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giovedì 23 giugno 2016

Vaccinazioni: facciamo chiarezza tra falsi miti e pregiudizi infondati

Vaccinazioni: facciamo chiarezza La parola all'esperto



Antonio Ferro
Responsabile Sito Web VaccinarSì

La vaccinazione rappresenta una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina, e ha contribuito in modo fondamentale a incrementare la speranza di vita degli esseri umani. Ha inoltre avuto amplissima diffusione, e fin dall’inizio è stata oggetto di vivace dibattito tra sostenitori del suo effetto positivo e oppositori che si servivano di motivazioni di carattere ideologico, come il rifiuto dell’autorità che ne raccomandava l’utilizzo. 

L’evoluzione della scienza medica ha nel tempo chiarito i meccanismi d’azione dei vaccini (la cui applicazione è avvenuta inizialmente su base empirica) e quindi molte delle ragioni della loro efficacia. D’altra parte, proprio il successo delle vaccinazioni può influire negativamente sulla loro accettazione da parte della popolazione, in quanto la diminuzione dell’incidenza delle malattie prevenibili diminuisce anche la percezione della loro gravità. 

La comunicazione in ambito vaccinale ha sempre avuto un ruolo cruciale per l’accettazione o meno delle pratiche vaccinali, ma in quest’ultimo decennio abbiamo vissuto un cambiamento radicale dei mezzi e delle strategie comunicative. Mi riferisco in particolare all’avvento di Internet e del Web che ha raddoppiato la velocità e la quantità delle informazioni che in pochi minuti letteralmente esplorano ogni più lontano angolo del globo. Infatti nel mondo occidentale internet rappresenta attualmente il principale mezzo di comunicazione: quasi il 30% della popolazione utilizza il computer almeno una volta al giorno per collegarsi ad internet (nel caso delle famiglie con almeno un figlio minorenne i valori salgono all’80%).

 La metà di questi utenti dichiara di utilizzare il web per cercare dati sanitari. Con il miglioramento nel corso dei decenni del livello culturale della popolazione, è infatti cambiato l’approccio a tematiche relative alla salute: oggi la maggior parte dei pazienti si informa in modo autonomo, consultando il medico solo in un secondo momento. Negli ultimi anni, inoltre, si è assistito a un notevole incremento nell’utilizzo delle internet device, con l’arricchimento dei contenuti e dei servizi offerti dal web, il miglioramento e la semplificazione delle modalità di navigazione, e il potenziamento delle prestazioni e dell’affidabilità nella trasmissione dei dati. 

Tuttavia, l’elevata disponibilità d’informazioni cozza con la qualità delle stesse che spesso sono inesatte e ingannevoli tant’è che l’online ha reso internet 'un vaso di Pandora post-moderno', ponendo il problema dell’autorevolezza dei contenuti, in particolare per quelli scientifici. Proprio in ambito vaccinale molte famiglie (specialmente giovani) si affidano alle informazioni diffuse su internet per le proprie scelte. Il dibattito sulle vaccinazioni è ampliamente presente anche nei social network, nei blog e nei forum, dove le mamme condividono dubbi e perplessità, e diffidenza dovuta al passaparola che dipinge le vaccinazioni come inutili e dannose. 

Tali piazze virtuali, per la loro struttura centrata sulla persona rappresentano un mezzo di comunicazione a forte impatto emotivo e quindi altamente persuasivo. La principale criticità informativa è costituita dai siti antivaccinazioni, che rappresentano il 35% delle fonti informative sul web quando si utilizzano le parole-chiave 'vaccino/i' e 'vaccinazione/i'. Attraverso argomentazioni a carattere pseudo-scientifico, o attraverso vere e proprie 'bufale mediatiche' questi siti catturano l’attenzione di persone e famiglie non necessariamente contrarie alle vaccinazioni, che cercano risposte in merito alla sicurezza, ai calendari vaccinali e ai nuovi vaccini. 

Tra gli elementi comuni a questi siti, ricorre la proposta di alcune tesi: 'le malattie prevenute dai vaccini sono scomparse per il semplice miglioramento delle condizioni igieniche'; 'le epidemie per queste malattie si verificano nonostante le vaccinazioni', 'i vaccini sono più pericolosi delle malattie per cui dovrebbero proteggere'. Purtroppo, la divulgazione di dati inesatti e la disinformazione in ambito medico, ha creato un danno d’immagine e di credibilità per la Sanità Pubblica. In Italia la recente indagine sui determinanti del rifiuto dell’offerta vaccinale, promossa dalla Regione Veneto, ha evidenziato come associazioni contrarie alle vaccinazioni, internet e passaparola sono le fonti non-istituzionali più frequentate dai genitori che non vaccinano. 

