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mercoledì 18 marzo 2015

Multe irregolari per fare cassa: scoppia il caso delle strisce blu

Milano, multe irregolari per fare cassa: scoppia il caso delle strisce blu

di Roberto Procaccini 



Il governo è stato chiaro: gli automobilisti con tagliando scaduto sulle strisce blu non vanno multati. A Milano, però, i vigili non hanno ricevuto nessuna indicazione ufficiale dal Comune. E le sanzioni continuano a fioccare. A chiedere chiarimenti per primi sono i ghisa di Milano. Come si devono comportare con quegli automobilisti che protraggono la sosta nelle strisce blu oltre il termine per il quale hanno pagato? Palazzo Marino prevede per il trasgressore la multa, come per chi il ticket non l’ha neanche esposto. Ma la disciplina nazionale, come messo nero su bianco dal ministero dei Trasporti, dice altro: niente sanzione, ma «recupero del dovuto». Chi sfora il tempo di parcheggio non si vede precipitare sulla nuca la tagliola della contravvenzione, ma dovrebbe essere invitato a saldare la differenza tariffaria.

A Milano di questo nuovo orientamento non c’è traccia. Serve un regolamento comunale che la giunta arancione non ha mai prodotto. Eppure è un pezzo di carta che permetterebbe agli automobilisti meneghini, già vessati da autovelox, multe pazze e Area C, di risparmiare un bel gruzzoletto. Se l’amministrazione è ferma, si muovono i sindacati della Polizia Locale. Giovanni Aurea, delegato Rsu, chiede chiarimenti in una lettera inviata lo scorso 12 marzo al responsabile del comando di Zona 4 (sotto cui ricade l’aeroporti di Linate) e al comando centrale di via Beccaria. Servono «per il futuro disposizioni operative - scrive -. Neanche gli altri colleghi risultano informati in merito». I ghisa, cioè, non hanno avuto indicazioni sul come adottare la nuova procedura.

La querelle è vecchia di un anno. Nel marzo 2014, in seguito a una sentenza della corte di Cassazione che apre il caso, il ministro Maurizio Lupi risponde così a un’interrogazione parlamentare: per gli automobilisti che rimangono in sosta più tempo del dovuto niente multa, bensì «le amministrazioni locali possono affidare al gestore del servizio le azioni necessarie al recupero delle evasioni tariffarie e dei mancati pagamenti». All’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, la notizia non piace, e il presidente Piero Fassino (sindaco di Torino) strappa a Lupi un compromesso: l’adozione della pratica è affidata ai regolamenti delle singole amministrazione. Nel caso di Milano, si diceva, il regolamento non si è mai visto.

Insorgono le opposizioni. «Farò un’interrogazione in Consiglio» tuona Marco Osnato (Fdi). «Questa giunta non sa riformare il bilancio e continua a fare cassa con i soldi degli automobilisti». «È l’ennesima furbata di chi, come Dracula - ironizza il forzista Fabrizio De Pasquale -, sa solo succhiare soldi ai cittadini». Milano, stando alle rivelazioni del Sole24Ore, è la capitale italiana delle multe, l’unica in Italia ad aver aumentato gli introiti tra il 2013 e il 2014. L’anno nuovo è iniziato con la notizia che gli autovelox in città producono circa 5mila verbali al giorno, e la promessa di installazione di nuovi rivelatori di velocità e di infrazioni semaforiche. La situazione non piace neanche ai ghisa. Mentre in città il controllo della sosta è delegato agli ausiliari del traffico di Atm, a Linate la competenza è loro. Ai vigili per di più è chiesto di relazionare ogni giorno il numero di multe comminate. «La funzionaria responsabile del Comando di zona 4 esige una statistica relativa al numero di sanzioni elevate» conclude Aurea, «ma non ha ancora risposto all’istanza da me presentata circa la procedura da osservare quando il biglietto del pagamento risulta scaduto». Non c’è fretta: pagano i milanesi.

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