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martedì 17 febbraio 2015

Cambiare conto corrente è facile: la lista delle banche più convenienti

Conti correnti, cambiare è semplice. Ecco quelli più economici





In attesa che la matassa si sbrogli e che finalmente si possa cambiare banca in dodici giorni e senza spese di chiusura - come decreto imporrebbe - ecco la lista degli istituti di credito dove i consumatori possono risparmiare. Secondo Corriere Economia, che ha affidato la ricerca a ConfrontaConti e Osservatorio Finanziario, quelli che seguono sono i conti correnti più convenienti. 

Per chi usa la banca tradizionale - Partendo dal presupposto che i conti più economici sono quelli online che assicurano costi più bassi per le operazioni e sono più pratici, il Banco Popolare vince su tutti gli altri in tutte le simulazioni. Per chi usa la banca tradizionale Banco Popolare propone due conti convenienti: Premiaconto Risparmio 1501 (15 euro) e Premiaconto Plus 1501 (49 euro). Segue Che banca! (50 euro), quindi Deutsche Bank, Credem e Intesa San Paolo.

Per chi usa la banca online - Per chi preferisce consultare e disporre operazioni via internet il conto Youbanking del Banco Popolare è a costo zero, Che Banca! Online 24 euro e Conto Weebank 25 euro. Per chi in generale usa poco la banca c'è lo Zip Base di Mps a 23 euro e il nuovo My Genius modulare - opzione Silver - di Unicredit a 48. Per chi ha più di 65 anni è conveniente il Conto Libretto del Banco Popolare a 15 euro, Saggetà di Deutsche Bank a 39 euro e Bnl Pensione Facile a 44 euro.  

Catasto, così cambia l'imponibile: minimi e massimi città per città

Riforma catasto, come cambiano valori patrimoniali e rendite degli immobili: affacccio, piano, ascensore, tutti i criteri





Quartiere, stato di conservazione, presenza di ascensore o meno influiranno sul nuovo valore patrimoniale delle abitazioni. I dettagli sulla riforma del catasto sono ancora nebulosi ma dalla bozza del testo che arriverà venerdì prossimo in Consiglio dei Ministri è già possibile capire le "linee guida" che dovrebbero condurre a valori più "equi" o sicuramente aggiornati rispetto alle attuali rendite catastali che risalgono, di fatto al 1988-89.

Il valore patrimoniale - E' il Sole 24 Ore a fornire qualche anticipazione sul "metodo di calcolo" sui valori patrimoniali. Innanzitutto, verrà individuato il valore medio di mercato al metro quadrato dell'immobile in un determinato ambito territoriale. Si terranno conto, come detto, di variabili come le caratteristiche fisiche dell'immobile stesso: il quartiere in cui è situato, la tipologia edilizia, lo stato di conservazione, la presenza o meno di un ascensore, il piano dell'alloggio, la superficie, l'affaccio. Verrà quindi applicata una funzione statistica (ancora allo studio) per modificare l'immobile in base alle caratteristiche precedentemente elencate, e il risultato così ottenuto verrà diminuito del 30% (è la cifra indicata per ora nei documenti) per evitare alcune sopravvalutazioni. 

La rendita catastale - Più o meno lo stesso procedimento verrà applicato alle nuove rendite catastali che serviranno come base imponibile per le imposte sui redditi. Ma se le rendite, come prevedibile, cresceranno, potrebbe non essere altrettanto automatico l'aumento di Imu e poi Local Tax, visto che il governo ha previsto la presenza di un'aliquota base modificabile dai singoli Comuni entro un range prestabilito. L'aumento della tassa sull'immobile, dunque, dipenderà non solo dalla crescita della rendita ma anche dall'aliquota stessa.

Le simulazioni - In generale, comunque, si dovrebbe registrare un aumento sia sull'imponibile Imu sia sul valore patrimoniale. Secondo le simulazioni del Sole, a Milano l'imponibile minimo varierà da 52.080 euro a 403.200 euro mentre il valore patrimoniale oscillerà tra i 108.290 e i 414.050 euro. A Roma l'imponibile sarà tra 56.448 e 477.120 euro mentre il valore patrimoniale tra i 108.290 e i 420.420 euro. A Napoli si andrà da 28.560 e 221.088 euro (imponibile) e 101.920 e 318.500 euro (valore patrimoniale), a Firenze rispettivamente tra 28.560 e 195.216 euro e 114.660 e 350.350 euro. A Genova imponibile compreso tra 26.880 e 277.536 euro e valore patrimoniale tra 95.550 e 382.200 euro, a Bologna imponibile tra 31.248 e 234.360 euro e valore patrimoniale tra 114.660 e 394.940 euro. A Palermo, invece, si dovrebbe variare dai 25.200 e i 182.280 euro di imponibile Imu e i 63.700 e i 242.060 di valore patrimoniale.

