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lunedì 27 marzo 2017

Bomba delle Iene sulla sindaca Raggi: "Il 20 aprile...", grillini spalle al muro 

Bomba delle Iene sulla sindaca Raggi: "Firme false, elezione illegittima"



Le Iene mettono nei guai Virginia Raggi. A monte della sua candidatura a sindaco di Roma, secondo il programma di Mediaset, ci sarebbe stata una raccolta di firme false da parte del Movimento 5 Stelle, come già emerso a Palermo e Bologna. Diversi esponenti del Pd nazionale e romano sono partiti all'attacco. "Nessuna irregolarità, ma verificheremo", si è difesa la Raggi. Il vicepresidente della Camera e big grillino Luigi Di Maio, all'agenzia Agi, contrattacca: "Le firma sono state raccolte tutte correttamente ma c'è il problema di una data.. Detto questo, vedremo... Come sempre il Pd interviene senza guardare in casa propria". E un post del M5s assicura: "Mettetevi l'animo in pace: la Raggi è legittimamente sindaco di Roma votata da più di due terzi degli elettori romani. Tutte le firme raccolte a Roma per la presentazione della lista di Virginia Raggi sono autentiche e autenticate".

Secondo la "Iena" Filippo Roma, invece, raccoglie un caso sollevato dal consigliere comunale Alessandro Onorato (Lista Marchini):nell'atto principale della raccolta firme è segnata la data del 20 aprile 2016 e sono indicate 1.352 firme raccolte attraverso 90 "atti separati". Peccato che il "Firma Day" del M5S sia stato tre giorni dopo, il 23 aprile, tre giorni dopo. "O sono veggenti - commenta ironicamente Onorato alle Iene - o c'è un falso". Secondo i due grillini delegati alla raccolta firme, è tutto lecito e sarebbe una prassi lasciare delle parti in bianco sull'atto principale.

"Agnelli, complotto, Juve e arbitri" Moggi svela tutto, bomba sul calcio 

Luciano Moggi, intervista a Senaldi su Libero: "Agnelli, il complotto, la Juve, gli arbitri, vi svelo tutta la verità"




"Se incastrano Agnelli come hanno fatto con me, stavolta crolla il calcio". Luciano Moggi, intervistato da Pietro Senaldi su Libero in edicola oggi, vuota il sacco sulla Juventus e il caso 'ndrangheta. Tira aria di complotto un po' come 11 anni fa, ai tempi di Calciopoli. Impossibile poi non parlare degli arbitri che lo hanno inguaiato: "Pregavo Dio per vincere senza di loro. Non parlerei di sudditanza, ma di mignottaggine. Aiutano chi è più forte per fare carriera".

Michele Vietti ‘Mettiamo Giudizio’ Il giudice è tra potere e servizio

Michele Vietti ‘Mettiamo Giudizio’ “Il giudice tra potere e servizio”


di Laura Fusillo



Michele Vietti, professore di diritto commerciale all’Università degli studi Internazionali di Roma, avvocato civilista, già deputato per quattro legislature e sottosegretario alla Giustizia e all’Economia, ha per lungo tempo presieduto le Commissioni parlamentari di riforma del diritto societario e fallimentare. Nel 2010 è stato eletto Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, successivamente, tra il 2015 e il 2016, su incarico del Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha presieduto la Commissione per la Riforma dell’Ordinamento Giudiziario. "Ho affidato la guida della Commissione di studi che ho costituito nell’ambito del mio Ministero a un uomo delle istituzioni, Michele Vietti che, adottando un approccio corretto nei confronti della categoria dei magistrati, nonostante non ne faccia parte, ha messo in risalto la necessità di migliorare il servizio offerto ai cittadini eliminando quelle note criticità che nel tempo si sono sempre più radicate nella materia”. Questa, in sintesi, è la prefazione del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, all'ultimo libro di Michele Vietti edito da Università Bocconi Editore.

Un nuovo sguardo sullo stato di salute della giustizia in Italia: dopo i primi due saggi in cui venivano indagate le patologie più ricorrenti che affliggono il sistema giudiziario, Michele Vietti fa un salto operativo e affronta il tema della riforma della giustizia da una diversa posizione: quella di Presidente della Commissione di Riforma dell’Ordinamento. L’autore analizza e commenta i principali punti del progetto elaborato: una nuova mappa dei tribunali in Italia, giudici specializzati, coordinamento dei pubblici ministeri, criteri efficaci e meritocratici per selezionare i magistrati, valutarli e farli avanzare nella carriera, sistema disciplinare garantista ma effettivo e, non ultimo, il delicato rapporto fra magistrati e politica. A dieci anni dalla revisione delle regole che governano la magistratura, questo libro affronta in anteprima e attraverso la voce di uno dei principali artefici i prossimi interventi con cui si vuole integrare e correggere il funzionamento della macchina giudiziaria per offrire una risposta efficace, tempestiva e uniforme alla domanda di giustizia dei cittadini.

