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lunedì 5 maggio 2014

Calcio, Serie A, la Roma perde a Catania, Juventus campione d'Italia

Calcio, Serie A, la Roma perde a Catania, Juventus campione d'Italia



La Roma consegna lo scudetto alla Juventus. Con una sonora sconfitta in casa del Catania per 4-1 i giallorossi anticipano di 24 ore la festa bianconera. Una Roma molle e poco grintosa è stata asfaltata dal Catania in lotta per la salvezza sotto i colpi di Izco (doppietta per lui), Berghessio e Barrientos. L'ultimo ad arrendersi è stato il capitano Francesco Totti che ha segnato l'unico gol sul tabellino per i giallorossi. Rudy Garcia ieri aveva annunciato la resa: "Complimenti alla Juve lo scudetto è suo". Adesso è arrivata l'ufficialità. Per la Juventus di Antonio Conte è il 30° scudetto della sua storia (ma a Torino festeggiano il 32° includendo anche i due revocati dopo Calciopoli). Il terzo consecutivo dell'era Conte. La Roma per tutto il campionato ha provato a tenere testa alla Juventus, ma l'organizzazione dei bianconeri e la panchina corta dei giallorossi hanno portato il titolo verso Torino. "Un’impresa ai limiti della perfezione, che rimarrà scolpita nella storia di questo club!", ha affermato Conte. La Juventus non vinceva tre campionati consecutivi dagli anni Trenta. Il titolo, comunque, è stato festeggiato con un brindisi veloce nel giardino dell'hotel per giocatori e allenatore, con un gruppo di tifosi che esultava all'esterno. "Oggi è speciale, è il mio primo scudetto con la Juve facendo la storia. E' incredibile - è la reazione a caldo di Carlos Tevez, raggiunto da Sky Sport - È una gioia incredibile per me e i miei compagni, ma mi aspettavo di vincere domani sul campo".

Scintille di fuoco tra la famiglia di Renzi e Piero Pelù

Tiziano Renzi attacca Pelù: "Spari m... sulla mia famiglia"




Scintille di fuoco tra la famiglia Renzi e Piero Pelù. Dopo le polemiche per l'attacco a Matteo da parte del cantante durante il concerto del primo maggio arriva la risposta al veleno del padre del premier, Matteo Renzi che su facebook scrive: "Sono onorato - questo il post sul suo profilo - di non aver avuto mai rapporti di conoscenza con quel personaggio che spara merda sulla mia famiglia.Sono orgoglioso di essere agli antipodi morali , sociali, economici e spirituali di chi , per vendere un disco in più da aria alla bocca in occasione di una manifestazione credo pagata dalle organizzazioni sindacali, emettendo rantoli indecifrabili , totalmente privi di attinenza alla realta. Io uso la bocca per nutrirmi, buon pranzo a tutti .augh”.

Le accuse - Pelù in un'intervista a La Stampa aveva puntato il dito proprio contro il "signor Tiziano": "Sappiamo altrettanto bene quanto il padre di Renzi sia uno dei grandi capi della massoneria toscana". Idee confermate anche al Fatto Quotidiano: "ll padre del premier è un noto massone, inserito bene nel tessuto toscano, ha in mano molta informazione". Insomma la polemica tra Renzi e Pelù sfocia in rissa. E con l'intervento del padre di Matteo lo scontro è totale. 

La rottamazione di Marina Berlusconi. Promossi e bocciati in Forza Italia: Ecco chi rischia con lei in campo

Forza Italia, cosa cambia se arriva Marina Berlusconi


Marina Berlusconi

"E' preparata, ha intuito e ha carattere". Silvio Berlusconi nella sua lunga intervista con Lucia Annunziata a In Mezz'Ora, non abbandona del tutto l'idea di lanciare in politica sua figlia Marina. La discesa in campo della Cavaliera potrebbe ribaltare gli scenari, dare linfa nuova a Forza Italia (col Cav nel ruolo di padre nobile) e mettere in allarme Renzi. Nonostante il debutto di Marina Berlusconi in politica sia ancora tutto da decidere, dentro il partito di Silvio c'è chi ha già preso posizione su un suo impegno in prima persona.

