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venerdì 20 dicembre 2013

Colpo di scena: arrestato a Mentone (Francia) il serial Killer Gagliano

Colpo di scena: arrestato a Mentone (Francia) il serial Killer Gagliano


Bartolomeo Gagliano, il serial Killer evaso l'altro ieri dal Carcere di Genova, è stato arrestato a Mentone (Franca) a pochi chilometri dalla frontiera con l'Italia, dalla polizia locale. Lo ha riferito il ministro Cancellieri.

Killer evaso di giorno, Cancellieri: Carcere sapeva. "Disposta indagine conoscitiva" sul caso

Killer evaso di giorno, Cancellieri: Carcere sapeva. "Disposta indagine conoscitiva" sul caso 

di Gaetano Daniele


Bartolomeo Gagliano
Killer evaso dal Carcere di Genova
Per sfortuna, purtroppo, non parliamo di un "vaso di notte", come accadeva nel buon film di totò. A Genova è successa una cosa intollerabile. E' stato dato un permesso premio dopo solo 7 anni di carcere ad un soggetto con alle spalle 3 omicidi. E' pur vero che il detenuto doveva scontare gli ultimi 360 giorni ma è altrettanto vero che l'uomo nonostante l'ultimo anno da scontare è evaso di giorno, in fuga libero per le vie dell'Italia e per di più armato. Su tutte le furie anche il Guardasigilli, Anna Maria Cancellieri che denuncia: "Il Magistrato competente e carcere di Genova conoscevano il curriculum criminale di Bartolomeo Gagliano", il Serial Killer appunto non rientrato in carcere dopo un permesso premio. Non è da un "episodio che si possono trarre conclusioni affrettate ed emotive su istituti irrinunciabili per l'attuazione del principio costituzionale della rieducazione della pena", ha aggiunto il ministro, che ha anche annunciato di aver disposto una "indagine conoscitiva" per "approfondire" i casi dei detenuti evasi durante permessi premio. 

L'Avvocato Risponde

L'Avvocato Risponde

Spazio settimanale dedicato all'Avvocato Risponde


Avvocato Mario Setola
Foro di Napoli 
Egregio Avvocato, mi chiamo Carmine e scrivo da Casoria, un mio zio (fratello di mio padre) recentemente scomparso mi ha nominato suo erede universale. L’ entità del patrimonio del defunto mi è nota, al momento, in termini molto vaghi ed imprecisi, ma è anche vero che, soprattutto per quanto attiene alcuni cespiti immobiliari, vi è la necessità di prendere decisioni immediate per quanto attiene soprattutto la loro manutenzione. Non ho ancora deciso se accettare o meno l’eredità e non vorrei che gli atti di intervento che mi vengono richiesti sui cespiti immobiliari, possano essere considerati una vera e propria accettazione tacita dell’eredità stessa. Accettazione che potrebbe trovarsi in contrasto con la mia reale volontà una volta valutate tutte le ipotesi. Quali comportamenti devo evitare per non incorrere nell’inconveniente lamentato e cioè di essere considerato erede a seguito di accettazione tacita?



