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martedì 28 ottobre 2014

Rc auto, come risparmiare e prevenire gli aumenti

Rc auto, come risparmiare e prevenire gli aumenti


di Ivan Francese 



Le associazioni dei consumatori prevedono forti rincari per il 2015: conviene approfittare dei prossimi mesi per strappare le condizioni più favorevoli. Potrebbero essere gli ultimi mesi utili a risparmiare sull' Rc auto: nel 2015 per i prezzi delle assicurazioni sarebbe prevista una brusca risalita e chi ha intenzione di strappare buone condizioni alle compagnie assicurative dovrebbe sfruttare i prossmi sei mesi. Sarà la crisi, che ha spinto le famiglie a usare sempre di meno l'auto, provocando un calo nel numero degli incidenti; sarà l'aumentata concorrenza, stimolata da misure quali l'eliminazione dell'obbligo di dare la disdetta alla vecchia assicurazione. Fatto sta che questo potrebbe essere l'ultimo momento utile per sfruttare buone condizioni: molte compagnie, messe alle strette dalla contrazione del mercato, puntano a tagliare i costi delle polizze in misura anche consistente, e non sono rari i casi di servizi aggiuntivi offerti a titolo gratuito.

"Negli ultimi tre anni i prezzi sono scesi parecchio - spiega a La Stampa il vicepresidente di Segugio.it Emanuele Anzaghi -. Potremmo avere toccato il fondo e dunque in vista ci sarebbe un rialzo." Secondo Anzaghi si potrebbero trovare polizze ribassate fino al 30%, ma anche strappare un livello più basso per la propria polizza.

Inoltre le assicurazioni, sempre a caccia di clienti ma in questo periodo più in cerca di ossigeno che mai, potrebbero concedere massimali Rc più alti - offrendo così maggiori tutele al consumatore in caso di incidente - o rivalse più permissive (la rivalsa è il diritto dell'assicuratore di rivalersi sull'assicurato in caso di gravi violazioni del Codice della strada, ndr).

In molti poi offrono gratuitamente la formula "guida libera", normalmente più costosa della "guida esperta" o della "guida a conducenti identificati". Infine, al momento di stipulare la polizza, i consumatori dovrebbero prendere in considerazione anche quelle offerte dalle banche: sempre più spesso gli istituti di credito offrono diversi sconti sulla base dei chilometri percorsi, magari in cambio della sottoscrizione di determinati prodotti bancari.

Mps e Carige affossano l'Italia Piazza Affari perde il 2,4%

Dopo gli stress test Mps sprofonda (-21,5%). Piazza Affari perde il 2,4%


di Sergio Rame 



Boom di vendite dopo gli esiti degli stress test della Bce. Mps lascia sul terreno il 21,5%. Molto male anche Carige (-16,54%). Una raffica di vendite sulle azioni delle banche ha spazzato via Piazza Affari all'indomani degli stress test della Bce. A fare da detonatore dell’andamento negativo dei listini è stato anche l’indice Ifo, sulla fiducia delle imprese in Germania, che a ottobre scende più delle attese. Il crollo del comparto bancario ha trascinato giù anche il Ftse Mib che, maglia nera in Europa, ha chiuso a a -2,40%.. Milano è maglia nera tra i principali listini europei trascinata da un comparto bancario oggetto di raffiche di sospensioni nel corso di tutta la seduta, affossato dalle performance di Mps e Banca Carige, i due istituti su cui è acceso il faro della Bce.

Il titolo della banca senese ha aggiornato il suo minimo storico a 0,7735 euro e segnato in chiusura un calo del 21,50%. Fuori dal paniere principale, in profondo rosso Banca Carige (16,54%).  Le vendite non hanno risparmiato nessuno, da Ubi Banca (-5,15%), a Bpm (-4,43%), da Bper (-4,23%) a Mediobanca (-3,35%), da Intesa Sanpaolo (-3,14%) a Unicredit (-2,55%), nonostante alcuni istituti abbiano superato in scioltezza l’esame dell’Eurotower. La Consob ha disposto il divieto di assumere o aumentare posizioni nette corte sulle azioni di Mps e Carige. Il divieto, in vigore da domani fino al 10 novembre (termine entro cui le banche dovranno presentare alla Bce i propri piani per rimediare al deficit di capitale) ha lo scopo di alleggerire la pressione ribassista sui titoli.

