Dopo la casa i treni
di Alessandro Sallusti
Dietro la polemica sullo stipendio del capo delle Ferrovie ci sono alleanze e interessi: Moretti è il grande nemico dei grandi amici del premier, Montezemolo e Della Valle
Azionisti miliardari contro manager milionari. È una delle novità dell'era Renzi, un magico mondo dove tutto è possibile.
È possibile fare finta di niente per una casa utilizzata in modo misterioso grazie a un rapporto ambiguo con un signore al quale il sindaco di Firenze aveva dato appalti e incarichi. È possibile sputtanare uno dei pochi manager pubblici di valore, Mauro Moretti, un comunista alla rovescia: detestato dai lavoratori pendolari ma amato dai borghesi che finalmente possono attraversare l'Italia su treni veloci, puliti e in orario. Renzi vuole tagliargli lo stipendio (alto ma in linea con quello dei suoi colleghi europei) e fin qui va anche bene. Quello che non si capisce è l'accanimento del premier, quasi lo stipendio fosse un pretesto per costringerlo alle dimissioni. E perché mai? La verità è che Moretti è il nemico numero uno degli amici numero uno di Renzi. Parlo di Luca Montezemolo e di Diego Della Valle, i due bravi e prestigiosi imprenditori che hanno cercato, con il progetto Italo, di togliere allo Stato il monopolio delle ferrovie. Una operazione da miliardi di euro che stenta a decollare proprio per l'opposizione, i dispetti e le ripicche di Moretti che ha blindato a suo favore la rete italiana.
In questo senso va letta la presa di posizione di ieri di Diego Della Valle contro Moretti. Strano no? Un imprenditore privato che entra a gamba tesa su una polemica tra il premier e un suo manager. Parla Della Valle, pensiamo, anche a nome del suo socio di treni Montezemolo. Diciamo che siamo in un leggero conflitto di interessi, che a questo punto coinvolge anche il presidente del Consiglio. Con che treno sta Renzi? Con quello dello Stato o con quello dei suoi due amici ricchi e influenti? Non vorremmo che dopo la casa dell'amico Carrai si aprisse un nuovo fronte di sospetti. Io uno l'ho già. E cioè che sì in Italia stia nascendo un cerchio magico forte e pericoloso. Ma non è quello ipotizzato in questi giorni che cingerebbe Silvio Berlusconi (ridicolo solo a pensarlo). È il clubbino di Matteo, tutto affari, interessi e vendette da consumare velocemente. Prima che nelle teste degli italiani si faccia largo un dubbio: vuoi vedere che Renzi parla parla ma alla fine fa solo i cavoli suoi e dei suoi amici?