Visualizzazioni totali

giovedì 11 dicembre 2014

Come paghi le tasse se non hai soldi la nuova guida per il Fisco

Case, mobili, opere d'arte: ecco come pagare le tasse




Siete senza soldi per pagare le tasse? Ora potete rispettare gli impegni col Fisco cedendo all'erario uno specchio o un mobile del salotto. Secondo le nuove norme che sta studiano il governo, sarà possibile pagare i debiti anche in opere d'arte, mobili antichi oppure immobili. Lo Stato ha deciso infatti di agevolare il pagamento delle tasse, offrendo come alternativa alla somma di denaro la cessione di alcuni tipi di beni. La legge che la contempla risale a ben trent'anni fa, tuttavia di fatto non è mai stata applicata. E oggi il Governo ha pensato di rispolverarla, per garantire nuove entrate alle casse statali.

La richiesta - Ma come si fa ad ottenere di poter pagare le tasse mediante opere d'arte, mobili antichi o immobili? Per cominciare, occorre che i cittadini e le aziende interessate inviino al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali una richiesta formale, completa di una descrizione dettagliata del bene o dell'immobile che intendono cedere. Da allegare, inoltre, tutta la documentazione attestante il valore di tali beni e gli atti che ne certificano la proprietà. Quest'ultimo passaggio è finalizzato a evitare che si possa tentare la cessione di opere rubate o non detenute legittimamente. Come racconta affaritaliani, una volta ricevuta la richiesta formale con tutta la documentazione necessaria, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali avvia una pratica per la valutazione della proposta del cittadino, rifacendosi a stime particolari per quanto concerne le opere realizzate da artisti ancora in vita o risalenti allo scorso mezzo secolo. 

La procedura - Il MiBACT valuta le condizioni in cui versa il bene, ne quantifica l'effettivo valore e prende in considerazione gli altri eventuali interessati alla cessione, ad esempio le amministrazioni comunali in cui un certo bene è collocato. La procedura è piuttosto lunga e, in attesa del suo esito, il pagamento dovuto dal cittadino non è sospeso e gli atti di riscossione sono ritenuti legittimi. Pertanto è consigliato - se si ha intenzione di percorrere tale via - di procedere con la richiesta formale prima di ricevere eventuali avvisi di pagamento. 

Multe ecco il consiglio del governo per evitare il pagamento

Multe, la decorrenza dei termini inizia quando si verifica l'infrazione




"L'accertamento inizia quando l'operatore verifica l'infrazione". Il ministro Maurizio Lupi boccia la prassi adottata da molte amministrazioni comunali, tra cui il comune di Milano, di far decorrere il termine di 90 giorni per la contestazione delle violazioni del codice della strada non dalla data di commissione delle stesse bensì da quella in cui gli organi accertatori visionano i fotogrammi fatti dagli apparecchi. In virtù di tale prassi numerose multe sono state recapitate nelle settimane scorse per infrazioni commesse nel territorio del capoluogo lombardo scatenando un'aspra polemica che è arrivata in Parlamento. E proprio durante il question time alla Camera il ministro dei Trasporti, definendo illegittima l’interpretazione ’estensiva' dell’articolo 201 del codice della strada relativo alla decorrenza del termine per la notifica della violazione, tuona: "Le norme del Codice della strada non sono fatte per sanare i bilanci". La replica della giunta milanese non si è fatta attendere: "Le dichiarazioni del ministro Lupi ci meravigliano", ha puntualizzato l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale, Marco Granelli. "Voglio chiarire un equivoco: il Comune non fa cassa con le multe ma la Polizia locale - ha proseguito - ha il dovere di sanzionare chi non rispetta la legge e mette a repentaglio l’incolumità propria e quella degli altri utenti della strada. Anche così abbiamo dimezzato gli incidenti a Milano". Il ministero fa sapere comunque che "laddove dovessero pervenire ulteriori segnalazioni di fattispecie analoghe, assumerà le opportune valutazioni in ordine all'eventuale emanazione di una circolare esplicativa finalizzata a favorire l'uniformità del giudizio delle prefettura nell'attività di decisione dei ricorsi presentati dai cittadini. Automobilista avvisato, mezzo salvato.

LA CUPOLA A CENA DA RENZI

Mafia Capitale, la Cupola a cena da Renzi

di Enrico Paoli 


Non c’era solo Salvatore Buzzi. Erano in cinque, della cooperativa 29 giugno, presenti alla cena del 7 novembre scorso, organizzata dal premier Matteo Renzi per finanziare le casse del Pd. Di quei cinque, due oggi sono in carcere. Il primo a sollevare il dubbio, rivelatosi fondato, era stato Marco Damilano a Bersaglio Mobile, il programma de La7 condotto da Enrico Mentana. Nel corso della puntata andata in onda la scorsa settimana, con Renzi unico protagonista della serata, il notista politico de L’Espresso aveva chiesto al premier se era sicuro del fatto che Salvatore Buzzi e altri personaggi «dubbi» non fossero presenti alla cena di autofinanziamento del partito, organizzata all’Eur a Roma. Il segretario del Pd, stizzito per la domanda e infastidito dal tema, di fatto ha eluso il quesito: «Non ne ho la più pallida idea».

