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martedì 22 aprile 2014

L'Avvocato Risponde

L'Avvocato Risponde

Spazio Settimanale dedicato all'Avvocato Risponde


La parola all'Avvocato Mario Setola
del Foro di Napoli 

Egregio avvocato, mi chiamo Pino e scrivo da Cardito. In un negozio mi sono fatto fare un buono di acquisto da regalare. Il negozio ha emesso il buono con regolare scontrino fiscale, indicando una scadenza a tre mesi dalla data di emissione. L’amico a cui l’ho regalato, si è recato al negozio con una decina di giorni di ritardo rispetto alla scadenza del buono e ovviamente il negozio ha rifiutato il buono. Considerando che ho eseguito un pagamento per cui non ho usufruito ne di beni ne di servizi, non ho il diritto al rimborso anche parziale dell'importo pagato ?

Gentile Pino, il buono acquisto è semplicemente un mezzo di pagamento equipollente al denaro. Il buono acquisto non è un “bene” nel senso più classico del termine, ma un sistema di pagamento, in base ad un accordo tra il cliente ed il negoziante. Non a caso, nella tua mail, non hai usato il termine acquistare il “buono acquisto”, ma “mi sono fatto fare un buono acquisto” , immagino che consapevolmente, tu ti sia reso conto che un buono acquisto non si potrebbe acquistare. Il buono acquisto è un accordo con il negoziante, con cui il cliente in concreto afferma: “ti anticipo 300 euro per conto di colui che si presenterà nei prossimi tre mesi con il buono acquisto”. Potremmo paragonare il buono acquisto ad un titolo al portatore equipollente al denaro. Magari sui libri di diritto privato non troveremo un paragrafo dedicato ai buoni acquisto, ma il loro funzionamento è identico ai titoli al portatore utilizzabili come strumenti di pagamento. Facciamo un altro esempio: i buoni pasto consegnati dal datore di lavoro hanno anch'essi una scadenza, in genere aprile dell'anno successivo alla loro emissione. Se non li dovessi consumare entro aprile ? Il negoziante non li accetterebbe più in pagamento, ma il datore di lavoro li sostituirebbe con altri buoni pasto aggiornati! Cosa c'entra con la nostra storia: i buoni acquisto, i buoni pasto sono strumenti di pagamento come il denaro ed esattamente come la moneta, non possono scadere nel vero senso della parola. Il tuo buono acquisto aveva una scadenza di tre mesi, perché dopo i tre mesi sarebbero iniziati i saldi ed il buono acquisto avrebbe aumentato il suo valore reale (se a Natale con quel buono acquisto avresti acquistato un cappotto, a metà gennaio, un cappotto ed un pantalone !). La scadenza trimestrale del buono acquisto affonda le sue ragioni in queste circostanza. Il negoziante vuole evitare che il buono acquisto sia speso durante il periodo dei saldi, quando i prezzi si abbassano ed il valore reale della moneta sale. Tanto premesso, è semplicemente da pazzi sostenere che il buono acquisto non utilizzato non possa essere rimborsato. Il buono è moneta e se non utilizzato nei termini, deve ritornare nella forma liquida di denaro - salvo che sul buono acquisto non sia scritto espressamente “se non utilizzato entro tre mesi non dà diritto al rimborso”. Del resto le nostre conclusioni sono in sintonia con l'articolo 1463 del codice civile che prevede quanto segue, per quanto riguarda i contratti a prestazioni corrispettive: se una parte non può usufruire della prestazione per impossibilità sopravvenuta, la controparte deve restituire la prestazione già ricevuta, secondo le norme sull'indebito..

Avv. Mario Setola Per contatti: 3382011387
Studio C.so Cesare Battisti n. 145 – Cardito (NA)
E_mail: avvocato.mariosetola@libero.it

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