Visualizzazioni totali

martedì 22 aprile 2014

Tutte le tasse nascoste che ci impone Renzi

Tutte le tasse nascoste che ci impone Renzi

di Chiara Sarra


Se non arrivano i soldi dalla spending review, il governo dovrà tagliare fondi a enti locali e aumentare accise. E pure per le imprese...



Siamo alle solite: il governo fa finta di dare da una parte e toglie dall'altra. Così, perché alcuni abbiano 80 euro al mese in busta paga, a tutti vengono aumentate le tasse per 4 miliardi. Secondo quanto racconta Libero, infatti, lo ha ammesso anche Pier Carlo Padoan in un'intervista al Corriere della Sera. Se i 4,5 miliardi attesi dalla spending review non dovessero arrivare "ci sono clausole di salvaguardia misura per misura, altrimenti il provvedimento non potrebbe ricevere il visto della Ragioneria generale. Clausole che prevedono, secondo i casi, utilizzo di risorse accantonate per altri fini, tagli lineari, aumenti di imposta". Detto in parole povere, a pagare saranno - al solito - Regioni e Comuni, che si vedranno ridurre il budget per scuola e sanità, ma anche - probabilmente - i consumatori che potrebbero assistere a ulteriori aumenti di iva e accise su tabacchi e carburanti. 

Non solo. Salvo modifiche dell'ultim'ora, anche le imprese saranno beffate: se da una parte Palazzo Chigi promette la riduzione dell'Irap, dall'altra taglia alcune agevolazioni fiscali, come la limitazione dell'esenzione Imu per le aziende agricole, l'eliminazione del regime di esonero per le cosiddette imprese marginali e la riduzione degli sgravi per le imprese agricole che utilizzano energia da fonti rinnovabili. Oltre a ben 600 milioni derivanti dall'eliminazione della rateizzazione di una imposta sostitutiva introdotta dal governo Letta e che doveva essere pagata in tre anni. Risultato? Complessivamente nelle tasche degli imprenditori arrivano 700 milioni di euro, ma ne esce un miliardo. Insomma, alla fine le aziende perderanno comunque 300 milioni di euro.

Tutto ciò va ad aggiungersi, ovviamente, all'aumento delle aliquote per le rendite fiscali, che passano dal 20% al 26%. Norma che potrebbe essere persino retroattiva, se non ci si avvale del cosiddetto "affrancamento" entro il 30 settembre e solo per le plusvalenze maturate entro il 30 giugno.

Nessun commento:

Posta un commento