Elenco secretato - Vista l’imbarazzante risposta il premier ha provato a salvarsi in calcio d’angolo, assicurando che esiste un elenco con gli ospiti paganti presenti al Palazzo delle Tre Fontane dell’Eur. Un elenco che, però, ancora non è stato reso pubblico sul sito del Pd. Ed è custodito nei cassetti del tesoriere del partito, il deputato renziano Francesco Bonifazi. E in quei cassetti del Nazareno continua a restare. Così Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita, il programma del lunedì de La7, ha deciso di andare alla radice del problema. «Siamo stati in cinque alla cena di sottoscrizione di Renzi e abbiamo pagato 1000 euro a persona», dice Claudio Bolla, intervistato da uno degli inviati del programma di Formigli. Bolla non è uno qualunque. Figura tra i soci della coop 29 Giugno di Salvatore Buzzi ed è considerato il suo braccio destro nella gestione della cooperativa. «C’eravamo io, Buzzi, Guarany e altri due che non hanno cariche...».

La conferma - La conferma della partecipazione di alcuni esponenti dell’organizzazione denominata “Mafia capitale” alle cena di autofinanziamento del Pd, organizzata da Renzi, apre dunque nuovi scenari sui rapporti di Buzzi con il partito. «L’unico dubbio che mi rimane è che i tavoli costavano diecimila euro», dice Bolla, che comunque non risulta tra gli indagati. Da ex detenuto Buzzi è diventato il dominus di una cooperativa da sessanta milioni di euro. Grazie a un’impressionante sfilza di gare vinte (174) le cooperative che fanno capo a Buzzi, sodale di Massimo Carminati - il capo dell’organizzazione criminale romana - hanno ricevuto 74 milioni dalla casse del Campidoglio. La cooperativa è nata nel 1985 con i migliori propositi, tra cui reinserire nel mondo del lavoro ex detenuti. In questo caso i detenuti, però, li ha «formati» al suo interno. «A Buzzi Renzi piaceva perché era decisionista, prima non lo sopportava», racconta ancora Bolla a Piazzapulita.

Alemanno e Buzzi - Ma c’è anche un’altra rivelazione clamorosa. «Il caso ha voluto che Buzzi e Alemanno abbiano passato sei mesi di detenzione insieme. Quando si vedono si riconoscono e Salvatore ne approfitta subito, perché è così». Già, è così... Ed è così anche con la politica. «La cooperativa? E che ne so», dice Bolla, «io sono di sinistra». Ma per capire davvero come funziona basta guardare la foto di Buzzi con Gianni Alemanno e il ministro Giuliano Poletti, quelle della famosa cena che hanno fatto il giro del mondo. «Se gira a sinistra si taglia qui», dice Bolla indicando Alemanno, «altrimenti se si va a destra si taglia qua». E il taglio in questo caso colpisce Poletti. Gli affari sono affari e in questi «mondi» non c’è destra né sinistra.

Volano stracci tra Grillo e Salvini Sul referendum anti-Euro è scontro

Grillo e Salvini ai ferri corti tra veleni e accuse sul referendum anti-Euro




Guerra tra Lega e M5S. Battibecco a distanza tra Salvini e Grillo. Comincia Salvini definendo il referendum sull'euro una presa in giro: 'Tempi lunghi ed efficacia zero, meglio un sondaggio'. E ancora: '"Non penso che la Lega farà la fine di Grillo". "Noi abbiamo un progetto per l'Italia e per la Ue; M5S, che pure ha preso tanti voti, non ho ancora capito che progetto abbia per l'Italia e per la Ue". Il leader dei Cinquestelle a questo punto risponde dalla sala stampa del Senato: "La Lega non è il piano B, il piano B siamo noi. Salvini è stato messo lì apposta perchè fa parte dell'establishment". E sul referendum, 'Noi andiamo avanti ma chissà che non portiamo avanti un risultato storico". Infine aggiunge: "Non sono un dittatore, vengo qui tre quattro volte l'anno e sono impressionato dal clima che c'è qua dentro dove il concetto di democrazia e libertà non esiste più. Voi lo sapete bene che cosa è Renzi.. anche voi giornalisti lo sapete e me lo dite quando venite a parlarmi nell'orecchio".

Sergio Marchionne ci frega ancora Vuol portare la Ferrari in Inghilterra

Marchionne vuol portare la sede fiscale della Ferrari in Gran Bretagna




Quatto quatto, un pezzo alla volta, Sergio Marchionne sta portando tutta alla'estero l'industria automobilistica italiana. Fiat, ormai, è andata da tempo e oggi non si chiama nemmeno più Fiat, ma Fca. E' quotata negli Usa, ha la sede legale in Olanda e quella fiscale in Gran Bretagna. Ora potrebbe toccare nientemeno che alla Ferrari, il marchio più made in Italy di tutti. Una vera bandiera del nostro Paese. A rivelare la clamorosa mossa del manager italo-canadese, che dopo la cacciata di Luca Cordero di Montezemolo è diventato numero uno pure del Cavallino, è l'agenzia Bloomberg. L'ipotesi del trasferimento della sede fiscale della Rossa in Gran Bretagna rimbalza dagli Usa, dov'è in corso il road show di Sergio Marchionne per illustrare ai banchieri d'oltreoceano i vantaggi del bond Fca da 2,5 miliardi di dollari che verrà emesso entro fine anno.