Fuori dal comparto bancario hanno sofferto Saipem (-4,22%), Azimut (-4,14%), Mediaset (-3,13%), World Duty Free (-2,91%), Buzzi Unicem (-2,85%) ed Enel Green Power (-2,63%). Schivano l’onda ribassista A2a (+1,57%) e Stm (+1,54%). Debole Cir (-4,56%) nonostante l’utile dei nove mesi.

Giornata negativa per tutte le Borse europee, ma nessuno ha fatto male come Milano: Londra -0,40%, Francoforte -0,95%, Eurostoxx 50 -1,02%, Parigi -0,78%, Madrid -1,39%. 

Anche sul fronte dello spread l’Italia paga pegno con una crescita di quasi 6 punti base della forbice Btp-Bund, la più ampia in Europa dopo Grecia e Portogallo, mentre il differenziale Btp-Bonos spagnoli sale ai massimi da due anni e mezzo, segno di come il mercato ritenga in questo momento più sicuro investire nei titoli di Stato iberici che in quelli italiani.

Secondo gli analisti di Equita per Mps, bocciata agli stress test con un fabbisogno di capitale da 2,1 miliardi, la Bce "non ha permesso di incorporare i benefici del piano di ristrutturazione approvato dall’Ue e ha imposto di ipotizzare il rimborso di 750 milioni di Monti bond: secondo noi emerge una moral suasion evidente per considerare a breve ipotesi di aggregazione". Secondo gli esperti, quindi, bisogna ipotizzare "un aumento di capitale da 1,5 miliardi" anche perché il Montepaschi "non dispone di molte alternative ad un nuovo aumento: la cessione della quota nella joint venture assicurativa potrebbe garantire un contributo di soli 280 milioni". Per gli analisti di Ig inoltre "la mancanza di un piano dettagliato sulle prossime strategie da attuare per ricoprire le esigenze di capitale legate agli stress test, può alimentare la speculazione del mercato verso un possibile aumento di capitale". "Il deficit risulta essere troppo elevato da essere colmato solo con l’emissione di un bond Tier 1 o dalla cessione di rami di azienda, come Consum.it. L’ipotesi poi di una fusione o vendita rimangono molto improbabili al momento, sia per le notevoli dimensioni dell’istituto sia per la difficoltà che la banca sta incontrando nel recuperare redditività. Il mercato potrebbe portare il titolo verso i minimi di due settimane fa".

Per Carige, poi, bocciata con uno shortfall di 813 milioni, la banca ha già optato per un aumento capitale fino a 650 milioni. Equita ricorda che "Carige è evidentemente destinata ad un’aggregazione, ma in vista dell’aumento di capitale manteniamo una view cauta". Ig invece ritiene che Genova "grazie alle garanzie di Mediobanca" potrà "riuscire a colmare lo shortfall di capitale evidenziato dagli stress test. Rispetto a Mps, crediamo che Carige possa essere coinvolta nel processo di consolidamento del settore bancario italiano che pensiamo possa partire a inizio 2015".

Per noi tasse, per Renzi il lusso: ecco il suo ultimo acquisto

Matteo Renzi e quella foto con l'orologio da 15mila euro




Sono passati 5 anni dalla prima Leopolda. Matteo Renzi da sindaco di Firenze è arrivato a palazzo Chigi e di certo ha anche cambiato il suo look. Lo abbiamo visto con i giubbotti di pelle, con  la camicia bianca, in jeans e in giacca, ma di certo non lo avevamo mai visto con un orologio da almeno 15mila euro al polso. Eppure pochi anni fa, quando palazzo Chigi era ancora lontano si accontentava di uno Swatch, adesso le sue pretese sono cambiate e nell'ultimo intervento alla Leopolda è stato beccato, come racconta Dagospia con un cronografo Audemars Piguet Royal Oak dal valore di (almeno) 15 mila euro e tra gli accessori preferiti dai paperoni russi. Insomma il premier non bada a spese per i suoi accessori. Eppure ha sempre predicato sobrietà e a palzzo Chigi, il giorno in cui gli è stato affidato l'incarico si è presentato con un'anonima auto privata guidata da un suo amico. Sono bastati pochi mesi e il premier è già passato agli orologi di lusso. Intanto mentre lui controlla l'ora sul suo cronografo da 15 mila euro prepara nuove tasse per gli italiani che devono far bene i conti per capire come pagare Tasi e Tares...

