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venerdì 3 marzo 2017

Due bombe su Gentiloni, come va a casa Cosa c'è dietro inchiesta e condanna

Consip e Ala, due bombe sul governo Gentiloni: perché ora rischia di cadere



Proclami, parole, promesse. Ma poi arrivano le inchieste. E così, nonostante a voce arrivino le garanzie sul fatto che possa continuare il suo lavoro, il governo Gentiloni pare sempre più a rischio. Quasi all'angolo. Le ultime bordate sono state la condanna di Denis Verdini e l'inchiesta Consip, che coinvolge anche il sottosegretario Luca Lotti.

Si parte da Ala, il partito di Verdini uscito dalla maggioranza quando Paolo Gentiloni è asceso a Palazzo Chigi (senza concedergli nulla, o quasi). Certo, fino ad oggi l'esecutivo ha tirato dritto senza l'appoggio dei verdiniani, che comunque, in qualche occasione, hanno concesso la loro fiducia. E quei loro voti, in vista dell'approvazione di alcuni passaggi delicati come il Def ad aprile e la legge di Bilancio ad ottobre, potrebbero servire, eccome. Dunque, da Verdini, per Gentiloni arrivano alcuni grattacapi.

Ma le preoccupazioni più grosse derivano dall'inchiesta Consip: su Luca Lotti, ora, pende la mozione di sfiducia del M5s. Una mozione di sfiducia che potrebbe essere accolta anche da parte di Forza Italia e sulla quale Ala potrebbe far mancare il proprio supporto. E se Lotti fosse costretto a dimettersi, va da sé, il clima per il governo si farebbe incendiario, anche per la possibile reazione dei renziani, che a loro volta potrebbero far mancare i numeri all'esecutivo. Uno scenario mutevole, a tratti indecifrabile, complesso. Resta però un dato: il governo Gentiloni non è mai stato a rischio quanto lo è oggi.

La voce (drastica) su babbo Renzi:  cosa gli vogliono fare (e il sospetto)

Consip, tra i renziani la paura di un mandato d'arresto contro Tiziano Renzi



L'inchiesta Consip terremota la famiglia Renzi ma anche il Partito democratico. Mentre Matteo gira il Sud badando alle primarie - sempre più a rischio - il padre Tiziano cerca di difendersi dalle accuse: "Non vedo l'ora che venga fuori la verità. Voglio essere interrogato, voglio che verifichino tutto di me, non ho nulla da nascondere". E l'interrogatorio di babbo Renzi è fissato per oggi, venerdì 3 marzo.

In questo contesto, come detto, all'interno del Pd piovono copiose le richieste di rimandare il congresso, che ha in Matteo Renzi il principale protagonista. L'idea viene suggerita da Gianni Cuperlo, per esempio, ma anche dai franceschiniani (e Dario Franceschini, nel partito, è tra i più potenti ed influenti). Anche Andrea Orlando, tra i contendenti per la leadership, esterna la sua preoccupazione. I suoi sottolineano che il polverone "alimenta il populismo più becero e la propaganda giustizialista, e fa solo il gioco di personaggi come Emiliano".

Gli Indispensabili Mutti.


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Aria pesante, insomma. C'è chi ora vorrebbe che le acque si calmassero almeno un poco, prima di proseguire nella partita politica. Ma il rischio, come sottolinea Il Giornale, è che il caso si complichi ulteriormente. Già, perché tra i renziani cresce la sensazione di accerchiamento. E non solo: si rincorrono voci incontrollate e c'è chi paventa un mandato d'arresto per Tiziano Renzi. La tempesta perfetta, insomma. Tanto che c'è chi sospetta, senza volerlo dire apertamente, che il tempismo di questa bufera, con la corsa alle primarie appena iniziata, non sia casuale.

Meteo da incubo, weekend rovinato Tre ondate di maltempo: dove rischi

Meteo, pioggia e neve in arrivo nel weekend




Sarà un weekend all'insegna del maltempo. Colpa di una vasta area depressionaria in lenta evoluzione verso l'Italia, avvisano gli esperti di 3bmeteo. E' atteso dunque un nuovo peggioramento con primi segnali già venerdì 3 marzo al Nord con il culmine nel fine settimana, appunto. Le zone maggiormente colpite sono Nord e tirreniche, con piogge localmente forti e neve sulle Alpi. Ma vediamo le previsioni del tempo, nel dettaglio.

