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domenica 30 novembre 2014

La gola profonda (e anonima) della Nasa confessa in radio: "Vi racconto cosa ho visto su Marte..."

Alieni, la rivelazione dell'ex Nasa: "Ho visto due uomini correre su Marte"




Una ex dipendente della Nasa ha rivelato, in un'intervista radiofonica, di aver visto due esseri viventi camminare su Marte. La donna, che non ha svelato la propria identità (si fa chiamare Jackie), ha spiegato che i fatti sarebbero avvenuti nel 1979, in occasione dello sbarco del Lander Viking su Marte. Jackie ha affermato che anche gli altri colleghi avrebbero visto la scena.

I filmati - La scena è stata immortalata, e i filmati sono stati inviati sulla Terra: dalle immagini si possono vedere le due figure mentre indossano tute spaziali particolari, più leggere e meno ingombranti, in modo tale da permettere una migliore mobilità. Ma poco dopo le immagini sparirono, e la sala video fu chiusa ermeticamente con del nastro adesivo. Jackie ora chiede di riaprire il caso, ma la Nasa non ha ancora risposto.

Deliri, complotti, gaffe e figuracce: ecco chi sono i cinque vice di Grillo

Movimento Cinque Stelle, ecco chi sono i nuovi leader pentastellati




Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibilia. Sono loro i prescelti del capo che daranno vita al direttorio del Movimento Cinque Stelle. Sono loro che affiancheranno Beppe Grillo, che si è definito "un po' stanchino", nella guida del popolo pentastellato. "Queste persone - ha spiegato il Grillo - si incontreranno regolarmente con me per esaminare la situazione generale, condividere le decisioni più urgenti e costruire, con l’aiuto di tutti, il futuro del MoVimento 5 Stelle". Un futuro tutto in salita e non solo perché questa decisione, che fa il paio con le epurazioni, ha di fatto spaccato il movimento. Andando a vedere i profili dei giovani incaricati, come ha fatto Mattia Feltri sulla Stampa, appare evidente che sono tutti personaggi sopra le righe.

Poligamo - Sibilia, ad esempio, è un avellinese di 28 anni che prima di entrare alla Camera si offrì al dibattito politico con una proposta di legge che, oltre ai matrimoni gay, consentisse di "sposarsi in più di due persone" e "anche tra specie diverse purché consenzienti". Sibilla è lo stesso che il giorno del 45° anniversario della sbarco sulla Luna ha sostenuto che l'uomo non andò mai sulla Luna e che lo scorso ottobre dopo la sparatoria nel Parlamento canadese disse: "Opera di un pazzo o di qualcuno che ha ritrovato la ragione?".

Il culto del capo - Poi c'è il quarantenne napoletano Roberto Fico che sta interpretando in maniera innovativa il suo ruolo di presidente della Commissione di vigilanza Rai: ha partecipato all'occupazione della Rai con Grillo, non ha proferito parola quando il suo capo ha detto di evadere il canone, ha fatto interrogazioni sul direttore di Rainews che aveva partecipato alla riunione di Bilderberg, ha proposto la chiusura di Porta a Porta e ha un culto del capo che fa quasi paura. Grillo per Fico è infatti "patrimonio mondiale dell'umanità come le Dolomiti e la Costiera Amalfitana".

La moderata - L'unica donna del direttorio pentastellato è Carla Ruocco. La quarantunenne napoletana, fa notare la Stampa, è madre e donna moderata: ogni tanto si alza in aula e dice che Renato Brunetta è il gran capo del malaffare. Appena entrata a Montecitorio disse che suo desiderio era di favorire un'adeguata "redistribuzione della ricchezza" sostenendo pure che "le Borse calano e lo spread cresce per colpa della legge elettorale".