A questo proposito anche storie insolite e inverosimili, ad un certo punto grazie all’eco dei media ricevono la patente di credibilità. E in Internet trovano il luogo ideale per la diffusione: qui le notizie false e i messaggi controversi - spesso privati dell’indicazione delle fonti o degli autori - viaggiano infatti velocissimi, e con grande amplificazione. In molti, e specie personale medico, ritiene a torto che l’esposizione chiara ed evidente dei dati aiuti le persone a prendere consapevolezza di una situazione e a riscoprire un legame di fiducia con la scienza. Per sradicare alcune credenze, 'demistificarle', fornire più fatti e informazioni non basta. Spesso, anzi, si ottiene l’effetto opposto, ovvero si rafforza il mito. 

Per far vacillare una credenza, in altre parole, non è sufficiente bombardarla di 'prove': il pensiero con cui ci si 'scontra' è selettivo, tende a cercare e a conservare ciò che conferma le proprie opinioni, ignorando o sottovalutando ciò che le contraddice. È quanto accade anche per le vaccinazioni. Che fare dunque? Tralasciare internet, ormai irrinunciabile mezzo di comunicazione, per informare sull’importanza delle vaccinazioni, rappresenta un’evidente miopia per la Sanità Pubblica, come anche per le aziende produttrici dei vaccini. Proprio per questo grazie a Società Italiana d’Igiene è nato nel Maggio 2013, il portale VaccinarSì (www.vaccinarsi.org), che rappresenta un vero e proprio programma complesso di comunicazione sulle vaccinazioni, rivolto alle famiglie e gli operatori sanitari. 

Un portale web, senza aree riservate, di facile accesso (con tre clic si raggiunge ogni sezione), fornito di Blog, forum, profilo Facebook e Twitter, rivolto a tutti gli operatori sanitari coinvolti nell’attività vaccinale, ma soprattutto alla popolazione in potenziale età genitoriale. Più di 500.000 accessi e 1 milione di pagine consultate nel primo anno di attività, testimoniano l’apprezzamento che il programma ha avuto nel panorama italiano e ci sollecitano a continuare in questa direzione; ora il sito si attesta intorno alle 800.000 visite annue con una media di 2.500 accessi quotidiani. Vi è comunque la necessità di una campagna informativa sulle malattie prevenibili per cui la popolazione e anche il personale sanitario hanno perso la percezione del rischio. Deve essere fatto uno sforzo a livello centrale e regionale per portare in luce i casi che quotidianamente avrebbero potuto essere evitati se fossero state utilizzate le vaccinazioni disponibili. Infine dovrebbe essere fatto uno sforzo di formazione del personale sanitario su un adeguato counselling (Fonte: Center for Disease Control, Atlanta USA). 

Si tratta di un’abilità che dovrebbe essere comune a tutto il personale ma che è particolarmente importante in un settore come quello vaccinale, dove l’intervento sanitario è offerto a popolazione sana, nella quale il timore per le reazioni avverse ai vaccini è fortemente influenzato da informazioni spesso fuorvianti diffuse da vari mezzi di comunicazione. Un primo obiettivo è quello di imparare ad impostare un colloquio nel quale aumenti il tempo di ascolto per far emergere i dubbi e le eventuali informazioni distorte, manifestando un atteggiamento che tenda a creare una reciproca fiducia. 

Già l’ascolto di una registrazione dei propri colloqui potrebbe essere un efficace metodo di autovalutazione per rendersi conto di quanto si parla e di quanto poco si ascolta. Successivamente si acquisisce la consapevolezza che la scelta - della vaccinazione - è una decisione dell’assistito, che giunge all’obiettivo condiviso con l’operatore sanitario: anche nei casi più resistenti va offerta una azione di sostegno per facilitare la decisione, valorizzando le risorse dell’assistito, curandosi più del mantenimento della relazione professionale che del conseguimento immediato del risultato 'vaccinazione'. Concludendo, ritengo fondamentale che i rappresentanti dei mass-media facciano rete con gli operatori sanitari e che − per un fenomeno tipicamente umano, e favorito dai mezzi comunicativi dell’attuale società – si crei una fitta rete di messaggi positivi e significativi sulle vaccinazioni, affinché si riesca ad aiutare il pensiero critico della nostra popolazione.

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