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sabato 3 dicembre 2016

RENZI SPERA, GLI ALTRI... Cav: "Perde? Lasci la politica" Grillo parla già di sconfitta

Lo scontro finale Renzi-Berlusconi-Grillo, tra "rimonte bestiali" e "se perdiamo..."



"Se perde il referendum, Matteo Renzi deve lasciare la politica". Silvio Berlusconi conclude la campagna elettorale per il referendum in crescendo: il leader di Forza Italia l'ha iniziata da meno di un mese, ha centellinato le energie e si gioca tutto nelle ultime ore, senza fare sconti al premier. 

"Se vince il No starà al Pd e al Quirinale decidere se Renzi deve continuare, ma io non credo ci sarà un governo di tecnici, quindi vediamo che succede", spiega Berlusconi al Corriere.it. "Anche oggi ha detto di non essere di quelli che resta attaccato alla poltrona. Come si potrebbe pensare che resti al governo? E non lo dico io, è lui che lo ha detto pubblicamente e più volte e per me la parola è sacra". Come Matteo Salvini, il Cav ha parlato anche di brogli: "Noi abbiamo una tradizione negativa, in molte occasioni ci sono stati sottratti dei voti dall'abilità nel fare brogli da parte della sinistra e fino a quando noi non avremmo un voto diverso da quello con la matita su una scheda con una X e non avremmo una situazione tecnologicamente avanzata i brogli sono possibili".

Decisamente (e sorprendentemente) più dimesso l'ultimo comizio di Beppe Grillo. In piazza a Torino, il leader del Movimento 5 Stelle ha parlato apertamente di possibilità di sconfitta: "Se vinceremo o perderemo, sarà la stessa cosa, ormai il paese è diviso in due", e in ogni caso il M5s "andrà avanti". "Il fallimento è poesia - ha poi aggiunto -. Non avrò grandi scompensi lunedì, in caso di sconfitta, perché anche se perdiamo sarà una perdita straordinaria, che ci darà ancora più forza. Cosa farò? Andrò su Marte e farò anche lì il Movimento 5 Stelle...". Non esattamente il modo migliore per arringare la folla grillina alla vigilia di quello che gli stessi 5 Stelle hanno contribuito a rendere il momento-clou della politica italiana.

E Renzi? In tv al Tg1 e da Mentana, in piazza a Firenze, il premier si dice ottimista: "Sono un po' stanchino ma sono gasatissimo dall'idea che questa rimonta bestiale possiamo portarla a casa". La carta è quella di un'Italia più forte con il Sì, anche e soprattutto in Europa: "Potremmo essere un Paese leader in Europa e punto di riferimento valoriale, educativo e culturale nel mondo. Per farlo c'è bisogno di rimuovere un po' di ostacoli burocratici, amministrativi, politici. Si poteva fare in un altro modo? Sì ma non si è mai fatto. Questa è un'occasione concreta, domenica chi vota Sì cambia, chi vota No lascia le cose come stanno, e secondo me così come sono non vanno bene".

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