Chi rischia - Così qualcuno comincia già a delineare la "grande rottamazione" che potrebbe partire con l'arrivo di Marina in Forza Italia. Nel mirino della Cavaliera potrebbero entrare Renato Brunetta "contrario alle dinastie", Bondi che in un'intervista al Corriere è stato paragonato dalla stessa Marina ad "Alfano e Bonaiuti". Discorso a parte per Denis Verdini. Lui è l'uomo forte della vecchia guardia del partito e dopo un'iniziale critica alle "dinastie" si è riposizionato su un più morbido "Marina va benissimo avrei visto bene anche Pier Silvio". Critico su Marina è sempre stato Raffaele Fitto: "La scelta migliore non sarebbe per eredità", ha affermato il big di Forza Italia al sud. 

I "fan" di Marina - Tra gli sponsor principali di Marina invece ci sono le donne azzurre. Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi da tempo chiedono la sua discesa in campo. Con loro anche Michaela Biancofiore e Daniela Santanchè. La Pitonessa è stata molto chiara: "La storia continua ed è una grande storia". A tifare Marina c'è anche l'eurodeputata Licia Ronzulli e con le pure Giovanni Toti, pure lui uomo d'azienda prestato alla politica. Insomma se Marina decidesse di fare il grande passo sicuramente dentro Forza Italia cambierebbero gli equilibri e qualcuno potrebbe anche lasciare, dopo anni, il partito...

Berlusconi: "Supereremo il 25%"

Berlusconi: "Supereremo il 25%"

Poi avverte Renzi sulla riforma del Senato: "Se non cambia il testo, lo bocciamo"

di Franco Grilli


"FI alle europee avrà un buon risultato, sicuramente superiore al 25%, che con altri partiti del centrodestra dovrebbe portarci a prevalere, in una futura tornata delle elezioni nazionali, sul centrosinistra". Ne è certo Silvio Berlusconi ospite a "In mezz’ora". Il Cavaliere poi afferma: "Io non sono depresso, sono invenzioni dei giornali. Anche se sono in un momento molto difficile. Non pensavo di dover ritornare a occuparmi in prima fila della politica e del mio paese, ci sono dovuto ritornare perché quando dovetti dare forzatamente dimissioni, decisi di lasciare Pdl nelle mani di Alfano e di altri e mi occupai di quello di cui mi piacerebbe occuparmi in futuro, del mio Milan, dell’universià della Libertà, di costruire ospedali nei paesi poveri del mondo per i bambini. Ma sono stato di forza richiamato".

In merito alla condanna ai servizi sociali: "Di ciò che è avvenuto a seguito della sentenza di condanna, dovermi recare in ospedale e stare con persone che soffrono è cosa che non mi da assolutamente fastidio, di natura sono per dare conforto a chi sta male. Lascio alla storia di chiarire gli eventi: la storia chiarirà molto presto e io ne uscirò assolutamente mondato da tutte le accuse che mi hanno fatto e diventerò il padre della Patria".

Tornando al passato da presidente del Consiglio, Berlusconi rivela: "Fu l’attuale presidente della Repubblica a consigliare autorevolmente a Berlusconi a dimettersi nell’autunno 2011. Nel 2011 si è scatenata contro di me una tempesta perfetta che è stata creata attraverso le vicende di Milano (cioè la vicenda Ruby ndr) nonché attraverso la vendita di Titoli di Stato italiani da parte delle banche tedesche che ha fatto salire lo Spread a 550". Renzi? "Non dura al di là di un anno, un anno e mezzo, la situazione generale dell’economia imporrà un cambiamento nella classe dirigente e di governo con una nuova che sappia anche affrontare i rapporti con l’Ue. Voglio vedere quale sarà il tragitto futuro di Renzi, avevo speranze su di lui ma sono rimasto deluso, ha messo in campo i vizi della sinistra, va al governo senza passare da elezioni. Si è parlato tanto di riforme ma ora si parla solo della riforma del Senato. Renzi in Consiglio dei ministri, senza consultarci, ha presentato un’ipotesi del Senato inaccettabile. È tutta da ridiscutere. Io non credo che arriveranno a presentarla perché sanno che sarà bocciata".