Gentile Carmine, per prima cosa deve sapere che a seguito della volontà espressa dallo zio ha acquisito il diritto di accettare l’eredità dello stesso, ma ciò non presuppone che sia dichiarato immediatamente erede, in quanto l’art. 464 c.c. richiede che tale accettazione debba esternarsi nella forma espressa o tacita. Relativamente all’accettazione tacita, è opportuno evidenziarle che nella sua posizione attuale di chiamato all’eredità (ma non ancora erede) ben potrebbe non rendersi conto che eventuali atti dallo stesso in buona fede compiuti, con lo scopo di amministrare e/o conservare il patrimonio del defunto, in realtà comportino l’acquisto dello status di erede, atti che non avrebbe compiuto se avesse avuto presente le descritte conseguenze. Sull’ argomento l’art. 476 c.c. prevede due requisiti perché si abbia accettazione tacita di eredità. Il primo di questi è rappresentato dall’atto che presuppone necessariamente la volontà di accettare: deve, quindi, trattarsi di un atto che, secondo la valutazione obiettiva e per sua intrinseca natura, presupponga necessariamente l’acquisto dell’eredità. Il secondo requisito, sempre oggettivo, è dato dall’atto che il chiamato “non avrebbe il diritto di fare se non nella sua qualità di erede”. In linea generale si può affermare che non costituiscano atti di accettazione tacita la consegna dei beni ereditari da parte del soggetto chiamato all’esecutore testamentario, il compimento di atti aventi natura e finalità di gestione temporanea dei beni, la richiesta di provvedimenti conservativi per salvaguardare l’integrità del patrimonio ereditario (sequestro), la proposizione contro soggetti terzi di querela per appropriazione indebita di beni facenti parte del patrimonio ereditario, la cura della registrazione ed eventuale trascrizione del testamento, il pagamento di un debito del defunto che il chiamato compia con denaro proprio. Al contrario, tra gli atti che comportano accettazione tacita possono ricomprendersi, tra gli altri, l’accettazione di somme di pertinenza ereditaria, la concessione di ipoteca gravante su beni ereditari, la riscossione di un assegno per un credito vantato dal defunto nei confronti di un terzo. Il concetto di accettazione tacita, tra l’altro, è stato oggetto di ripetute pronunce della Suprema Corte di Cassazione. Interessante ed esaustiva in tal senso la sentenza n. 7075/99 che in materia così si pronuncia: “L’ accettazione tacita di eredità, che si ha quando il chiamato all’eredità compie un atto che presuppone la sua volontà di accettare e che non avrebbe diritto di compiere se non nella qualità di erede, può essere desunta anche dal comportamento del chiamato, che abbia posto in essere una serie di atti incompatibili con la volontà di rinunciare o siano concludenti e significativi della volontà di accettare; pertanto l’accettazione tacita dell’eredità può essere desunta dal comportamento complessivo del chiamato all’eredità che ponga in essere non solo atti di natura meramente fiscale, come la denuncia di successione di per sé sola inidonea a comprovare l’accettazione tacita, ma anche atti che siano al contempo fiscali e civili, come la voltura catastale che rileva non solo dal punto di vista tributario ma anche dal punto civile per l’accertamento, legale o semplicemente materiale, della proprietà immobiliare e dei relativi passaggi”. La invito a valutare con la dovuta prudenza ogni suo prossimo comportamento che riguardi il patrimonio ereditario per il quale è chiamato quale erede, in modo da evitare l’inconveniente temuto. 

Cordiali Saluti
Avvocato Mario Setola. Per Contatti: 338.2011387
Studio Legale: C.so Cesare Battisti - Cardito (Na) - 

Scorta a Don Patriciello? Alla Prefettura di Napoli una riunione sulla sicurezza del parroco Anti-Roghi

Scorta a Don Patriciello? Alla Prefettura di Napoli una riunione sulla sicurezza del parroco Anti-Roghi 

di Renato Casella


Minacce al sacerdote della Terra dei Fuochi, le autorità pensano di disporre una scorta al Parroco. Ieri mattina, alla Prefettura di Napoli nel corso di un comitato tecnico è andata valutata l'adeguatezza delle misure per garantire la sicurezza a don Maurizio Patriciello, il sacerdote anti roghi del Parco Verde, a Caivano, che con le sue denunce ha acceso i riflettori sulla cosiddetta "Terra dei Fuochi" e, quindi, sull'affare smaltimento illecito dei rifiuti in provincia di Caserta e Napoli. Don Patriciello da sempre si batte per la bonifica delle aree contaminate. Un'attività che deve aver dato fastidio a qualcuno, tanto è vero che il sacerdote, nell'agosto scorso, è stato minacciato e dalla sua denuncia si sta valutando se dare o meno la scorta, molto probabilmente l'ipotesi appunto, è di farlo scortare. 