Maranello non smentisce, limitandosi a far sapere che quella del trasferimento della sede fiscale è un'ipotesi ma che una decisione verrà presa solo nei prossimi mesi, alla vigilia dello spin off tra Ferrari e Fca. Ma secondo Bloomberg, il Cavallino potrebbe seguire la strada già imboccata da Fca: quotazione Usa, sede legale in Olanda e sede fiscale in Inghilterra. Gli insediamenti produttivi della Ferrari dovrebbero comunque rimanere in Italia. Ma, certo, per il Made min Italy sarebbe l'ennesimo colpo.

"Apra subito, siamo quelli del Fisco" Entrano in casa, poi c'è la sorpresa: "Attenzione dietro forse c'è la Rai..."

Varese, Federconsumatori: "Ecco la truffa dei finti ispettori del Fisco"

di Ignazio Stagno 


"Scusi signora può aprirmi il portone, sono dell'agenzia delle Entrate". La richiesta al citofono ha messo sottosopra mezza Varese. Centinaia di cittadini hanno fatto entrare in casa gli "ispettori" che subito dopo si sono palesati come uomini inviati dalla Rai per stipulare un contratto col versamento del canone per viale Mazzini. La vicenda, come detto, è avvenuta a Varese ma a quanto pare come ricorda Federconsumatori potrebbe espandersi in tutta Italia. Innanzitutto va chiarito subito che chi citofona non è nè un dipendente dell'agenzia delle Entrate, nè un ispettore del Fisco. Come ricorda l'associazione dei consumatori "questi finti ispettori sono dei privati cittadini, dei procacciatori di contratti per la precisione, gli stessi ingaggiati ad esempio dagli operatori telefonici – avverte Francesco De Lorenzo della Federconsumatori – Presentandosi come incaricati delle Agenzie delle Entrate agiscono sul filo dell’illegalità". 

Nuovi metodi - Come ricorda la Provincia di Varese la Rai, nel tentativo di recuperare entro fine anno un po’ di denari, ha adottato una nuova strategia da affiancare alla solita campagna anti-evasione combattuta per posta con delle lettere dai toni perentori allegate a semplici bollettini in bianco inviati ai nuclei familiari "inadempienti". Una strategia che vorrebbe essere più aggressiva ed efficace perché basata su un’azione diretta, porta a porta.

La visita a casa - Pare che la Rai, come ricorda Federconsumatori, si sia rivolta a delle agenzie per mettere in campo dei "procacciatori di contratti" che si presentano direttamente a casa dei presunti evasori qualificandosi come "incaricati dell’Agenzia delle entrate". "Ma non sono dei pubblici ufficiali e non hanno nessun tesserino di riconoscimento - avverte De Lorenzo – Quindi i cittadini che ricevono la loro visita non sono tenuti a farli entrare in casa". Questi procacciatori non fanno altro che consegnare dei bollettini per sottoscrivere un nuovo abbonamento (un po’ come accade a chi compra per la prima volta un televisore) assicurando che basta pagarlo per azzerare ogni debito con la Rai. "La verità è che si tratta ancora una volta di una campagna abbonamenti e di aggressione alla morosità che spara nel mucchio, senza tenere conto di chi davvero non è tenuto a pagare il Canone", avvertono sempre dalla Federconsumatori.

ALLARME ROSSO PER RENZI Il sondaggio che fa tremare Matteo Crollo del Pd: ecco quanto ha perso

Sondaggio Piepoli: il Pd cala e la Lega supera Forza Italia




Continua la crescita della Lega Nord di Matteo Salvini. Secondo l'ultimo sondaggio realizzato martedì 9 dicembre dall'Istituto Piepoli per Affaritaliani.it, il Carroccio sale di un punto rispetto alla settimana precedente e balza al 13,5%, superando così Forza Italia stabile al 12,5%. Ncd e Fratelli d'Italia fermi al 3%. Altri di Centrodestra pari allo 0,5%. Ma il vero dato a sorpresa è la flessione del Pd che perde in soli sette giorni l'1,5 per cento attestandosi al 38 per cento. A quanto pare lo scandalo di Mafia Capitale rischia di travolgere il governo e soprattutto il Nazareno. A poco sono servite le parole di Renzi che, in ritardo, dopo 7 giorni dall'esplosione della bufera, ha promesso "pene più severe per la corruzione". 

Cosa è cambiato - Gli elettori dem a quanto pare cominciano a mollare il premier che non viene più percepito, come ricordano i sondaggisti, come un elemento di novità e viene identificato con quel Pd che affoga nella palude romana e nelle pieghe dell'inchiesta della procura. Stabile al 3,5% Sel. Altri di Centrosinistra all'1%. Il Movimento 5 Stelle invece cresce di un punto e arriva al 19,5%.