domenica 4 maggio 2014

Berlusconi lancia la rimonta: ecco il piano anti astensione

Berlusconi lancia la rimonta: ecco il piano anti astensione


di Adalberto Signore 



Oggi videoconferenza con Bari e intervista dall'Annunziata. "Grillo e Renzi? Due rischi possibili per il Paese"


È ormai da qualche giorno che Silvio Berlusconi ha dato il via a quella che dalle parti di Arcore chiamano «la campagna anti-astensione». Una sorta di martellamento mediatico per convincere indecisi e delusi del centrodestra a non disertare le urne, come annunciano invece i sondaggi riservati arrivati sulla scrivania dell'ex premier la scorsa settimana. Oltre un terzo del potenziale voto ai partiti dell'area di centrodestra sarebbe infatti per il momento «congelato» da chi minaccia di andare al mare, senza contare quei delusi che sono passati al M5S o, addirittura, chi è tentato dal lasciare Forza Italia per votare non tanto il Pd quanto il suo leader, Matteo Renzi. A poco più di venti giorno dal voto, insomma, il quadro non è tranquillizzante. Tanto che il Cavaliere ha deciso di spingere sull'acceleratore già da ora, nonostante la campagna elettorale sia appena agli inizi.

Un Berlusconi che ieri, intervenendo telefonicamente ad una manifestazione dei Club Forza Silvio di Furnari (nel Messinese), ha detto chiaro e tondo che «in Italia gli elettori sono per la maggior parte sfiduciati e non vogliono andare a votare». È su questi che bisogna lavorare, come su coloro che sono tentati da Beppe Grillo o da Renzi. Non è un caso che il leader di Forza Italia abbia iniziato a picchiare duro sia sul comico genovese che sul segretario del Pd già da qualche giorno. «Due pericoli», li definisce Berlusconi in un'intervista al Tg2. «Due rischi possibili per tutti noi italiani», insiste l'ex presidente del Consiglio. «Il primo – dice – è un aspirante dittatore, un urlatore, uno sfasciacarrozze. Il secondo ci ha deluso perché è tornato ad aumentare le tasse, dimostrazione che la sinistra non cambierà mai». Ma ce n'è anche per Angelino Alfano. «I parlamentari del Nuovo Centrodestra – attacca il Cavaliere – fanno da stampella alla sinistra. Sono degli ingrati eletti con il simbolo del Pdl e la scritta “Berlusconi presidente” che hanno tradito il voto degli elettori».

Quello sui cui davvero punta il leader di Forza Italia, dunque, è una vera e propria rimonta rispetto a sondaggi che per il momento vedono gli azzurri tra il 18 e il 20%. E pur di portarla a casa, l'ex premier è deciso a non risparmiarsi. Lui si barcamenerà tra gli obblighi imposti dai giudici di sorveglianza, tanto che oggi – come avrebbe invece voluto - non farà né l'intervista negli studi di Roma di In mezz'ora né parteciperà al comizio di Bari. Il tribunale di Sorveglianza ha infatti detto «no» a che Berlusconi lasciasse la Lombardia (a Roma può andare solo dal martedì mattina al giovedì sera) e così l'intervista con Lucia Annunziata si terrà al Circolo della stampa di Milano (e andrà in diretta su RaiTre), mentre per il comizio organizzato da Raffaele Fitto al Teatro Team di Bari si dovrà accontentare di un intervento in videoconferenza. Un appuntamento importante quello pugliese, visto che per la prima volta saranno presenti tutti e cinque i capilista di Forza Italia alle Europee del 25 maggio (Giovanni Toti per il Nord Est, Elisabetta Gardini per il Nord Ovest, Antonio Tajani per il Centro, Fitto per il Sud e Gianfranco Micciché per le Isole). Di fatto, una sorta di battesimo della campagna elettorale.
Un Berlusconi che è attivissimo su tutti i fronti, tanto che l'ex premier è pronto a lanciare Azzurra libertà, un movimento giovanile all'interno di Forza Italia che sarà presentato ufficialmente a Roma il 7 maggio. Oltre all'ex premier, all'appuntamento parteciperanno Daniela Santanché, il responsabile dei Club Forza Silvio Marcello Fiori e Tajani.