Venerdì 3 marzo - Nubi in aumento al Nord e Toscana con prime piogge a fine giornata sul Nordovest; precipitazioni in estensione a tutte le Alpi, neve sopra i 900-1.300 metri. Sole prevalente altrove.

Gli Indispensabili Mutti.


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Sabato 4 marzo - Piogge e rovesci sparsi più intensi e diffusi su Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, alta Toscana, alta Lombardia, Trentino, alto Veneto e Friuli Venezia Giulia; fenomeni più deboli e sparsi su resto del Nord, bassa Toscana, Umbria, Lazio, sporadici sulla Sardegna. Neve sulle Alpi oltre 1000-1.500 metri. Sole prevalente al Sud e medio Adriatico ma con qualche piovasco in arrivo entro sera su Marche, Abruzzo, Molise, Campania, nord Puglia.

Domenica 5 marzo -  Piogge sparse da Ovest verso Est sui gran parte della Penisola, specie sul versante tirrenico dell'Appennino dove i fenomeni saranno più abbondanti; possibili temporali su tirreniche e al Sud. Ai margini l'estremo Nordovest e la Sardegna con fenomeni scarsi o assenti. Neve sulle Alpi oltre 900-1.200 metri. 

Tendenza - Una terza perturbazione tra lunedì e martedì porterà piogge soprattutto al Centrosud, seguita da aria più fredda e generale calo termico. 

Bomba pedofilia sul Vaticano:  "Provo vergogna, ecco cosa succede nella Curia romana"

Chi lascia la Commissione anti pedofilia: "Nella Curia romana ci boicottano"




"Non potevo restare. Dopo tre anni vedere continuamente che nella Curia romana c'era chi non favoriva il nostro lavoro, chi in sostanza lo boicottava, senza rispondere anche alle richieste più elementari che venivano avanzate, mi ha gettato in un profondo sgomento, ho provato anche vergogna, e così ho deciso di dimettermi"

Parla così Marie Collins, ormai ex membro della Commissione anti pedofilia voluta nel 2014 da Papa Francesco; vittima di abusi sessuali da parte di un sacerdote all'età di 13 anni, era l'unica vittima rimasta all'interno dell'organismo, nonché unico membro femminile. Ha raccontato il suo sconforto in un'intervista a La Repubblica spiegando quali motivazioni l'anno portata all'abbandono dell'incarico.

"Esiste il fatto che spesso si sentono dichiarazioni pubbliche intorno alla profonda preoccupazione della Chiesa per le vittime di abusi, ma poi nel privato il dato è che in Vaticano c'è che si rifiuta anche solo di riconoscere le lettere inviategli per provare a risolvere questa preoccupazione. Il dato è che le resistenze non mancano e tutto questo per me non è accettabile".

Parole amare nei confronti di un atteggiamento scoraggiante che però non demolisce le speranze della signora Collins: "Non intendo sfavorire il lavoro della Commissione vaticana per il quale ancora nutro speranze e ho aspettative. In ogni caso, come ho anche scritto nel momento in cui ho deciso di lasciare il mio incarico, le richieste che facevo pervenire alla Congregazione per la Dottrina della fede non trovavano risposta, erano quasi sempre disattese. In particolare, mi ha ferito il fatto che la raccomandazione della Commissione di istituire un tribunale per giudicare i vescovi negligenti, approvata dal Papa e annunciata nel giugno del 2015, non abbia avuto alcun seguito. Ha trovato dei problemi legali non meglio specificati e così il tribunale non è mai stato istituito. Tutto questo è per me motivo di sofferenza e sinceramente ho ritenuto che era giusto farmi da parte".

Il cardinale Sean O'Malley, presidente della Commissione, ha diffuso una dichiarazione in cui esprime un profondo ringraziamento per l'enorme contributo da lei dato come membro fondatore. La nota della Commissione, inoltre, comunica che "il Papa ha accettato le dimissioni della signora Collins con profondo apprezzamento per il suo lavoro nei confronti delle vittime e dei sopravvissuti degli abusi".

Marie Collins ha deciso di non fare nomi di chi, all'interno della Curia, ha boicottato il suo lavoro; ha comunque voluto esprimere il suo assenso nei confronti dell'attività di Papa Francesco in merito alla questione: "Credo in lui e nel suo lavoro, ma non capisco perché tante resistenze. Francesco fin dall'inizio è stato sincero. Ha preso decisioni chiare nel senso della tolleranza zero. Ma intorno a lui le cose non procedono come dovrebbero e tutto ciò non è corretto".