Volano euro-stracci tra Grecia e Ue: Tsipras manda la Troika al diavolo

La Grecia rifiuta le condizioni del Consiglio europeo, Alexis Tsipras: "Assurde e inaccettabili"





Nulla di fatto al Consiglio europeo con i ministri dell'Economia e delle Finanze dell'Eurozona riuniti a Bruxelles. La Grecia ha rifiutato la proposta di estendere il programna di assistenza finanziaria alle stesse condizioni previste dal memorandum della Troika (Ue, Fmi e Bce), già accettato dal precedente governo Samaras. Condizioni "assurde e inaccettabili" ha detto Alexis Tsipras. Poco prima di entrare in riunione, il falco tedesco Wolfang Schaeuble aveva dato un assaggio di come sarebbe andata la giornata: "Mi dispiace per i greci - aveva detto - hanno eletto un governo che si sta comportando in modo piuttosto irresponsabile in questo momento". Il tedesco, che chiama la Troika con un più politicamente corretto "istituzioni", ha aggiunto che: "Non si può continuare a vivere al di sopra dei propri mezzi e poi continuare a fare proposte su come gli altri dovrebbero continuare a mantenere questo tenore di vita". Caustico il portavoce greco Sakellaridis: "È tutto soggettivo. Potrei dire allo stesso modo che il comportamento della Germania è irresponsabile, ma non voglio arrivare a uno scambio di osservazioni". L'eurogruppo tornerà a riunirsi venerdì 20 febbraio.

Salvini leader di tutto il centrodestra Il sondaggio: chi vota Silvio dice sì

Sondaggio Ipsos, gli elettori vogliono Salvini leader del centrodestra





Bene la svolta nazionale, sì a Matteo Salvini leader del centrodestra. Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera la nuova linea del segretario della Lega sta dando i suoi frutti tanto che nelle ultime settimane si è registrato un vero e proprio testa a testa con Forza Italia per il primato nel centrodestra (entrambi i partiti sono dati tra il 13 e il 14 per cento). La svolta nazionale, infatti, sembra convincere gli elettori, soprattutto quelli del Sud e delle isole dove il 40 per cento vede positivamente questo cambiamento di prospettiva. 

Conquista del Sud - In particolare, l'ipotesi ventilata dal segretario del Carroccio di correre alle regionali Centrosud con il simbolo "Noi con Salvini" se ottiene il 36% di dissenso contro il 29 di consenso (comunque altissimo), convince invece il 78 per cento degli elettori leghisti e il 59 di quelli azzurri e un terzo dell'elettorato meridionale. A dimostrazione del fatto che Salvini è molto amato dalla base. 

Coalizione - Per quanto riguarda la leadership nel centrodestra, la candidatura di Salvini è ben vista dal 45 per cento degli italiani contro il 36 per cento che si dice scettico. Sorprendente che proprio tra gli elettori di Forza Italia quasi il 90% ci creda fortemente. Del resto Salvini sembra l'unico in grado di rendere competitivo il centrodestra contro il Pd di Matteo Renzi. 

Perché oggi Mattarella sfiducia Renzi Occhio alla sorpresa: "Silvio potrebbe..."

Silvio Berlusconi al Quirinale da Mattarella





Il momento è propizio, dopo il caos in Parlamento sulle riforme. Questa settimana, forse già oggi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe ricevere al Quirinale una delegazione di rappresentanti delle opposizioni, ovvero le forze politiche che negli scorsi giorni sono uscite dall'aula della Camera per protestare contro il "metodo Renzi" nella scelta del capo dello Stato e sulle modalità di approvazione degli emendamenti al decreto-Boschi. Al Colle saliranno dunque esponenti di Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle. E ai piani alti di Forza Italia si sta alacremente lavorando perché a parlare con Mattarella per conto degli azzurri ci vada Silvio Berlusconi in persona, anche in qualità di leader del maggior partito di opposizione. Sarebbe, quello, uno schiaffo non da poco a Matteo Renzi, col Cavaliere che dopo aver voltato le spalle al premier si accrediterebbe al Quirinale come interlocutore principe dell'opposizione a quello che per mesi è stato il suo alleato. Ed è chiaro che, se Mattarella, "accettasse" la salita al Colle del Cavaliere, a schiaffo aggiungerebbe schiaffo.  Anche perchè Renzi, al Quirinale, dal momento della nomina di Mattarella, non ci è ancora stato.

lunedì 16 febbraio 2015

L'Isis pianifica già lo sbarco: "Siamo arrivati a sud di Roma"

L'Isis pianifica lo sbarco: "Siamo in Libia, a sud di Roma"