Tutti gli uomini (e le donne) di Matteo Renzi: le poltrone e gli incarichi finiti a fiorentini e toscani

Tutti gli uomini (e le donne) di Matteo Renzi: le poltrone e gli incarichi finiti a fiorentini e toscani



Lo chiamano Giglio magico, ma a contare i nomi e le poltrone più che un fiore sembra una quercia. Da quando è diventato premier, lo scorso 22 febbraio, Matteo Renzi ha promesso di andare "di corsa" e di "cambiare verso". Tra tante parole, qualche fatto l'ha realizzato: un numero spropositato di suoi amici o fedelissimi ha trovato una collocazione prestigiosa nei Palazzi del potere romani. C'è la ministra, c'è la Vigilessa, c'è "Il lampadina" e pure il Paparazzo. Fiorentini, della città o della provincia, hanno trovato una nuova casa: più lontana da Palazzo della Signoria ma decisamente a due passi da Palazzo Chigi.

Le donne di Matteo - I più noti toscani de Roma sono il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e l'onorevole Luca Lotti, così biondo da essere stato soprannominato I' lampadina. In rampa di lancio, ora, c'è anche Simona Bonafè, varesina di nascita ma politicamente toscanissima. Assessore a Scandicci, con la Boschi è stata tra le coordinatrici della campagna di Renzi per le primarie democratiche 2012, è diventata l'ombra di Matteo e ora è capolista nella circoscrizione Centro alle europee. 

Poltrone e nomine - Tra le donne del premier rischia di arrivare, tra qualche tempo, anche Antonella Manzione: già dirigente della polizia municipale a Firenze e direttore generale del Comune, era stata indicata da Renzi per la guida del dipartimento Affari giuridici legislativi di Palazzo Chigi. La Corte dei Conti, per il momento, ha bloccato tutto. Caso singolare: il fratello di Antonella, l'ex magistrato Domenico Manzione, è sottosegretario al Viminale (prima che arrivasse Renzi). Nella squadra di sottosegretari, capi-dipartimento e affini sta per entrare Giuliano da Empoli, presidente del prestigioso Gabinetto Viesseux di Firenze, ex assessore alla Cultura e prossimo consigliere politico del presidente del Consiglio. Come sottolinea Filippo Ceccarelli su Repubblica, non potevano mancare nomine toscane nei consigli d'amministrazione delle grandi partecipate statali: Alberto Bianchi (Enel), Fabrizio Landi (Finmeccanica), Elisabetta Fabri (Poste), Marco Seracini (Eni). Nell'ombra, ma non troppo, il gran visir degli affari renziani: Marco Carrai, l'uomo più potente di Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere in Toscana, gran cerimoniere della diplomazia renziana tra politica e alta finanza.

Poca trasparenza - Poi c'è il paparazzo. Tiberio Barchielli, storico fotografo di Rignano sull'Arno (il paese del premier), è passato in poche settimane dalle belle ragazze in bikini del sito che dirige (Gossip Blitz) a Palazzo Chigi: è lui l'autore degli scatti ufficiali di Renzi con i leader del mondo Obama, Hollande, Cameron. Come sottolinea L'Espresso, in nome della trasparenza da sempre sbandierata il premier potrebbe far sapere quale sia, se c'è, il compenso per il fotografo. Si racconta, sussurra il settimanale, che Barchielli abbia anche una stanza a Palazzo Chigi... Stesse domande per gli altri collaboratori di Renzi: sulla pagina web della Presidenza del Consiglio tutte le sezioni che dovrebbero informarci al riguardo sono "in aggiornamento". Non si sa nulla neppure del segretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Bonaretti, nominato con Dpcm del 22 febbraio 2014.

sabato 3 maggio 2014

Brunetta: "Così Napolitano ha spaccato il Pdl"

Brunetta: "Così Napolitano ha spaccato il Pdl"



