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venerdì 8 aprile 2016

"Riina da Vespa ha usato codici mafiosi" Cos'è successo davvero a "Porta a porta"

Don Luigi Ciotti: "Il figlio di Riina da Vespa ha usato codici mafiosi"



«Il servizio pubblico può affrontare  tutto ma il punto sta nel modo in cui lo fa e nelle riflessioni del giorno dopo ci sono molte cose che ritengo insopportabili: dall’inizio alla fine Salvo Riina ha dato una intervista da mafioso». Lo afferma,  ascoltata dalla commissione Antimafia, la presidente della Rai Monica  Maggioni, precisando subito però che «la Rai non è ’appiattibile' su  un personaggio. La Rai è un’azienda che ogni giorno si dà da fare  nella lotta alla mafia e nessuno delle 13mila persone che lavorano in  questa azienda ha un atteggiamento incerto rispetto a questo».

«Inquietante perchè lui usa dei codici mafiosi»: cosi il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti, ha commentato l’intervista a Salvo Riina andata in onda ieri sera a «Porta a Porta» riferendosi alla parte in cui il figlio di Totò parla dei collaboratori di giustizia e specificando di non aver visto la puntata ma di averne letto i contenuti su alcuni quotidiani. «Per me - ha detto Don Ciotti a margine di un incontro a Bologna con gli studenti universitari - è molto importante alzare il tono della voce perchè a Libera aderiscono alcune migliaia di familiari delle vittime innocenti delle mafie a cui sono stati strappati i loro affetti. Il 70 per cento di queste persone non conosce la verità. C’è bisogno di verità non di creare enfasi su storie che hanno fatto soffrire il nostro Paese».

Il presidente di Libera dopo aver ricordato di aver subito minacce di morte da Totò Rina ha sottolineato che «ci sono tante altre occasioni per far conoscere le mafie, non c’è bisogno di far fare la passerella a personaggi come il figlio di Riina. Mi disturba tutto questo palcoscenico che gli si dà. Lo rispetto nei suoi affetti ma vedere questa pubblicità umilia la storia di tante persone». Secondo Don Ciotti, «oggi in Italia si è creato un clima per il quale il rischio è di non fare più la lotta alla mafia ma di fare la lotta all’antimafia». Per quanto riguarda la Rai, il presidente di Libera ha dato anche atto al servizio pubblico di aver seguito «con grande attenzione la giornata del 21 marzo mobilitando tutte le sue forze per dare dignità alla giornata della Memoria e dell’impegno a livello nazionale e a livello regionale. Bisogna riconoscere il positivo - ha concluso - e denunciare le cose che non vanno».

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