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lunedì 6 febbraio 2017

L'ora della purga di Beppe Grillo: ecco chi caccia dal M5s / Guarda

M5s, Grillo prepara la purga contro chi attacca Raggi: nel mirino la Lombardi


di Brunella Bololli



Cara Virginia ti scrivo. Comincia così la lettera di sostegno alla Raggi pubblicata da Beppe Grillo sul blog delle Stelle, la Bibbia dei pentastellati. Il leader lo dice una volta per tutte, come fosse l’oracolo, e il suo messaggio non è diretto solo alla sindaca, che lo ringrazierà, ma soprattutto agli avversari dell’avvocatessa di Roma: sappiano che il capo ha «stima di Virginia» e non intende scaricarla. Anzi: «Chi attacca Virginia è fuori dal Movimento. Avanti con lei fino al 2021», la blinda l’ex comico, e se qualcuno spera si tratti di una battuta, si rassegni. Beppe lo dice pure in romanesco: «Er sinnaco nun se tocca». «In qualità di garante dei Cinquestelle sono con te», insiste Grillo rivolto all’inquilina del Campidoglio, «hai contro tutti quelli che era possibile immaginare e ben oltre: anche persone in carne ed ossa su cui occorrebbe poter contare».

Il nome di Roberta Lombardi non compare nel lungo post, ma in quanto nemica giurata della Raggi ed esponente della corrente dei puristi del M5S, nonché artefice di un esposto in procura contro l’ex braccio destro della sindaca Raffaele Marra, la faraona del IV municipio si deve essere sentita chiamata in causa e oggi è attesa all’assemblea romana dei grillini dove però nessuno dovrà mettere sotto accusa Virginia, perché così hanno deciso Grillo e Casaleggio. Chi critica è fuori. Sulla deputata pesa il sospetto di avere sollevato per prima il caso delle polizze che Salvatore Romeo ha intestato alla Raggi, sebbene Lombardi si sia affrettata a smentire «le fake news. Non sono io la talpa. Ho dato mandato al mio legale di querelare chi scrive falsità». Per inciso, l’avvocato citato dalla Lombardi, Ervin Rupnik, è lo stesso che ha assistito Raggi nella causa al Tribunale civile sulla firma del contratto con la Casaleggio Associati e sull’ineleggibilità, ottenendo una sentenza favorevole 20 giorni fa.

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Sull’inchiesta nomine comunali, invece, filone penale, la prima cittadina di Roma resta indagata per abuso d’ufficio e falso e molto dipenderà da ciò che dirà Marra (in carcere per corruzione) martedì ai pm. Il sindaco, assistita da Alessandro Mancori, ha scaricato le responsabilità sul suo ex vicecapo di Gabinetto. Più avanti produrrà una memoria difensiva «molto tecnica» in cui si darà spazio alla contestata procedura dell’interpello seguita dall’amministrazione M5S per la rotazione dei dirigenti che ha portato alla promozione di Renato Marra, fratello di Raffaele, alla direzione Turismo. L’accusa di abuso d’ufficio nei confronti della sindaca, dopo il lungo interrogatorio di giovedì (smentito lo svenimento), tende ad affievolirsi per l’assenza di dolo, ma è il reato di falso che, a questo punto, specie se Marra dovesse dare altre versioni, preoccupa i legali del sindaco. Raggi, infatti, sulla promozione di Marra senior ha dichiarato di «avere agito in autonomia».

Intanto si placa il caso polizze di Romeo, ma resta altissimo lo scontro politico che mostra un Movimento sempre più lacerato e diviso in correnti sia tra parlamentari che all’interno del Campidoglio. Grillo e Casaleggio hanno deciso di blindare la Raggi, di proteggerla dagli attacchi dei detrattori interni costruendole attorno una fortezza con l’aiuto di una squadra fidata (i due deputati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, il capo della Comunicazione Rocco Casalino a supervisionare i rapporti con la stampa), ma i romani aspettano risposte e allora al via il piano buche, per mettere a posto le strade dissestate della Capitale, e nuovi innesti in giunta. Fino al prossimo colpo di scena.

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