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martedì 15 settembre 2015

"LA CAMORRA NEL DNA" La Bindi insulta i napoletani È bufera: lei ritratta, però...

Napoli, Rosi Bindi sui napoletani: "Camorra è elemento costitutivo della città" e scoppia la polemica




Una valanga di polemiche si sta scatenando contro la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi dopo il suo scivolone su Napoli e i Napoletani. "È già molto importante quello che è emerso oggi - ha detto la senatrice Dem dopo le prime due audizione dell'antimafia nel capoluogo campano - la camorra è un dato costitutivo di questa società, di questa città, di questa regione". Non le bastava l'odio smisurato e mai nascosto del presidente campano "impresentabile" Vincenzo De Luca, ora contro la Bindi ci sono milioni di campani a dir poco irritati. Secondo la Bindi: "Anche quando grazie ai risultati raggiunti dalla malgistratura, dalle forze di polizia si assicurano alla giustizia i grandi capi dei caln, non bisogna mai distrarre l'attenzione per la straordinaria capacità di riproduzione che hanno i clan e per il radicamento sociale ed economico che hanno in questa città, in questa regione".

Le reazioni - A poco è servita la pezza cucita in fretta e furia sullo strappo della Bindi dal Procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo: "Non ritengo che la camorra sia un dato costitutivo di Napoli - ha chiarito - Credo invece che sia una patologia. I napoletani non hanno nel loro dna il crimine. Se dovessimo quantificare il numero di soggetti che delinquono a Napoli - ha detto ancora Colangelo - ci accorgeremmo che è una minima parte rispetto a chi vuiole vivere in pace". Meno accomodante il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: "La cultura, la storia, il teatro, l'umanità sono gli elementi costitutivi della città - ha detto l'ex magistrato - Non condivido per nulla la nota della Bindi, quando l'ho letta sono saltato dalla sedia. Non so cosa volesse dire, ma dovrebbe spiegare questa affermazione". Le bordate sono arrivate anche dalle fila degli alleati di governo del Nuovo centra destra con il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano: "È un pugno in faccia ai tanti cittadini onesti, napoletani e campani, che fanno della lotta alla criminalità organizzata il loro pane quotidiano".

La retromarcia - La Bindi ha provato a fare marcia indietro, per quanto non sia riuscita a ritirare proprio le parole che hanno scatenato le polemiche: "Mai parlato della camorra nel Dna dei napoletani - ha detto la senatrice - Ho parlato della camorra come elemento costitutivo di una società e della storia della città. Ripeto queste parole con convinzione. Non si può fare fare una storia di Napoli senza fare una storia della camorra, così come una storia dell'Italia senza le mafie. Ignorare questo dato - ha aggiunto - impedisce che camorra e mafie continuino a essere elemento costitutivo. Se qualcuno si è offeso - ha concluso - non posso chiedere scusa perché ne sono convinta. Non ho mai parlato di Dna. Non negare la camorra è il primo atto per combatterla".

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