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giovedì 26 gennaio 2017

Ora nasce il governo Salvini-Grillo Il documento (e le cifre) sul voto

Ora nasce il governo Salvini-Grillo. Il documento (e le cifre) sul prossimo voto



La sentenza della Corte costituzionale ha di fatto bocciato due cardini dell'Italicum, il ballottaggio e il premio di maggioranza così generoso per chi supera il 40% dei voti, restituendo una legge elettorale "suscettibile di immediata applicazione". Questo vuol dire che la legge in vigore adesso potrebbe portare il Paese al voto già con la prossima finestra elettorale tra marzo e giugno. I deputati sarebbero eletti alla Camera con un sistema proporzionale, allo stesso modo i senatori al Senato. In teoria quindi sarebbe soddisfatta anche la condizione richiesta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di avere un sistema omogeneo per l'elezione dei due rami del Parlamento.

Gli scenari che si pongono davanti ai partiti ora sono due: andare subito al voto con la legge frutto della sentenza della Consulta, o trattare per esempio sulla proposta - caldeggiata dal Partito democratico - di ripristinare il Mattarellum. Nel primo caso l'eventuale premio di maggioranza andrebbe alla lista che supera il 40%, nel secondo alla coalizione. In quest'ultimo caso sarebbero sul piede di guerra i grillini, da sempre contrari a qualsiasi alleanza con altre forze politiche.

Che si usi il Consultellum o il Mattarellum, i partiti non potranno fare a meno di stringere alleanze, viste le cifre raccolte dalle forze politiche negli ultimi sondaggi. In particolare prendendo ad esempio quello di Emg Acqua, diffuso dal TgLa7 di Enrico Mentana, le probilità più alte di ricevere l'onere per la formazione di un governo dovrà spettare al Pd. Il partito di Renzi è attestato al 31,7%, sotto quindi la soglia per il premio di maggioranza. A quel punto il Pd potrebbe scegliere la strada delle larghe intese, cercando l'alleanza con Forza Italia all'11,1%: in Parlamento ci sarebbe una maggioranza molto larga, ma la stabilità del governo non sarebbe assicurata nel medio periodo.

Nel caso in cui il Parlamento decidesse di rimaneggiare la legge elettorale, spostando per esempio il premio di maggioranza alla coalizione che supera il 40%, potrebbero trarne particolare vantaggio i partiti di centrodestra. A quel punto, Forza Italia, Lega nord e Fratelli d'Italia avrebbero tutto l'interesse a convergere su una coalizione indubbiamente più omogenea e politicamente coerente, attestata dal sondaggio Emg Acqua al 28,7%, appena quattro punti sotto il Pd. Ne trarrebbe gioco utile chi rappresenta forze politiche meno forti, per esempio Giorgia Meloni con Fratelli d'Italia, che diventerebbe il vero ago della bilancia nel risultato finale.

Non può essere del tutto trascurato lo scenario che vedrebbe vincente il M5s. Dai sondaggi, i grillini viaggiano sul 29.2%, una cifra che li colloca tra i possibili vincitori, anche se rischiano di non avere speranze di formare un governo senza una solida maggioranza in Parlamento. L'unica via possibile rimarrebbe un'alleanza con la Lega nord al 13,6%, un patrimonio elettorale che garantirebbe una quantità di parlamentari sufficiente per convincere il Quirinale. 

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