mercoledì 18 dicembre 2013

Berlusconi a vertice PPE, ma arriva il no dei magistrati

Berlusconi a vertice PPE, ma arriva il no dei magistrati 


No dei magistrati al nulla osta a Berlusconi per il rilascio del passaporto che gli avrebbe consentito di partecipare al vertice del Ppe, in programma domani a Bruxelles e al quale il leader di Forza Italia era stato invitato dal presidente Daul. A questo si apprende, lunedì scorso i magistrati dell'esecuzione della Procura di Milano hanno notificato ai difensori di Berlusconi l'istanza con la quale hanno respinto la loro richiesta. Per i difensori ci sarebbe ancora la possibilità di chiedere un incidente di esecuzione davanti al tribunale, cioè di opporsi al "No", ma la decisione non arriverebbe prima di diversi giorni. 

Solidarietà a Don Maurizio Patriciello

Padre Maurizio Patriciello
Parroco Anti-Camorra e Anti-Roghi
Caro don Maurizio,
leggo con qualche apprensione notizie di stampa circa atteggiamenti intimidatori nei confronti della tua persona da parte di (non ben precisate) organizzazioni criminali tale da ipotizzare l'utilizzo della scorta. Oltre ad esprimerti tutta la nostra personale vicinanza e solidarietà  anche a nome dei tanti cittadini vesuviani che ti hanno conosciuto ed apprezzato, chiediamo a chi di competenza di agire con immediatezza a verificare la veridicità di tali minacce che costringerebbero don Patriciello ad una esposizione pubblica ridotta che corrisponde esattamente alle intenzioni di chi profferisce tali minacce. E di un don Patriciello "dimezzato" o addirittura ridotto al "silenzio" l'intero movimento civico della Campania non se lo può permettere proprio in questo momento di possibile capitalizzazione, con interventi legislativi di un certo peso, i tanti anni di lotte sui territori per portare alla ribalta nazionale lo scempio ambientale dell'intera Campania. Ecco perché è importante capire e agire immediatamente. Isolare, in qualunque modo, seppur a fine di salvaguardia della propria incolumità,  il simbolo della speranza della riscossa dei martoriati territori inquinati ridurrebbe di molto il risultato, a nostro modesto avviso a portata di mano, di avviare concretamente azioni di salvaguardia ambientale e della salute dei cittadini. Ecco perché da qui in avanti ci sentiremo ancora più vicini e legati a padre Maurizio e al suo Vescovo e saremo maggiormente vigili a denunciare qualsivoglia azione, da qualunque parte provenga,  che tenti di spegnere voci di tale autorevolezza.

Per il bene di tutti!
Grazie don Maurizio per tutto il tuo coraggio e il tuo impegno.

Franco Matrone
Rete dei Comitati vesuviani/Zero Waste Italy

Istituito Garante per detenuti. Cancellieri: "Non è indultino"

Istituito Garante per detenuti. Cancellieri: "Non è indultino"


Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulle carceri e un disegno di legge sul processo civile. "Il decreto è una prima importante risposta alla terribile emergenza" della situazione carceraria, e "non contiene nessun elemento di pericolosità per i cittadini", ha detto il Premier Letta. Ed è anche "una prima risposta all'appello del Capo dello Stato al Parlamento" sul tema. Il dl introduce "la figura del garante dei detenuti". Letta ha poi detto che non c'è un testo sulla custodia cautelare: c'è già ddl alla Camera. Il ddl sul processo civile "smaltirà l'arretrato e snellirà i processi". Nella scarcerazione anticipata, che viene incentivata "non si introduce nessun automatismo, resta ferma la decisione del giudice", quindi "è inutile parlare di indulto o indultini", ha poi rimarcato il ministro della Giustizia Cancellieri, che annuncia "nei prossimi mesi potrebbero uscire 1700 detenuti, scaglionati". Il Guadasigilli ha poi spiegato "che il braccialetto elettronico sarà usato solo per la detenzione domiciliare". E aggiunge che il dl "da voce a chi non l'aveva nel carcere" con l'introduzione appunto del Garante dei detenuti. Inoltre prevede "più possibilità di cure" per i tossicodipendenti, la "messa alla prova" per condanne fino a 4 anni, e domiciliari verso fine pena.