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Un libro utile non solo per gli ‘addetti ai lavori’, togati e non, ma un saggio per conoscere dall’interno della macchina organizzativa i tempi della giustizia, l’organizzazione dell’apparato giurisdizionale, le norme che regolano la vita professionale dei magistrati e tutto ciò che si riflette sull’esperienza quotidiana, sulle aspettative di giudizio di tutti i cittadini, in un settore in cui il made in Italy non è spesso sinonimo di efficienza. "Le norme proposte sono, a mio parere, innovative e coraggiose. Perché abbiano successo occorre però fugare definitivamente la logica dell’assedio in cui la magistratura si ritrova nell’improprio ruolo di assediato e la politica di quello altrettanto improprio di assediante”, così Michele Vietti descrive, in breve, il senso della sua proposta ordinamentale. Sono intervenuti alla presentazione del libro anche il Procuratore Generale della Cassazione Pasquale Ciccolo, e i giuristi e professori universitari Guido Alpa e Massimo Luciani, e il dibattito è stato moderato dall’editorialista del Corriere della Sera Giovanni Bianconi.

Martin Schulz, figuraccia epocale La Merkel umilia così il kapò

Elezioni nella Saar: trionfa la Cdu della Merkel, stangata per kapò Schulz



È la Cdu di Angela Merkel il vincitore delle elezioni nella Saar, con il 41% dei consensi, secondo i primi exit poll. La Spd, contrariamente alle aspettative, è sotto le aspettative con il 29,5%: il cosiddetto "effetto Schulz" non è bastato, a sentire i primi dati. La Linke con Oskar Lafontaine resiste al 13%. Sconfitti, secondo questi primi dati, i Verdi e i liberali dell’Fdp, ambedue fermi al 4,5 % - dunque al di sotto della soglia del 5% necessarie ad entrare nel parlamento del Land - mentre i nazional-populisti dell’Afd si bloccano al 6%. Premiata, in sostanza, la popolarità della governatrice in carica Annegret Kramp-Karrenbauer. Sembra sfumare l’ipotesi di una coalizione rosso-rossa (Spd più Linke), mentre appare più probabile la conferma della "Grosse Koalition" tra Cdu ed Spd.

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Raggi, umiliazione bis dalla Merkel Che fa Angela mentre lei parla / Guarda

Trattati di Roma: la Raggi sta parlando, Angela Merkel se ne va



Non bastava quel "lei è il sindaco, suppongo". In occasione delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha inflitto un'altra umiliazione al sindaco di Roma Virginia Raggi. La grillina stava facendo il suo intervento nella sala del Campidoglio alla presenza dei 27 capi di governo della Ue, quando sullo sfondo i fotografi hanno immortalato la Merkel che se ne andava, abbandonando la sala mentre ancora Virginia stava parlando.


Occhio a quei segnali: come capire se la tua banca andrà a finire male

Banche, come fare a sapere se la tua finirà male



di Nino Sunseri



Basteranno i venti miliardi stanziati dal governo per rimettere a posto il sistema bancario italiano? Il dubbio cresce insieme all'emergere di nuove situazioni di difficoltà. Ieri, per esempio, Chianti Banca ha pubblicato il bilancio 2016 che evidenzia una perdita di 90,4 miliardi.

Il presidente Lorenzo Bini Smaghi (ex rappresentante dell' Italia nel board della Bce) spiega che il risultato è frutto di pulizie straordinarie. Proprio per chiudere con il passato ci sono state le dimissioni del direttore generale e di cinque consiglieri. L'istituto ha ancora indici patrimoniali positivi. Diventerà spa e non chiederà aiuti.

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Per una banca che dice di essere in grado di tirarsi da sola fuori dai guai ce ne sono almeno un centinaio in affanno. La debolezza emerge dallo studio di Mediobanca che ha messo sotto la lente di ingrandimento i bilanci del 2015. Dopo quindici mesi si capisce che gran parte dei problemi sono ancora aperti.

