle. Tra una difesa dell'utopia e un inno al reddito di cittadinanza, il comico-guru che vorrebbe togliere il proprio nome dal simbolo del Movimento si lancia anche in una invettiva contro il Ttip, l'accordo commerciale tra Usa ed Europa che a suo dire sarà un disastro per la vita dei consumatori e una manna per multinazionali e colossi della grande distribuzione: "Voglio poter commerciare con il Brasile, con la Russia, con la Cina, voglio poter dire no alle importazioni dagli Usa senza incorrere in una multa milionaria. Gli Stati Uniti sono dalla parte sbagliata della storia, è evidente". 

"Il lavoro deve venire da voi" - "Io voglio che la gente rimanga qua in Italia perché ci vive bene. E il lavoro deve venire da me", è poi lo slogan usato da Grillo. Il lavoro bisogna trovarlo vicino a casa "a 500 metri e non a chilometri che sei costretto a prendere i treni dell'alta velocità. Noi vogliamo una società a cento all'ora, non a trecento all'ora". Insomma, "lo diceva Kennedy nel '68, il Pil è un'allucinazione". Nel M5S è mosso dalla ricerca di "un senso alternativo del mondo: noi siamo disadattati perché non ci adattiamo a nessuno", spiega. "Tutti i grandi visionari - continua - mettevano al centro il lavoro per 3/4 ore perché poi c'è la tua vita. Bisogna mettere al centro sempre l'individuo - ribadisce - non le cose ma i servizi". Quindi rivolgendosi alla folla di attivisti presente li esorta: "Prendete coscienza di ciò che volete dalla vostra vita, il pensiero è il vostro non di qualcun'altro e ricordatevi che tutte le cose vengono mediate. Non ci deve essere più un guru o l'elevato - scherza riferendosi rispettivamente a Casaleggio e a se stesso - sta a voi. L'utopia ci manda avanti".