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domenica 5 aprile 2015

Il canone Rai arriva sul cellulare: così pagherai la tassa più odiata...

Riforma Rai, il decreto legge del governo Renzi: i poteri dell'ad e il canone pagato con il cellulare





Da uomo forte a uomo forte, Matteo Renzi vuole un capo di azienda vero alla guida della Rai. Una persona sola che prenda le decisioni, certo consultando il Consiglio di amministrazione, ma con strumenti nelle mani inediti finora al settimo piano di viale Mazzini. I dettagli della riforma Rai sono tutti concentrati nei sei articoli del decreto legge renziano. Partono da nuove modalità di nomina dei consiglieri di amministrazione fino ad aprire scenari su che fine farà l'odiato canone.

La riforma - A capo della Rai non ci sarà più un direttore generale, ma un amministratore delegato. Questo potrà proporre anche la revoca di uno o più membri del Cda, passando per l'Assemblea dei soci - con il ministero del Tesoro che mantiene il 99,56% delle azioni - e incassando la valutazione favorevole della Commissione di vigilanza parlamentare. Come anticipato nei giorni scorsi, il Cda sarà composto da sette consiglieri: quattro eletti dalla Camera, due dal Senato (ma avranno voto limitato), due dal Governo e uno dall'Assemblea dei dipendenti Rai. Il Cda dovrà approvare il piano industriale, quello editoriale e tutti gli acquisti superiori ai 10 milioni di euro.

Il capo - L'amministratore delegato è eletto dal Cda su indicazione del Governo. A lui spetta il compito di nominare i direttori dei Tg, i direttori di rete e tutti i dirigenti di primo e secondo livello. Può consultare i membri del Cda sulle nomine, ma non è costretto a farlo. Il suo tetto di spesa sale a 10 milioni di euro. Un acquisto di un centesimo di più richiederebbe una gara d'appalto comunitaria, burocrazia, tempi lunghi... Sotto i 10 milioni invece l'Ad può fare quel che gli pare, affidare incarichi, appalti, servizi in base ovviamente alla convenienza per l'azienda. Rimane in carica tre anni e se venisse revocato, dovrà percepire solo tre mensilità come buonuscita.

Canone - Renzi è consapevole della impopolarità del canone Rai. Da tempo studia il modo per farlo sparire, ma senza coperture adeguate il rischio è solo quello di lasciare un gran bel buco nel bilancio dello Stato. Il decreto legge sulla Rai prevede già che entro un anno dall'entrata in vigore, dovrà cambiare la modalità di riscossione del balzello. L'idea mai del tutto smentita è quella di camuffare il canone all'interno della bolletta elettrica. L'idea è che basta un dispositivo connesso a internet o al digitale terrestre per renderlo tassato.

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