Come punto di partenza gli analisti di Piazzetta Cuccia hanno preso il rapporto fra le sofferenze e il patrimonio netto tangibile. Gli addetti ai lavori lo chiamano Texas ratio perchè fu applicato per la prima volta negli anni '80 alla crisi delle banche texane. Misura la funzione fra le sofferenze e la liquidità di cui dispone l'istituto compresi gli accantonamenti. Se l'indice è sotto il 100% non c'è problema. Sopra comincia a suonare il campanello d'allarme la cui intensità cresce con l'ampliarsi della forbice. Per capire: la banca peggiore d' Italia, nel 2015 era la Bcc di Teramo che aveva un Texas ratio di 777,2. È stata salvata dall' intervento della Bcc di Castiglione Messer Raimondo e Pianella con l'aiuto del Fondo di garanzia del credito cooperativo. Mediobanca ci fa sapere che le banche italiane con un Texs ratio superiore al 100%, in base ai bilanci 2015 erano 114.

Sono situazioni di crisi che, fino a questo momento, non sempre hanno trovato una soluzione. Per esempio al terzo posto nella lista nera di Mediobanca figura Unipol Banca con un Texas ratio del 380,3%. Un problema per Carlo Cimbri gran capo del gruppo Unipol, ancora alla ricerca di un marito molto robusto. Si è parlato di Banco Popolare o Bper con cui la compagnia d' assicurazione ha in corso gli accordi di bancassicurazione. Non è ancora accaduto nulla. Nel suo studio Mediobanca dice chiaramente che, in questi casi, non bisogna perdere tempo. Aspettare serve solo a peggiorare la situazione. La banca con un Texas ratio alto è spacciata perchè il peso delle sofferenze e i costi operativi affondano il conto economico. Si lavora, si fattura sapendo che si andrà incontro ad una perdita secca. Lo dimostra il caso di Mps che nella classifica di Mediobanca figura al posto numero 7. Il costo del salvataggio è passato da 5 miliardi a 8. E che dire delle Popolari Venete? I 3,5 miliardi messi da Atlante sono stati bruciati perchè insufficenti.

Ora sarà necessario l'intervento diretto dello Stato. Sempre ammesso che i vecchi soci accettino l'Opa lanciata dalle due banche sui loro titoli. Così, alla fine, l'unico esempio virtuoso diventa il Banco Popolare che stava sul gradino diciotto della black list. L'aumento di capitale e la fusione con Bpm dovrebbero aver chiuso la ferita.

domenica 26 marzo 2017

CIAO CIAO RENZI Letta, la vendetta fredda: pugnalata dalla Annunziata

Enrico Letta, la pugnalata a Renzi in diretta dalla Annunziata




Ciao ciao Matteo Renzi. La vendetta di Enrico Letta, fredda, si consuma in diretta tv da Lucia Annunziata, a In mezz'ora su Raitre. "Parteciperò e voterò per le primarie del Pd. Penso che voterò Andrea Orlando, voglio dare al Pd un'ultima chance, spero che la meriti", ha ammesso l'ex premier, pugnalato sulla strada di Palazzo Chigi dall'ex sindaco di Firenze. Renzi, insieme a Orlando e a Michele Emiliano, è di nuovo in corsa per il ruolo di segretario del  Pd. "Orlando vuole unire - ha aggiunto Letta -, il Pd è stata una storia di tante persone, non è il comitato elettorale di un capo".

A colpire e forse convincere definitivamente Letta è stata la presenza sabato a Roma del ministro della Giustizia, al vertice dei leader dell'Unione europea. Non c'erano, invece, né Renzi né Emiliano. "Orlando era lì dove dev'essere un leader del Pd, tra le bandiere dell'Ue". Orlando o Renzi, si aprirà però il tema di come e con chi governare dopo le elezioni politiche. "Non ho mai letto da nessuna parte parte che i 5 stelle vogliano fare alleanze. Le alleanze politiche con loro mi sembrano molto complicate, se non impossibili. Ritengo però che sia fondamentale parlare con le persone che votano i partiti non tradizionali, non trattarle come appestate, e cercare di fare una politica autentica che tenga conto che certi messaggi di sobrietà e di contenimento dei costi della politica sono condivisi da tutti". Lo stesso M5s, ha aggiunto, "dovrà porsi il problema che da solo non riuscirà a prendere il 50%, e se non costruirà una rete di alleanze resterà un movimento sterile". 

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