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mercoledì 22 febbraio 2017

Emiliano, lo scissionista Pd già pentito: "Resto e sfido Renzi per la segreteria"

Direzione Pd, c'è Michele Emiliano; ciao ciao ai ribelli, resta nel partito e si candida contro Matteo Renzi



La scissione Pd? Ufficiale: una farsa. Almeno per Michele Emiliano, che doveva essere una delle colonne del nuovo movimento di sinistra e che invece rimarrà saldamente nel partito, almeno fino al prossimo congresso. Il governatore della Puglia sabato, sul palco con Roberto Speranza ed Enrico Rossi, aveva arringato la folla dei ribelli al Teatro della Vittoria. Domenica, all'Assemblea Pd, aveva fatto parziale marcia indietro proponendosi come mediatore con Matteo Renzi per scongiurare la rottura definitiva. E oggi, 48 ore dopo, ecco la sorpresa: Emiliano partecipa alla direzione Pd che dovrà decidere le regole del congresso, a cui si candiderà segretario. Con Renzi sarà battaglia, dunque, ma dentro il Nazareno.

Nel corso del suo intervento in direzione, il governatore ha lanciato la sua sfida a Renzi, tutta interna al partito: "Mi candido alla segreteria del Pd perché questa è casa mia, è casa nostra. E nessuno può cacciarmi", ha affermato il "scissionista pentito". E ancora: "Enrico Rossi e Roberto Speranza sono persone per bene di grande spessore umano e politico che sono state offese senza ragione da toni arroganti, dal cocciuto rifiuto ad ogni mediazione. Renzi è il più soddisfatto per ogni possibile scissione".

Dunque il governatore rivendica che "Enrico, Roberto ed io abbiamo impedito al segretario di far precipitare il Paese verso elezioni anticipate". Dunque altri attacchi a Renzi: "Matteo ci ha irriso non partecipando a questa direzione". Dunque ha ribadito che "la voglia di andar via è stata tanta ma mi candido nonostante il tentativo di Renzi di vincere il congresso ad ogni costo e con ogni mezzo, ha fretta perché non vuole rinunciare alla posizione dominante". "Mi candido - ha concluso Emiliano - perché chi lotta può perdere ma chi non lotta ha già perso".

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