Manovra, Forza Italia attacca Renzi: "Cifre cambiate, il testo torni in Aula"

Stabilità, Forza Italia: "Cifre cambiate, riportare la manovra in Aula"




E' bufera sulla manovra varata dal Consiglio dei Ministri e bocciata in seguito dall'Unione Europea. La lettera di risposta inviata alla Commissione Ue da parte del ministro Pier Carlo Padoan non convince Forza Italia che attacca premier e il Tesoro: "Altro che vittoria di Renzi in Europa - sottolineano in una nota il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta e il parlamentare azzurro, Rocco Palese - Il governo è stato chiamato dalla Commissione europea a riscrivere la manovra, e il ministro dell’Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, si è impegnato questa mattina, nella lettera inviata al commissario Katainen, a farlo nei prossimi giorni, al fine di rientrare nel sentiero che porta l’Italia a onorare i vincoli, ad oggi non rispettati, in termini di deficit strutturale e di riduzione del debito pubblico previsti dal Fiscal Compact".

Le critiche di Forza Italia - I due deputati aggiungono che "alla luce delle modifiche che interverranno sul disegno di Legge di stabilità approvato dal governo il 15 ottobre, che ne modificheranno necessariamente l’impianto, diventa, quindi, indispensabile una nuova deliberazione del Consiglio dei ministri". Insomma gli azzurri contestano le modifiche e richiedono un ulteriore passaggio in Aula. Padoan infatti al commissario Ue agli Affari economici, Jyrki Katainen, ha scritto che l'Italia si impegna, nel 2015, a correggere il deficit di circa 0,3 punti di Pil (4,5 miliardi di euro).

Il caso - "A ciò si aggiunga che l’intervenuta variazione dei saldi della manovra renderà ancora meno coerente quest’ultima con il quadro macroeconomico contenuto nella nota di aggiornamento al Def - spiegano Brunetta e Palese - che le Camere avevano approvato giusto il giorno prima della presentazione della Legge di stabilità. Chiediamo, pertanto, alla presidente della Camera, Laura Boldrini, il ritorno in Aula della nota al Def, riscritta alla luce degli impegni presi dal governo con la Commissione europea a seguito del richiamo ricevuto da parte del commissario Katainen con lettera del 22 ottobre. Siamo dinnanzi all’ennesima mancanza di rispetto da parte del governo nei confronti
delle istituzioni. E questo atteggiamento non è più accettabile".

LE MOSCHEE NON BASTANO Ecco l'ultima richiesta islamica Cosa vogliono costruire a casa nostra

Lecce, parte il progetto per l'università islamica




Un'università islamica nel cuore di Lecce. E' questa la proposta della Confederazione delle imprese del Mediterraneo (Confime) che vuole costruire un centro universitario islamico negli ampi spazi della ex Manifattura Tabacchi. L'iniziatica, che non ha precedenti, ha scatenato un dibattito nel quale si stanno esercitando soprattutto le forze politiche cittadine e non solo. Forza Italia, come racconta Lecceprima, chiede la precedenza per l’istituzione della facoltà di Agraria, Fratelli d’Italia rivendica uno spazio pubblico di aggregazione per i giovani e sollecita l’amministrazione comunale a dire chiaramente come la pensa in merito dato che secondo alcuni sondaggi 3 cittadini su 4 sarebbero contrari all’apertura dell’università. Ed è contrario anche il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: "Mi preoccupa il fanatismo di una sola religione, di un certa interpretazione di una certa religione, quella islamica, che è l’unica che ha questi ‘fondamentalismi’. E quindi università islamica a Lecce no, assolutamente no”, ha detto il segretario a Radio Padania. 

