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mercoledì 8 febbraio 2017

SCANDALO COOP ROSSE Gli affari sui profughi gay Ecco quanti soldi incassano

Affare coop rosse: fa soldi con i rifugiati gay


di Caterina Maniaci



Un appartamento per immigrati omossessuali e transgender. In fuga dalle persecuzioni da Paesi che puniscono, brutalmente, l'omosessualità come un reato. Succede a Modena. Un appartamento messo a disposizione dalla cooperativa Caleidos e da Arcigay.

Sono in aumento, infatti, i richiedenti asilo Lgbt. Ultimamente però per ottenere lo status di rifugiati in molti si dichiarano gay e dicono di provenire da uno dei tanti Paesi islamici (africani o mediorientali) dove si applica la shaaria che prevede il carcere o addirittura la pena capitale per gli omosessuali. E con lo status di rifugiato non si può essere «respinti».

La notizia dell'imminente apertura di questa casa-rifugio - che dovrebbe ospitare sei persone, stranieri ma anche italiani - ha generato dibattiti e polemiche. Ne ha parlato la stampa locale, ne ha trattato ampiamente il quotidiano online La nuova bussola quotidiana. Che spiega che in realtà «il numero dei richiedenti asilo riconosciuti omosessuali perseguitati è insignificante. È soltanto un modo per costruire permessi ad hoc. Come dimostra il caso del Gambia dove il dittatore non c'è più, ma continuano ad arrivare richiedenti». E presenta la testimonianza di un membro di una commissione territoriale.

Di diverso avviso l'assessore alle Pari opportunità del Comune di Modena Andrea Bosi, che difende le recenti iniziative legate al mondo Lgbt. «Il progetto dell' appartamento per ospitare i richiedenti asilo Lgbt e offrire loro un rifugio sicuro, proposto da Arcigay e Caleidos», ha spiegato, «è una bella e utile idea che nasce in un terreno cittadino che potremmo definire "ben seminato". Un luogo come questo, nel quale sentirsi protetti, è quanto mai necessario per persone che, in quanto rifugiati, già si trovano in una difficile condizione di vulnerabilità, accresciuta dall'avere un orientamento omosessuale o dall'essere transgender, e questo non solo nel Paese dal quale provengono ma anche qui da noi».

Secondo Antonio Platis, consigliere provinciale e capogruppo di Forza Italia nell' Area Nord, invece l'iniziativa è «quantomeno originale» e desta molte perplessità. Perchè, spiega Platis a Libero, «le liste d' attesa per l'edilizia popolare esplodono, mentre le famiglie fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese, mentre gli italiani si sento discriminati rispetto ai nuovi migranti, a Modena si ha il tempo e i fondi di aprire un appartamento per tutelare i migranti omosessuali, lesbiche e trans che hanno chiesto asilo». Le priorità, insomma dovrebbero essere altre. Altre le emergenze, anche nel territorio modenese, dove la ricostruzione, dopo i terribili danni del terremoto del 2012, va a rilento. Mancano i fondi, si dichiara.

Ma i fondi si sono trovati per i profughi e in particolare per questa nuova iniziativa. «Anche senza finanziamenti diretti, è evidente come i contributi pubblici per la cooperativa Caleidos rappresentino la principale forma di finanziamento. Basti pensare che la proroga del contratto di gestione dei 1.051 migranti sottoscritto dalla Prefettura di Modena per i soli mesi di gennaio e febbraio è pari a 2.020.000 euro». Platis cita poi il verbale della Prefettura di Modena in cui si formalizza l'Accordo quadro «finalizzato alla sottoscrizione di convenzioni per l'espletamento del Servizio di accoglienza di cittadini stranieri, compresi quelli già ospitati presso i centri della provincia, che verranno loro affidati e la gestione dei servizi connessi (1° aprile 2016 - 31 dicembre 2016)».

E la società «provvisoriamente aggiudicataria» risulta proprio la Caleidos Cooperativa Sociale Onlus. Per un importo presunto complessivo di 9.259.250,00 euro. Il tutto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale italiana. Cifre non indifferenti, come si può notare. In ogni caso, proprio per fare una totale chiarezza sul tema, conclude Platis, «solleciterò un'interrogazione a livello comunale, provinciale e regionale».

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