Il Colle nel mirino. Renato Brunetta risponde a Gaetano Quagliariello e Fabrizio Cicchitto che qualche giorno fa avevano consegnato ad Huffpost una lettera esclusiva in cui spiegavano le ragioni della scissione del Pdl e la nascita di Ncd. Il capogruppo azzurro spiega come "la scissione dell'Ncd ha avuto l'autorevole avallo del Colle più alto - dice - ritengo questa analisi convincente. E perfettamente in linea con la personalità e la storia di Giorgio Napolitano. È un perfetto “scissionatore”. "Non fa lui le scissioni: le provoca, le accompagna, le favorisce. Poi lascia - conclude - per strada gli scissionati”. Su questo tema Brunetta ha dedicato un paragrafo del libro che sta scrivendo dedicato al “Complotto” e che anticipa l'Huffingtonpost. 

Scissionista da sempre - Brunetta parla di Napolitano e traccia un profilo di Re Giorgio come di un uomo che ha una sola passione le "scissioni". "Giorgio Napolitano resta un ossimoro vivente. Diventa amico dei nemici, e nemico degli amici. Ha un carisma eccezionale nel confondere, nel provocare scissioni, restando nel contempo polo di attrazione degli opposti. Se proprio è necessario pensare a un Grande Vecchio, lui sarebbe perfetto. Era un Grande Vecchio anche da giovane. Quando nel 1970 ci fu la scissione del Gruppo del Manifesto, di Rossana Rossanda e Luigi Pintor, fu incaricato di ricondurre all’ovile Massimo Caprara, napoletano come lui, della nidiata di giovani intellettuali liberali sedotti da Togliatti nel 1944-45. Ebbene riuscì a non fare accadere nulla, anzi a spingere fuori anche Caprara. E votò per la radiazione dell’amico. Al quale, nel momento della morte, 40 anni dopo, dedicò un commosso ricordo. Sincero senz’altro. Ma intanto l’aveva radiato". 

Il caso Fini - Poi Brunetta parla del tradimento di Gianfranco Fini: "Napolitano è il garante dell’unità della nazione. Per garantire questa unità fa poltiglie di qualsiasi gruppo coeso che incontra sulla sua strada, per regalare ai suoi disegni di sovrano un pulviscolo ossequioso. Quando lo “scisso” o “scissionato” si accorge dell’uso che di lui ha fatto il capo dello Stato, si ritrova solo, e non conta niente, dunque viene scaricato. Napolitano possiamo dire, per usare un’espressione alla moda, è stato il Grande Vecchio a sua insaputa. Sin dagli inizi del quarto governo Berlusconi, Fini assunse una posizione di polemica nei confronti della politica economica e dell’arroganza personale di Giulio Tremonti. Una vecchia storia.  Fu Fini, nei primi mesi di governo, a raccogliere e proteggere la grandissima parte di ministri vessati e impediti di fare il loro lavoro, dai continui dinieghi e diktat di Tremonti coi suoi tagli lineari. Fini in quel momento era senza alcun dubbio il delfino di Berlusconi, destinato pacificamente a succedergli alla testa del Popolo della libertà e di tutto il centrodestra. Improvvisamente, invece di far quadrato con i ministri, e ben al di là dei confini di quella che era stata Alleanza nazionale, trasformo il suo motivato rifiuto dell’egemonia di Tremonti, che si riteneva il garante della Lega nel governo, in ostilità a Berlusconi. Meditò e condusse a compimento una scissione che sin dal luglio del 2010 rese debole la nostra maggioranza, dapprima sottoposta al ricatto del suo gruppo parlamentare, di cui non ricordo nemmeno il nome, e poi il 14 dicembre miracolosamente sopravvissuta grazie al rientro di alcuni scissionisti nei nostri ranghi e all’apporto di alcuni “responsabili” il 14 dicembre 2010. Da allora la navigazione fu perigliosissima". 

Retroscena su Alfano - Infine Brunetta affonda il colpo su Alfano: "La scissione dell'Ncd ha avuto l'autorevole avallo del Colle più alto - dice - ritengo questa analisi convincente. E perfettamente in linea con la personalità e la storia di Giorgio Napolitano. È un perfetto “scissionatore". Non fa lui le scissioni: le provoca, le accompagna, le favorisce. Poi lascia - conclude - per strada gli scissionati”.