Il progetto - Ma il progetto a quanto pare va avanti. "Nelle intenzioni di chi ci crede, sarà la corrispondente della Cattolica di Roma e Milano, ma di matrice musulmana”, come riferisce Giampiero Khaled Paladini, presidente di Confime. Ma dopo qualche polemica in città, Paladini prova a gettare acqua sul fuoco: "Non è detto che il progetto andrà in porto, alla fine. Vedo cose che mi lasciano perplesso, si vocifera di un referendum apposito. Non abbiamo nessuna intenzione di imporre la nostra presenza. Se troveremo ostilità da parte della cittadinanza, per carità, andremo altrove. Abbiamo alternative valide in Campania, Sicilia e Calabria. Ma io sono salentino, ci tengo a veder sorgere questo polo a Lecce, vorrei che la mia città si sprovincializzasse. Esistono già università musulmane fuori dal mondo arabo, in Inghilterra, Germania, Stati Uniti. Cominceremmo con facoltà come teologia e filosofia, ma il resto è da concordare con il territorio, in base alle sue esigenze, d’accordo con l’Università del Salento e aperti anche al mondo cristiano. Spero solo, a questo punto, che non si confonda la religione con la cultura, che questa non faccia paura, che il dibattito non venga influenzato da quanto sta accadendo ora in Medio Oriente”. Di fatto, per ora, c’è che ci sono sul piatto una decina di milioni per l’acquisizione dell’area di 51mila metri quadrati, di cui 8500 al coperto e un investimento che secondo Paladini potrebbe essere di 50 milioni di euro. Tutti provenienti da fondi privati, ha precisato il presidente di Confime. 

Massimo Giletti fuori controllo. Parte un servizio all'Arena e il conduttore si infuria: ecco cosa ha combinato (tutto in diretta...)

L'Arena, Massimo Giletti contesta Crocetta e si toglie giacca e microfono



Parla Rosario Crocetta e Massimo Giletti non ci vede più. Puntata di fuoco caldissima de L’Arena, quella andata in onda domenica pomeriggio su Rai 1. Tra gli ospiti c'era anche il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. Il numero uno dell'Assemblea siciliana qualche settimana fa aveva annunciato l'abolizione delle province e ora è al centro del fuoco grillino che chiede le sue dimissioni. Ma Giletti, Luisella Costamagna hanno pesantemente attaccato l’esponente del PD per la delicata questione dei forestali in Sicilia. Il conduttore ha fatto notare che in Sicilia ci sono 28mila rangers, mentre in Canada – ben più grande e con molte più foreste - ce ne sono solo 4.200. Crocetta ha tentato di mettere in chiaro che questo sistema clientelare dipende dalla mafia e che ha già ridotto gli sprechi di 200 milioni all’anno. Giletti, però, non si è accontentato e alla fine di un servizio – furioso per i costi menzionati – si è tolto la giacca e il microfono. 

lunedì 27 ottobre 2014

"Patente e libretto, prego..." 705 euro di multa se i nomi non coincidono

"Patente e libretto, prego..." 705 euro di multa se i nomi non coincidono



Novità in arrivo per i guidatori italiani. Dal 3 novembre, il nome di chi utilizza una macchina o una moto non sua per più di 30 giorni dovrà essere scritto nella carta di circolazione. L'aggiornamento si chiede presso gli sportelli della Motorizzazione. In caso di controllo, i nomi su patente e libretto dovranno coincidere, altrimenti sono guai: per i trasgressori è prevista una multa di 705 euro e il ritiro della carta di circolazione. 

Fin qui la norma generale, ma le eccezioni fanno capire che complicherà la vita solo a pochi. Intanto non è retroattiva, quindi non si applica a chi già utilizza un'auto non di sua proprietà o ha un libretto non aggiornato antecedente al 3 novembre. Inoltre, non vale per i familiari, purchè conviventi, perciò sono salve le mogli che utiizzano l'auto del marito o i figli che prendono quella di mamma o di papà. Alla fine, a risentire di più della novità saranno gli utilizzatori di macchine aziendali.