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giovedì 8 giugno 2017

O LA VA O LA SPACCA Imboscata e addio patto: Renzi, retroscena bomba Il suo piano B, le tre mosse per far crollare tutto

O LA VA O LA SPACCA Legge elettorale, il patto è morto. Il piano B di Renzi: "Decreto legge, al voto con il Consultellum e governo a casa"



Il patto elettorale con Berlusconi, Grillo e Salvini è carta straccia. L'agguato alla Camera, con i franchi tiratori che hanno mandato sotto il governo su un emendamento sia pur di poco conto, rappresenta per Matteo Renzi quello che per Romano Prodi furono i 101 cecchini sulla strada del Quirinale, nel 2013: la fine dei sogni. "La legge elettorale è morta", ha non a caso scritto il dem Emanuele Fiano, relatore del Tedeschellum. Il capogruppo Ettore Rosato a Montecitorio ha sparato a zero sui grillini: "La vostra parola non vale nulla". La verità è che in fondo, se i 5 Stelle sono divisi e Beppe Grillo ha più di qualche difficoltà a tenere i suoi, dentro il Pd stanno messi peggio. Gli orlandiani probabilmente stanno festeggiando la dolce vendetta sul segretario-uomo solo al comando. Ha imposto l'accordo a 4 e ora resterà sepolto sotto le sue macerie. 

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"La legge elettorale in discussione alla Camera - scriveva ieri, dopo la prima imboscata, su Facebook - non è la nostra. Adesso il Parlamento è sovrano. Se passa, bene. Se qualcuno si tira indietro, gli italiani avranno visto la serietà del Pd". Tutto molto bello. Ma ora? La verità è che al Nazareno avevano già intuito che qualcosa poteva andare storto. Secondo Repubblica tutti si aspettavano una caduta al Senato, non a Montecitorio, ma poco cambia. Non a caso, secondo il quotidiano di De Benedetti, il braccio destro di Renzi Luca Lotti sarebbe già "alle prese con le liste".

Il "piano B" l'ha svelato Lorenzo Guerini, il coordinatore renzianissimo del Pd: "Un minuto dopo che l'accordo salta - sono le parole di Guerini a un amico secondo Quotidiano nazionale - dirò che si può andare al voto con il Consultellum perché le due sentenze della Consulta sono autoapplicative". Certo, ci vorrebbe qualche aggiustatina rapida in aula, in un contesto decisamente da Vietnam. Ma anche a Silvio Berlusconi, che oggi sul Corriere della Sera difendeva la scelta del proporzionale ("Così il Movimento 5 Stelle non arriverà mai al 51%") tutto sommato non dispiacerebbe andare al voto con il Consultellum. Già, ma quando? L'altro big Pd Rosato, secondo sempre il retroscena di QN, è stato chiaro: "Il clima nella coalizione di governo, già deteriorato, diventerebbe invivibile e sarebbe impensabile approvare la legge di Bilancio in autunno. A quel punto le elezioni anticipate sarebbero obbligate". La strada sarebbe un decreto legge imposto al governo per armonizzare le leggi elettorali di Camera e Senato, con buona pace del presidente Sergio Mattarella

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