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giovedì 9 febbraio 2017

Feltri, la sentenza sul centrodestra: Vi spiego come e perché può vincere

Vittorio Feltri: vi spiego come e perché il centrodestra può vincere



di Vittorio Feltri



Per adesso i soli politici che hanno vinto sono i 600 parlamentari che il 17 settembre matureranno il diritto a riscuotere il vitalizio relativo alla chiusura della corrente legislatura. Se si votasse prima dell’autunno la pensioncina spettante a onorevoli e senatori in carica andrebbe a farsi benedire. Dato che ormai è assodato che ci si recherà alle urne all’inizio del 2018, l’assegno a lorsignori è garantito. Poca roba, un migliaio di euro al mese, ma è sempre meglio di due dita negli occhi.

Tutti gli altri rappresentanti del popolo che volevano a ogni costo procedere alle consultazioni anticipate, e per questo avevano bocciato il referendum del 4 dicembre, se la sono presa in saccoccia. Seggi chiusi almeno fino a febbraio del prossimo anno. Lo dice Mattarella, lo dice la Consulta, lo dice Berlusconi e ora perfino Renzi si è rassegnato al rinvio.

Noi nel nostro piccolo lo avevamo previsto non certo perché siamo più intelligenti di altri, ma davanti all’ipotesi di rinunciare al vitalizio immaginavamo come si sarebbero comportati gli onorevoli: vade retro suffragio universale, nemico del portafogli. Così è stato e non poteva essere diversamente. Mancano quindi dodici mesi alla verifica elettorale.

Frattanto governerà Gentiloni, ex estremista di sinistra rabbonito dal potere che non esercita ma che gli dà la libidine di sentirsi importante, il quale Gentiloni, consapevole di essere un premier precario, è ben felice di allungare il suo contratto a termine. Chiamalo scemo. In attesa della remota apertura dei comizi, i partiti ne approfittano per automassacrarsi. I grillini, che parevano lanciati in un galoppo sfrenato verso la vetta della classifica dei consensi, hanno subìto una battuta d’arresto a causa della Raggi della morte, che ha provocato un crollo nei sondaggi relativi ai pentastellati. Le vicende romane hanno disgustato persino i tifosi acritici del Movimento comico. Se la discesa di Grillo nel gradimento nazionale sarà confermata nei prossimi mesi, addio speranze di Beppe di diventare il primo partito.

La qual cosa potrebbe giovare al Pd - ancora in testa alla graduatoria - se non fosse che i democratici hanno preso a sbranarsi tra loro con l’intento di conquistare la leadership. Renzi contro tutti e tutti contro Renzi, all’improvviso diventato antipatico anche ai suoi amici e sodali di un tempo. Il tempo delle mele si è così trasformato in tempo dei veleni. Se gli ex di Botteghe Oscure andranno presto a congresso per decidere chi dovrà dirigere l’orchestra ne vedremo delle belle. Aspettiamo pazientemente il match. Siamo persuasi che qualora assistessimo a una scissione a sinistra, il Pd seguirebbe a ruota il M5S nel precipitarsi a valle, sbattere sul fondo e lì stare (poesia vecchia).

Rimangono da valutare i piani del centrodestra, ammesso che esistano. Se Berlusconi, pur azzoppato, dovesse riuscire ad allearsi organicamente con Salvini, Meloni, Nuovo centrodestra alfaniano e Ala verdiniana sarebbe autorizzato a puntare alla vittoria, numeri permettendo. Il problema è quello di capire come sia possibile trovare un denominatore comune che faccia da collante tra le quattro componenti citate.

Dipenderà molto dalla legge elettorale che sarà servita sulla tavola politica. Ma soprattutto dipenderà dalla convenienza che ciascun leader dei sullodati partiti e partitini avrà nel recuperare un accordo siffatto. Forza Italia è europeista, sia pure tiepida, tanto è vero che Tajani è presidente del bordello di Bruxelles. Salvini viceversa è ostile alla Ue e la Meloni è favorevole alle sovranità nazionali. Alfano e Verdini sono contro le salvinate e le melonate. Chiudere nello stesso serraglio cani, gatti e vari galli non sarà una operazione semplice da portare a termine, eppure è l’unica da cui possa sortire un centrodestra competitivo e capace di superare gli avversari dem e grillini.

Noi, cari amici antiprogressisti, una soluzione ve l’abbiamo indicata. Tocca a voi adottarla col desiderio di applicarla sino in fondo, cioè alla vittoria, seppur consapevoli di un particolare: quand’anche riusciste a sconfiggere la sinistra, poi, una volta al governo, comincereste a beccarvi l’un l’altro. Come avete sempre fatto in passato. Ma questo è un altro discorso che faremo presto.

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