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domenica 5 aprile 2015

Quella visita di Matteo Renzi ad Arcore: "Un giorno...": la strana frase di Berlusconi

Silvio Berlusconi, il giorno in cui invitò Matteo Renzi ad Arcore: "Un giorno tutto questo sarà tuo"





Le leggi naturali della politica hanno sempre dimostrato che non esistono regali, da parte di nessuno. Ci starà pensando ormai da tempo Silvio Berlusconi guardando e riflettendosi in Matteo Renzi, un tempo suo ospite alla villa di Arcore in un incontro ampiamente raccontato dai retroscenisti quando il presidente del Consiglio era ancora sindaco di Firenze.

Dopo qualche anno ci si interroga se in quell'occasione Berlusconi avesse colto le potenzialità politiche di quel "simpatico ragazzo", definizione ricordata nella ricostruzione di Francesco Verderami sul Corriere della sera. Chissà se voleva lasciargli tutto in eredità, come i grandi possidenti di terreno che mostrano ai figli le proprietà sterminate. Di sicuro, il Cav, ci aveva visto lungo: "Un giorno tutto questo sarà tuo", disse Berlusconi a Renzi. Una frase che deve avere avuto una sorta di effetto propulsivo sul ragazzo da Rignano sull'Arno, che da allora Renzi non è stato a guardare e qualsiasi cosa si fosse imputato di prendersi, se l'è preso. Anzi oggi è diventato un polo molto più attrativo del Cavaliere, tanto da far temere una grande migrazione verso il Partito democratico dei freschi fuoriusciti Sandro Bondi e Manuela Repetti e a seguire Denis Verdini con i suoi.

Dopo l'abbandono dell'ex fedelissimo, Berlusconi ha tuonato: "Chi va via abbia la decenza di stare zitto", ha cercato di alzare i toni e riportare tutti agli ordini. Ma il tentativo è sembrato sfibrato e inascoltato. I dissidenti ed ex, vedi Angelino Alfano e Raffaele Fitto, ormai pensano in proprio, sperimentano alleanze per le prossime elezioni regionali, guardano avanti senza di lui.

Non è bastata la conferma dell'assoluzione della Cassazione a riabilitare psicologicamente e politicamente il leader forzista. Ancora senza passaporto soffre nell'attesa di tornare libero anche di candidarsi in prima persona. E non nasconde la rabbia verso Renzi che, continua Verderami, si è "rivelato uno di quelli", cioè un comunista aggiornato che però usa gli stessi metodi, forse anche meglio. Come quando fu sconfitto nel primo confronto alle primarie contro Pierluigi Bersani, mentre trovo la vittoria nella seconda occasione: "Siccome avevo capito come facevano - avrebbe detto Renzi a Berlusconi - la volta dopo li ho fregati io".

I colpi al cuore del Cavaliere non si contano più e quelli più difficili da schivare sono proprio quelli che vengono da amici e alleati. Dopo una vita passata a collezionare imprese epiche, dal Milan alla stessa Mediaset, l'ultima mazzata è arrivata da Matteo Salvini quando a proposito di una sua possibile candidatura a sindaco di Milano, il leader del Carroccio ha commentato: "Dopo Pisapia, chiunque può farlo". E di sicuro la memoria di Berlusconi sarà tornata al '92, ricorda Verderami, quando la Dc di Martinazzoli gli negò di fatto la candidatura a palazzo Marino.

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