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sabato 7 giugno 2014

Expo, spunta il nome del ministro di Renzi E Greganti fa lo show davanti ai giudici: "Sono un utopista, picchiatello, vivo con..."

Expo, spunta il nome di Martina, il ministro di Renzi. E Greganti nega tutto: "Vivo con 1.600 euro"



Altri guai in vista per Matteo Renzi: spunta il nome di un suo ministro nell'inchiesta sull'Expo. A farlo è stato Angelo Paris parlando nel suo primo interrogatorio del Compagno G. Primo Greganti, ha detto l'ex manager di Expo secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, "non hai mai fatto riferimento a personaggi politici, faceva riferimento ad aree politiche della sinistra, Pd. Una volta ha fatto riferimento al ministro Martina, era un suo buon amico, ma non in riferimento alla mia carriera". Dopo essere stato arrestato con l’accusa di far parte della "cupola degli appalti" Paris tira dunque in ballo il ministro dell'Agricoltura che però nega ogni coinvolgimento: "Non ho mai conosciuto Greganti". "Ricostruzioni diverse sono prive di ogni fondamento e frutto di illazioni da cui mi tutelerò senza indugio in tutte le sedi opportune", ha tuonato Maurizio Martina.

La cupola - Riguardo sempre alla forse "millantata capacita'" da parte della "cupola" di "assicurare un futuro politico stabile", Paris ha anche spiegato che "è stato Frigerio che mi ha sempre parlato" che per un "avanzamento della mia carriera faceva riferimento a Silvio Berlusconi". E poi lo sfogo: "Sono stato un cretino a fidarmi di Cattozzo, Frigerio e Greganti. Grillo non lo conosco. La prima volta che l'ho visto è stato il 28 aprile 2014". Ha chiarito, infatti, di aver "favorito questi qua, Cattozzo, Frigerio e Greganti, da quando ho questo ruolo". Ma ha ribadito di non aver mai preso "un soldo" da loro. E ancora sull'ex funzionario Pci: "Nel corso degli incontri con Greganti, mi propose la possibilità che le cooperative potevano inserirsi nella gestione dei padiglioni, lui si proponeva come titolare di una società che produceva materiale di legno".

Il dribling del Compagno G - Da parte sua, Greganti nega ogni addebito. Mentre gli altri arrestati dell'inchiesta Expo si barcamento, si inventano scuse, lui, interrogato nel carcere Opera il 12 maggio scorso nega tutto. Dal verbale dell'interrogatorio pubblicato dal Giornale emerge "un gigante": come vent'anni fa il Compagno G "si sdraia di traverso all'inchiesta, a costo di non essere creduto dai giudici". "Sono scandalizzato che parlino di me", dice Greganti al giudice Fabio Antezza. Può darsi che loro abbiano pensato di ripartire questo importo anche con me e poi ci hanno ripensato su. Con me, però, non hanno mai concordato di dividere quell'importo, perché io non ho mai fatto nulla in rapporto alla questione a cui loro si riferiscono". Greganti spiega poi al magistrato che lui non ha mai vissuto sopra le righe: "Vivo con una pensione di 1.600 euro al mese e 550 euro li do per la figlia che non frequento. Sono un utopista che vive nel mondo che probabilmente non c'è più". E ancora: "Non ho dato soldi a nessuno, non ho preso soldi da nessuno, non ho chiesto a nessuno di fare cose fuorilegge", dice al Pm l'ex funzionario del Pci che ammette di aver incontrato molto volo Angelo Paris, ma "non gli ho mai chiesto di darmi notizie riservate". "Ho incontrato Paris", spiega, "perché lì si fanno 43 padiglioni in legno (e lui si occupa di progetti della filiera del legno, ndr), c'è un'ingegneria evoluta lì a Milano che a me interessa conoscere". Stesso discorso per la Cina: lui era interessato alle tecnologie del legno. Alla fine Greganti ammette: "Questa è la mia morte politica", dice al pm. "Non politica perché io aspiri a... non faccio, non sono dirigente politico, sono sensibile ai problemi sociali. Sono un utopista, un po' picchiatello. Ma è la mia morte... settant'anni... sa che dopo le vicende giudiziarie del '93 io è come se avessi avuto la rogna per alcuni anni? Capisce?".

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