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lunedì 15 febbraio 2016

Feltri a sorpresa: "Vi dico perché amo Sanremo". Poi quella frase su Carlo Conti

Vittorio Feltri a sorpresa: "Vi dico perché amo Sanremo". Poi umilia Carlo Conti: "Più che un conduttore..."




Passano gli anni ma il Festival di Sanremo "è rimasto sostanzialmente alle origini. Non importano i contenuti, la qualità delle canzoni e della musica che sono solo pretesti per inscenare, una volta l'anno, uno spettacolo popolare, interclassista, ossia l'evoluzione anche tecnologica delle vecchie care sagre paesane". E tutti si incollano alla tv. Vittorio Feltri compreso, che in un articolo sul Giornale confessa di guardarlo: "I principali denigratori sono i cosiddetti intellettuali, specialmente di sinistra, che amano il popolo, però non sopportano la popolazione", "in passato ho criticato la famosa kermesse, convinto che fosse un diversivo finalizzato a intontire i telespettatori. Sbagliavo. In fondo, Sanremo fotografa alla perfezione il carattere dei connazionali, i quali aspirano legittimamente a svagarsi, a pensare ad altro, anzi, a non pensare affatto, dato che tutto il resto, come intonava Califano, è noia".

Sanremo, conclude Feltri, "rivela il grado di benessere (e malessere) nazionale. Da oltre mezzo secolo, campiamo alla giornata: grazie ai progressisti, la sola cosa che progredisce è la precarietà. Una costante che fa a pugni con lo sviluppo. Si distingue Carlo Conti. È un notaio più che un conduttore", il "simbolo della patria che mendica una settimana di ricreazione". 

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