Eleganza e aplomb - Infine Di Battista e Di Maio, i più osannati dei grillini. Dibba, trentaseienne romano, è uno che ha l' aria di quello cui non la si dà a bere. Mattia Feltri ricorda quando disse: «Diamo fastidio. Prevedo attacchi sempre più mirati, magari a qualcuno di noi un po' più in vista. Ti mandano qualche ragazza consenziente che poi ti denuncia per stupro, ti nascondono una dose di cocaina nella giacca...". Quando gli chiesero "chi?" Dibba rispose: "Pezzi di Stato deviati. Il sistema fa questo". Del resto lui ha girato il mondo, è stato in Guatemala, in Congo, nel Nepal, conosce i narcos e sa che le decapitazioni dell'Isis sono figlie di Guantanamo come Guantanamo fu figlia dell'11 settembre e così via, fino ad Annibale. È stato sorpreso in aula mentre guardava una partita in streaming ma la sua passione non si discute: celebre il tentativo (poi si trattenne) di entrare in una Commissione abbattendone la porta col busto marmoreo di Giovanni Giolitti. Infine c'è Di Maio, vicepresidente della Camera. L'elegante ventottenne avellinese spicca perché, quando si sbilancia, dice: "Adesso vediamo". E qui, puntualizza Feltri, siamo a livelli di saggezza quasi democristiana. Ultima notazione: quattro su cinque vengono dalla Campania.

L'ultima frontiera della multa Vigile-007: ti becca in incognito

Multe, arriva il vigile in borghese: occhio alla contravvenzione

di Niccolò Petrali 


Qualcuno l'ha brillantemente definita «una vita a testa in giù». E in effetti ormai non riusciamo più a staccarci dai nostri smartphone e dai social network che hanno invaso ogni aspetto della nostra vita. Facebook, Twitter e WhatsApp, per citare solo le piattaforme più comuni, ci fanno compagnia mentre siamo a tavola, mentre andiamo al lavoro e persino quando siamo in bagno. Questa pseudo dipendenza in alcuni contesti, come ad esempio in metropolitana, non comporta problemi legati alla sicurezza ma in altri, pensiamo a quando camminiamo per strada o siamo al volante, può rivelarsi addirittura fatale. E i numeri confermano che gli incidenti causati dall'uso del telefonino alla guida stanno aumentando vertiginosamente con la diffusione dei social network.. Ecco perchè a Firenze, le autorità cittadine hanno deciso di combattere il fenomeno della guida distratta non più con i metodi tradizionali ma con una vera e propria task force di agenti in borghese. 

Dalla prossima settimana, infatti, un'auto della polizia municipale girerà per le vie del capoluogo toscano con l'obiettivo di pizzicare tutti coloro che mentre guidano parlano al telefono, scrivono messaggi, si scattano selfie o fanno su e giù per la bacheca di Facebook. Il problema, però, è che non sarà la classica pattuglia con i lampeggianti, quella per intenderci che appena uno la vede abbassa il telefono e dice all'interlocutore di aspettare un attimo in linea, ma una macchina qualsiasi. O magari no: forse gli agenti in incognito saranno a bordo di uno scooter o di una moto pronti in qualsiasi momento a far accostare l'automobilista indisciplinato e a fargli una bella multa. Ben 160 euro più 5 punti decurtati dalla patente. E da Palazzo Vecchio fanno sapere che non ci sarà modo di sfuggire alla sanzione: le contravvenzioni verranno contestate sul posto dopo aver colto il guidatore in flagranza di reato e dunque non ci sarà alcuna possibilità che vengano annullate. 

Inutile dire che questa operazione oltre a costituire un deterrente per i comportamenti che violano il codice della strada con l'obiettivo di ridurre il numero di incidenti, rappresenta anche un business non di poco conto sia per la polizia municipale che per il comune. Basti pensare che a Firenze in sette giorni di controlli normali vengono verbalizzate in media circa 60 multe, mentre con la nuova modalità, in una settimana di prova che è stata fatta lo scorso aprile, ne sono state staccate la bellezza di 2300. 

Eppure, fanno sapere le autorità, qualcosa si deve pur fare per provare a contrastare un fenomeno sempre più preoccupante. A quanto pare non bastano le campagne di sensibilizzazione che girano sul web. Nonostante varie associazioni abbiano diffuso dei video molto commoventi in cui venivano raccontate le storie di alcune vittime di questo diffuso malcostume, in molti sembrano pensare che il problema non li riguarderà mai in prima persona e continuano imperterriti a usare il cellulare al volante. 

