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venerdì 8 aprile 2016

Guidi intercettata, Renzi nel caos: verità imbarazzante su un ministro

Guidi intercettata, Renzi nel caos: la verità imbarazzante su un ministro

di Fabio Amendolara



Gli investigatori lo definiscono «il quartierino romano». Al centro c' è l' imprenditore Gianluca Gemelli, compagno dell' ex ministro Federica Guidi. Nel gestire i propri affari, secondo gli investigatori, «curava gli interessi di un intero gruppo stabilmente deciso - si legge in un' informativa della Squadra mobile di Potenza allegata agli atti dell' inchiesta sui subappalti Total a Tempa Rossa - a manovrare procedure di singoli funzionari e istituzioni pubbliche, sì da piegarne l' esercizio del potere a proprio esclusivo e personale interesse». Il «quartierino» secondo gli investigatori era ben noto al ministro Guidi che, a telefono, in più di una occasione lo ha definito «combriccola». È sulla «combriccola» che si concentreranno le domande della sua audizione in Procura a Potenza oggi alle 12. L' attenzione della polizia si è concentrata su una riunione segreta tra Mef e Mise. A quella riunione con la «combriccola» non c' era Guidi, ma un sottosegretario: Claudio De Vincenti. È il ministro a parlarne a telefono con il compagno, sostenendo di volerlo «sbattere fuori». La Guidi dice al compagno di essersi «rotta» e di riferire alla «combriccola» che avrebbe dovuto «adeguarsi»: «O il giochino è sempre uguale oppure si interrompe». La Guidi, secondo gli investigatori, con quelle parole ammette di aver «definitivamente scoperto le carte». Il riferimento è alla riunione tra Mef e Mise che prevedeva la sua presenza.

La Guidi non riesce a partecipare. Si presenta il viceministro. E l' incontro si tiene lo stesso. La Guidi va su tutte le furie e chiama la segreteria del ministro Pier Carlo Padoan, ma ottiene «risposte imbarazzanti». Le parole dell' ex ministro sono durissime: «Dì ai tuoi amici che mi sono accorta che nonostante tutte le loro balle io ho in casa un pezzo di merda e siccome la merda non me la prendo per parargli il culo al loro amichetto, fin che posso... dato che ho capito... lo tratto da pezzo di merda... perché la Guidi ha anche una sua reputazione... nel senso che non è che facciamo un favore a De Vincenti e allora stiamo meglio tutti. Io non mando a puttane un pezzo della mia roba per fare un favore a tutta quella combriccola».

Il ministro manda anche un sms a De Vincenti e dice: «Non mi ha neanche risposto, ma io non vado a chiamare Anna Finocchiaro, perché non sono io che devo andare a spiegare alla Finocchiaro... prendo atto della cosa loro... lo prendano come un avvertimento». La Guidi è determinata: «Se tolgo le deleghe al viceministro, anche il tuo amico Nicola Colicchi, che dovrebbe sapere che crolla il governo...». Il ministro ribadisce che De Vincenti è la sua rovina: «Però siccome è amico del tuo clan, sappi che lui è uno che sa le cose, quindi prova a prenderci le misure».

Gemelli replica che il viceministro non ha niente da dividere con lui. Ma la Guidi è netta: «No, non ha niente da dividere, ma te e la fida amica Finocchiaro, Paolo Quinto, siccome lo portano tutti in palmo di mano, sai che tutte le cose che racconti a loro, magari lui le sapeva già, però sappi che... lì è fatto così». E infatti sulla stampa De Vincenti viene definito il «ministro ombra». «Ma - secondo Guidi - non aveva alcun titolo per andare al Mef». Il ministro non riesce a capire neanche come abbia fatto a sapere di quella riunione molto riservata. Poi se la prende con Padoan: «Padoan viene fuori... sai chi glielo ha messo lì Padoan? Sempre quel quartierino lì... non è che te lo devo spiegare... Quelle pedine... cioè De Vincenti da me non è un caso... non è per farmi un favore perché è bravo, capito? Come non hanno messo lì Pier Carlo per fare un favore a Matteo, perché Pier Carlo è bravo». Gemelli risponde: «Si tratta di mere dinamiche». Dinamiche che la Guidi dovrà spiegare ai magistrati di Potenza.

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