Vittorio Feltri: "Tiziana Cantone si è uccisa per la vergogna"
di Vittorio Feltri
I lettori ricorderanno la storia di Tiziana Cantone, la ragazza che morì suicida dopo la diffusione su Whatsapp di alcuni filmati che la ritraevano mentre faceva l’amore con un giovanotto. Ella, dopo che quelle scene non proprio castigate erano poi girate in rete, si risentì e cadde in depressione. Quando poi divennero virali e praticamente visibili al grande pubblico, Tiziana, sconvolta e forse vergognandosi di essere diventata oggetto di vasta pubblicità, si lasciò andare allo sconforto e decise di togliersi la vita. Seguirono non solo una indagine della Procura, tesa a scoprire chi fosse il responsabile della divulgazione di tali immagini, ma anche una polemica sull’uso di Whatsapp e di internet a fini scandalistici.
Personalmente anche in tivù, durante il programma “Porta a porta” condotto da Bruno Vespa, ebbi a dire che la signorina avesse sbagliato a inviare a quattro amici il documento fotografico dei suoi svaghi erotici, sottovalutando il fatto che poi, inevitabilmente, sarebbero stati gettati in pasto a migliaia di persone. Le mie dichiarazioni suscitarono un vespaio, neanche avessi bestemmiato in chiesa durante il Santus. E invece l’inchiesta della magistratura non mi ha dato torto, come si evince dalla circostanza che i quattro amici della giovane donna non saranno perseguiti, essendo stata chiesta l’archiviazione del procedimento nei loro confronti. Il che significa che Tiziana avesse inviato loro spontaneamente le immagini malandrine, sottovalutando l’impatto che esse avrebbero avuto sui navigatori abituali della rete.
Senza entrare nei dettagli delle relazioni avute dalla signorina col fidanzato o altri soggetti, c’è solo da aggiungere che tutta la vicenda si sarebbe sviluppata, sino alla tragica conclusione, con il consenso di tutti i partecipanti alla medesima. Nulla sarebbe avvenuto in modo truffaldino. Di sicuro Tiziana, allorché si trovò implicata in una sorta di scandalo nazionale, fu sconvolta; si trovò in una situazione di tale imbarazzo da non riuscire a superarla. Si sentì trascinata in una brutta storia che da privata si era brevemente trasformata in oscena esibizione di elasticità morale. Il che la spinse addirittura a uccidersi. In pratica il suicidio non è stato provocato da altri se non dalla fragilità della ragazza stessa, dalla sua incapacità a reggere le conseguenze della propria carnale debolezza.
Un decesso avvenuto per motivi tanto assurdi addolora, ma addolora ancora di più sapere che i cosiddetti social siano artefici e causa di tragedie evitabili solo non ricorrendo ad essi per essere protagonisti tra la gente comune.
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