I dati, però, non lasciano spazio alle interpretazioni. Negli ultimi 25 anni il numero degli incidenti stradali si è dimezzato ma sull’attuale totale uno su dieci avviene a causa dell'uso del cellulare. E la sensazione è che siano addirittura di più dato che non sempre è possibile accertarlo. In America, dove il fenomeno è ancora più diffuso, circa un quarto degli incidenti mortali sono collegati all'uso del telefonino, secondi solo a quelli per eccesso di velocità. E là esiste addirittura una legge che vieta di impostare il navigatore mentre si sta guidando. Un esempio che dovremmo seguire. La lotta alla guida distratta, dunque, potrebbe partire da Firenze e arrivare presto anche in altre zone d'Italia. Già c’era stato un precedente nel varesotto. E allora, in attesa di poter fare tutte le operazioni vocalmente, sarà bene munirsi di auricolari, bluetooth e quant'altro. Almeno alla guida è meglio non essere multitasking.

Napolitano scrive a Boldrini e Grasso "Ecco quando non sarò più al Colle"

Le dimissioni di Napolitano: il 27 gennaio non sarà più al Colle




Adesso c'è pure la data. Quella in cui Giorgio Napolitano con ogni probabilità non sarà più il presidente della Repubblica italiana. E' il 27 gennaio 2015, tra poco meno di due mesi. La prova sta, come riporta il Foglio, nella lettera che il capo dello Stato ha inviato nelle scorse ore ai presidenti dei due rami del Parlamento Pietro Grasso e Laura Boldrini. In quella missiva, Napolitano avverte i due che non potrà partecipare a una iniziativa di commemorazione delle vittime dell'Olocausto calendarizzata per quel giorno a Montecitorio e cui l'inquilino del Colle era stato invitato mesi fa.

Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, a Palazzo Chigi proprio ieri, una volta ricevuta la notizia della lettera a Boldrini e Grasso, avrebbero cerchiato di rosso una data che dovrebbe essere quella giusta per cominciare l’elezione del nuovo presidente della Repubblica: il 20 gennaio. Sarebbe proprio Grasso, in quanto presidente del Senato, che nei giorni di vacatio si troverebbe a gestire la transizione in prima persona.

sabato 29 novembre 2014

IL NOME DI SILVIO PER IL COLLE L'offerta di Berlusconi a Renzi: "Ecco chi voglio al Quirinale" Ecco quando lascia Re Giorgio

Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Dopo Napolitano vorrei Amato al Quirinale"




"Il nome di Giuliano Amato rientra nel profilo giusto per la carica di Capo dello Stato". Silvio Berlusconi in un'intervista al Corriere della Sera parla della corsa al Colle dopo le voci sulle probabili dimissioni di Giorgio Napolitano a fine dicembre o al più tardi a gennaio. Il Cav ha le idee chiare: "Sono contrario a figure di partito". Dunque dalla rosa dei papabili per il Cav escono subito Walter Veltroni e Piero Fassino. "Io spero che ci venga proposto qualcuno che possa essere votato anche da noi". Poi il leader di Forza Italia parla anche dell'ipotesi Prodi: "Se mi facessero quel nome risponderei che Prodi già mi vuole tanto male e quindi vorrei evitare di dire cose che potrebbero peggiorare di più i nostri rapporti".

Giuliano Amato - E così Berlusconi sceglie Giuliano Amato: "Questo nome invece rientra in quel profilo per la carica di Capo dello Stato". Un messaggio chiaro per Matteo Renzi che adesso dovrà rispondere alla proposta lanciata dal Cav. Già nel corso del loro ultimo incontro il leader di Forza Italia e il premier avevano parlato probabilmente delle nomination per il Colle, ora Renzi deve fare il suo nome. Di certo il Cav spero in una scelta condivisa e dalla partita del Colle passa anche quella per le riforme: "Renzi deve dare garanzie sul percorso. E ritengo che lo farà. Poi però servirà la responsabilità di tutti".

Ipotesi Draghi - Infine il Cav parla anche delle voci che indicherebbero anche Mario Draghi nella corsa al Colle: "Mi risulta che il presidente della Bce abbia fatto sapere di non essere disponibile. Al momento per Draghi la situazione è questa". 