Scienza, verità ripugnante sulle piscine Schifo totale: cosa c'è nell'acqua

Scienza, in una piscina olimpionica ci sono 75 litri di pipì



La trasparenza dell'acqua in una piscina molto spesso può ingannare. Quel liquido che non ci sembra altro che H2O in realtà contiene anche 75 litri di urina, considerando una piscina olimpionica. La durissima verità è stata svelata su Environmental sciences and technology letters che ha lanciato l'allarme sulle condizioni igieniche delle piscine: "Il contatto fra la pipì e i disinfettanti usati per igienizzare l'acqua può scatenare una reazione chimica che libera sostanze irritanti per gli occhi e il respiro - ha detto la ricercatrice dell'università canadese di Alberta, Lindsay Blackstock - con il rischio di crisi d'asma".

L'enorme quantità di pipì scaricata in acqua dai nuotatori non è solo un fenomeno ripugnante, ma anche un rischio per la salute di chi nuota, esposti a irritazioni di vario genere. A incastrare gli scaricatori di urina sono state le bevande gassate. Per scoprire la presenza di pipì nei 250 campioni prelevati, i ricercatori hanno usato come elemento spia la acesulfame-k, un dolcificante artificiale presente nelle bevante frizzanti e in diversi cibi.

"Non paghi le tasse? Ti svuoto il conto" Occhio alle email, l'ultima truffa letale

Nuova ondata di false email dell'Agenzia delle entrate: occhio agli allegati


di Giovanni Ruggiero



Una nuova ondata di finte email dall'Agenzia delle Entrate sta bombardando le caselle dei contribuenti italiani. L'ultimo tentativo di phishing è stata architettata con grande cura, i messaggi inviati riportano come mittenti alcuni uffici del Fisco che rispondono a indirizzi e numeri di telefono realmente esistenti.

Nelle email viene segnalato un debito da saldare con il dipartimento finanziario per il quarto trimestre 2016. I toni del testo sarebbero perentori: in caso di mancata estinzione del debito, l'Agenzia delle entrate si riserva di prelevare la somma dovuta direttamente dal conto corrente del contribuente. Tutto falso, naturalmente. Ma occhio agli allegati: i file inseriti nelle email sono spacciati per documenti che provano l'esistenza del debito. Una volta aperti però si scatena un malware, una sorta di virus che si installa nel sistema operativo, mettendo così a rischio tutti i dati sensibili contenuti nell'hard disk, oppure digitati nel corso di pagamenti online.

L'infezione avviene quindi aprendo i file allegati. Basterà cancellare l'email sospetta per evitare ogni rischio.

Stasi, è la fine. L'inchiesta su Sempio? Ecco che cosa hanno trovato i pm

Chiara Poggi, l'inchiesta-bis su Andrea Sempio va verso l'archiviazione



Chiusa, finita. L'inchiesta-bis sulla morte di Chiara Poggi condotta nelle ultime settimane dalla Procura di Pavia, non ha prodotto risultati. Prove da cercare non ce ne sono più, al pari di testimoni da sentire. Come riporta il quotidiano "Il Giornale", ora il procuratore aggiunto Mario Venditti dovrà tirare le fila delle indagini, ma l'esito appare scontato: archiviazione per Andrea Sempio, sul quale non sono emersi elementi di alcun tipo per cui lo si possa ritenere responsabile in qualche modo della morte della ragazza.

Manca il movente: l'uccisione di Chiara fu un delitto feroce, compiuto da una persona che continuò a colpirla mentre la strascinava già dalle scale della villetta dei genitori. E nessun elemento o fatto è stato trovato, tale da poter trasformare Sempio in una belva. Certo, restano alcuni dettagli, come le telefonate che Sempio fece a casa Poggi nei giorni precedenti la morte della ragazza, il suo post su Facebook nei giorni della condanna di Stasi, di cui era molto amico: "Non dimenticare il nostro segreto". E, ancora, lo scontrino di un parcheggio con la data del giorno del delitto, inspiegabilmente conservato per oltre dieci anni. Certo, non abbastanza per chiedere la revisione del processo a carico di Stasi, cosa che peraltro nemmeno i legali del giovane condannato a 16 anni hanno fatto.