Alitalia, ecco chi vola gratis con la compagnia di bandiera
di Antonio Castro
Cassintegrati sì, ma di lusso. E con il diritto di volare - ovviamente accompagnati - gratis, o quasi. Secondo il “Regolamento concessioni di viaggio titolari non dipendenti del Gruppo Alitalia” il personale in Cassintegrazione o mobilità - così come quelli in pensione - ha il beneficio (dal 2008 e fino al 31 dicembre 2014) di poter viaggiare (quasi gratis) anche sugli aerei Cai.
Un po’ generoso come benefit considerando che Alitalia perde più milioni di quanti ne riesca ad incassare (come ben sintetizzato dal famoso consulente per le ristrutturazioni Roland Berger), o meglio: più vola, più perde.
Domani in mattinata il paziente amministratore delegato dell’ex compagnia di bandiera, Gabriele del Torchio, dovrà portare in consiglio di amministrazione un ennesimo e sofferto aumento di capitale (altri 200 milioni). Per evitare di far saltare non solo la partita con gli emiri di Abu Dhabi, ma l’intero baraccone. Cda che dovrebbe segnare l’avvio delle intese formali con Etihad. Ma il problemino delle Concessioni di viaggio ai “titolari non dipendenti” preoccupa non poco i manager del gruppo e dei sindacati.
I mal di pancia sindacali sul taglio degli stipendi (da 100 a 1.300 euro/mese), per raggranellare 31 milioni, rappresentano solo un aspetto dei problemi in gestazione che deve affrontare del Torchio. Tra i nodi da risolvere ci sono proprio i passaggi aerei (voli nazionali, internazionali e intercontinentali), gentilmente offerti dalla compagnia, che è indebitata per oltre 2 miliardi. E che presto dovrà licenziare almeno 1.400 addetti e ricollocarne almeno 600, stando alle tecniche sperimentali (contratto di ricollocamento mai sperimentato prima) annunciate dal ministro del Welfare Giuliano Poletti.
Nel bel mezzo della trattattiva con Etihad (unico pretendente disposto a investire 560 milioni), salta fuori che ai dorati cassintegrati Alitalia (a spanne circa 4mila persone), è stato garantito di poter continuare ad usufruire dei passaggi. Unica condizione: pagare a inizio anno 40 euro di iscrizione al programma (ma si può anche pagare poco prima di partire). E poi c’è un modesto contributo - introdotto forse per aiutare la Cai con il caro carburanti - da far invidia ad una compagnia low cost: per prendere un volo nazionale (magari un bel Milano-Catania che ieri il sito della compagnia offriva in promozione a 129,88 euro per i comuni mortali, normalmente da listino 425,88 euro), bisognerà contribuire per persona e per tratta con 20 euro. Se poi il cassintegrato decidesse di svagarsi a Barcellona (internazionali) il contributo richiesto lievita a 40 (sempre a persona). Per arrivare a 60 euro di “surcharge tariffaria”, solo nel caso di voli intercontinentali.
Ma non viaggiano solo gli espulsi dalla vecchia Alitalia. I lavoratori in Cigs (o mobilità) hanno infatti la facoltà di far decollare a prezzi da traghetto anche «coniuge/convivente (**), figli, fratelli e sorelle, genitori, vedovi». I due asterischi che richiamano il coniuge/convivente precisano che per la compagnia valgono i conviventi «senza distinzione di sesso».
Raccontano nei corridoi della Magliana - facendosi giurare l’anonimato - che a James Hogan, ceo di Etihad, sia scappata una irrefrenabile risata quando i consulenti - scandagliando tutte le carte e gli accordi in essere - hanno tirato fuori il papiello di 7 pagine che consente di far volare sugli aerei Cai gli ex dipendenti Alitalia.
Per garantire un paracadute ai dipendenti in esubero dell’ex compagnia di bandiera, è stato stimato, che siano stati spesi almeno 4 miliardi in generosi ammortizzatori sociali (dal 2008 ad oggi anche tramite il Fondo volo). Tradotto: ad ogni ex dipendente è stato garantito l’80% dello stipendio (tramite l’Inps), per 7 anni, salvo allungamenti ulteriori.
Fin qui tutto legale e previsto dai generosi accordi. Poi ci sono i “furbetti alati”. Lo scorso 22 agosto la Guardia di Finanza di Verona ha scoperto una quindicina di piloti che oltre ad incassare 7mila euro al mese di Cigs (mobilità e Fondo volo), perpepivano da compagnie dei «Paesi del Medio e dell’Estremo Oriente, retribuzioni mensili pari mediamente a circa 8mila euro al mese». E senza neppure pagare i 40 euro di contributo spese...