Renzi, record storico: la disoccupazione I senza impiego volano al 13,3 per cento

Istat, nuovo record storico per la disoccupazione: vola al 13,3%




Pessime notizie dal fronte occupazione: l'Istat rileva che il tasso dei disoccupati, aggiornato ad ottobre, balza al 13,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,0 punti a fronte del livello di un anno prima. Si tratta del record storico, sia considerando l'inizio delle serie storiche mensili (gennaio 2004), sia quelle trimestrali (1977). Il tasso di disoccupazione giovanile invece (15-24 anni) è pari a ottobre al 43,3%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,9 punti nel confronto tendenziale. I disoccupati tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro sono 708 mila, pari all'11,9% di popolazione in questa fascia d’età, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 punti su base annua.

In aumento - I disoccupati aumentano, pari a 3,4 milioni, sono 90 mila unità in più (+2,7%) mentre rispetto a ottobre 2014 sono incrementati di 286 mila unità. Ai massimi storici il tasso di disoccupazione che ha toccato a ottobre il 13,2%, un livello mai registrato dall'inizio delle serie storiche (è in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,0 punti nei dodici mesi). Il tasso di occupazione, pari al 55,6%, diminuisce invece di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali mentre aumenta di 0,1 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente (-32 mila) e del 2,5% rispetto a dodici mesi prima (-365 mila). Il tasso di inattività si attesta al 35,7%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8 punti su base annua.

400mila posti fissi in più - Buone nuove invece pare arrivino dai primi dati sulle Comunicazioni Obbligatorie relative al terzo trimestre del 2014. Cresce l'occupazione, quella fissa, con il posto a tempo indeterminato. "Un andamento positivo dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari ad oltre 400 mila nuovi contratti, con un aumento tendenziale del 7,1% rispetto ad un anno prima", scrive dal ministero del Lavoro, Giuliano Poletti.

Napolitano, le dimissioni in fretta e furia: l'addio al Quirinale già tra pochi giorni

Giorgio Napolitano, il giorno delle dimissioni. E al Colle ci andrà un "supplente"




Per le dimissioni di Giorgio Napolitano è questione di pochi giorni. L'addio dovrebbe essere annunciato nel discorso di fine anno, e dunque formalizzato nelle due settimane successive. Ma secondo Il Fatto Quotidiano ci sarebbe anche un'altra data, più prossima: il 15 dicembre. Già, il passo indietro del Capo dello Stato potrebbe essere annunciato nel giorno del discorso alle forze armate, facendo così uno sgarbo non da poco a Matteo Renzi, che solo tre giorni dopo dovrà tenere il discorso di chiusura del semestre europeo targato Italia.

Proteste - Di sicuro, dopo l'incontro di martedì al Quirinale, il premier ha compreso che non ci sono margini: Napolitano si dimetterà, a brevissimo, una sorta di "protesta" contro i tempi delle riforme annunciate da Renzi e che ancora non sono state realizzate (tempi che si dilatano dal governo di Enrico Letta, per inciso). Inoltre, Napolitano, non ha la minima intenzione di sciogliere le Camere nel corso del suo mandato, e considerata l'aria che tira e la possibilità che le cose in Parlamento precipitino, ha deciso di farsi da parte per primo.

Supplenti - Ma dopo, che succederà? Dopo l'annuncio, le dimissioni di Re Giorgio verranno formalizzate entro 15 giorni. Dunque inizieranno le operazioni di voto (alla fine di gennaio nel caso in cui le dimissioni venissero annunciate a fine anno). Nel frattempo, al Colle ci sarà un "supplente", la seconda carica dello Stato, ossia Pietro Grasso. Una supplenza che considerato il probabile stallo elettorale potrebbe dilungarsi a lungo, tanto che già, sempre secondo Il Fatto, si starebbe pensando a come "aggirare" la Costituzione, che durante il periodo necessario all'elezione dell'inquilino del Colle non permette alle Camere di fare altro (e uno stallo, per Renzi, potrebbe essere fatale a livello di immagine).