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domenica 12 aprile 2015

Si vota e Renzi promette altri soldi: a chi può dare il tesoretto da 1,6 miliardi

Def, dove andranno a finire quei 1,6 miliardi in più: bonus anche agli incapienti o ammortizzatori sociali





Tesoretto o bonus, chiamatelo come preferite. Ma quei 1,6 miliardi in più ci sono e il governo deve ancora decidere cosa farne. Secondo le prime indiscrezioni filtrate prima del CdM di venerdì sera, l'idea che stuzzicava Matteo Renzi era quello di utilizzarli per estendere il Bonus da 80 euro che tanta fortuna gli ho procurato alla vigilia delle Europee 2014. 

Incapienti o ammortizzatori? - Le coincidenze politiche sono notevoli: a maggio si voterà alle Regionali e sembra un test sul governo e sul premier, e dare una mancia elettorale non è mai mossa sconsigliata. Ebbene, quei soldi potrebbero finire nelle tasche degli incapienti (esclusi come i pensionati dal bonus Irpef prima versione). Dal Consiglio dei Ministri però sembra essere emerso un altro indirizzo: utilizzare quei 1,6 miliardi per allargare il fondo per gli ammortizzatori sociali che a giugno dovranno essere riconfermati in concomitanza con l'attivazione del Jobs Act. 

Come nasce il "tesoretto" - Quel miliardo e mezzo abbondante è spuntato non tanto per politiche virtuose del governo quanto per una delle tante scorciatoie contabili prese da Palazzo Chigi: di fatto, si tratta di un margine sull'indebitamento. Con la crescita del Pil stimata per il 2015 allo 0,7% contro lo 0,6% del settembre scorso, il deficit in rapporto al Pil sale dal 2,5% al 2,6%: ecco quei 1,6 miliardi. Il guaio è che in attesa di tagli non ancora concreti (e senza nuove entrate, cioè nuove tasse, come promesso da Renzi), quei miliardi sono frutto per ora di solo indebitamento. Il colpo grosso potrebbe arrivare tra qualche settimana, quando Palazzo Chigi proverà a trattare con l'Unione europea per far scattare la clausola di flessibilità sulle riforme: il taglio del deficit strutturale per il 2016 si potrebbe limitare allo 0,1 contro lo 0,5 nel caso venissero meno le "circostanze eccezionali" riconosciute nel 2014 per la recessione economica: 0,4% che si tradurrebbe in 6,4 miliardi. Quello sì un bel tesoretto.

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