Un conto è stare in qualche buco sperduto della Siria o dell'Iraq. Un altro sulle rive del Mediterraneo, e quindi a poche centinaia di chilometri dall'Europa. O meglio, dall'Italia. Nelle scorse ore, i jihadisti dell'Isis hanno preso il controllo di alcune aree costiere della Libia, puntando a prendere il controllo dell'intero paese. Non per nulla, ioeri la farnesina ha orinato agli italiani di lasciare il Paese e chiuso l'ambasciata italiana a Tripoli. Il paese è completamente fuori controllo, una polveriera. A poche centinaia di chilometri da noi. E i fanatici del califfato hanno iniziato a sparare alto contro il nostro Paese. Poche ore fa, uno dei militanti spiegava sui social network come di fatto il nostro Paese si trovi ora a portata di missile. "Colpiamoli con uno scud" era l'incitamento ai compagni. Capirai...la Libia è zeppa di armi lasciate lì e finite in chissà che mani quando il regime del colonnello Gheddafi è stato fatto crollare. Poi nel mirino è finito il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, definito "un crociato". E di conseguenza il nostro Paese, a questo punto ufficialmente indicato tra quelli nemici. Oggi un altro intervento : "Prima ci avete visto sulle colline della Siria, ora siamo a sud di Roma. In Libia". Tradotto: "Stiamo arrivando". Il messaggio è stato divulgato insieme al video, girato in Libia, che mostra la decapitazione di 21 cittadini egiziani di religione copta.

Marò, tre anni di vergogna italiana E dal governo tutto tace

I marò tre anni di vergogna E dal governo tutto tace


di Chiara Giannini 


Tre anni, ovvero millenovantacinque giorni stretti nella morsa di un incubo che pare interminabile. Avvolti da questa cappa di silenzio imposto dall’ennesimo governo che dice «lasciateci lavorare», ma che poi, di fatto, non fa niente per arrivare alla definitiva risoluzione di una vicenda ormai assurda. Paradossale fino in fondo, perché non si possono scontare tre anni di reclusione senza processo - di più, senza neanche un ben definito capo d’accusa. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono vittime dello Stato, prima che dell’ingiustizia indiana. Solo per aver avuto la sfortuna, quel 15 febbraio del 2012, di trovarsi a bordo della Enrica Lexie, il mercantile sul quale erano operativi assieme ad altri quattro fucilieri del San Marco che componevano il team antipirateria. I pirati arrivarono, come capita di frequente nelle acque dell’Oceano Indiano. Qualche colpo di avvertimento partì dalla nave, gli aggressori fuggirono. Ore dopo la Guardia costiera indiana li richiamò in porto a Kochi: «Hanno ucciso due pescatori del St Antony», questa l’accusa. Peccato che quel barchino, dalla Lexie, non lo avessero mai visto, e che in un andirivieni di versioni fornite e poi ritrattate, l’armatore Freddy Bosco corresse più e più volte quanto dichiarato inizialmente. Ovvero che l’incidente era avvenuto in un orario completamente diverso da quello poi riportato da tutti: dall’Imo (International marittime organization), dalla Marina militare, dall’armatore della nave italiana, dagli stessi marò.

Così Max e Salvo, come tutti sono ormai abituati a chiamarli, da tre lunghi anni vivono da prigionieri in mano straniera. Vero, Latorre ora è a Taranto, e però in attesa di capire se ad aprile, una volta scaduto il permesso concesso dall’India per motivi di salute, dovrà far rientro a New Delhi. Girone vive invece là, all’interno dell’ambasciata italiana. Entrambi di fatto abbandonati dalla politica, ma certo non dai cittadini comuni, dalle associazioni combattentistiche e d’arma e da molti esponenti del mondo militare. Resta il fatto che tre ministri della Difesa e cinque degli Esteri non sono riusciti a riportarli a casa. Non c’è riuscito l’inviato speciale Staffan de Mistura, non c’è riuscita l’Europa, non gli ambasciatori. Solo qualche brillante generale è stato capace di trattare per farli rientrare a votare, a febbraio 2013. Ma i giochi politici che portarono anche alle dimissioni dell’ex ministro Giulio Terzi completarono il quadro dell’incapacità diplomatica dell’Italia e i due marò dovettero far rientro a New Delhi.

Girone, da allora, non ha più messo piede sul suolo patrio, Latorre solo per curarsi dopo l’ictus che lo ha colpito a fine agosto, ma vive una vita in attesa. «Che cosa volete che dica? Mi auguro che tutto questo finisca presto - spiega a Libero Paola Moschetti, compagna di Massimiliano -. E incredibile, sono passati tre anni, oraentriamo nel quarto: per noi familiari è sempre più dura. Più che altro è quest’aria di incertezza. È un’ingiustizia che continua, il silenzio non aiuta». Prende fiato, poi prosegue: «Massimiliano migliora lentamente, sta seguendo le terapie all’ospedale militare. Abbiamo preso un cane, un piccolo carlino che ha un mese e che abbiamo chiamato Napoleone. Perché? Perché Giuseppina Bonaparte aveva proprio un carlino, l’unico che sapesse tener testa alll’imperatore, che riusciva a spodestarlo dalla sua sedia e mandarlo fuori dalla stanza. Ci ha fatto simpatia, Max lo adora». Mentre all’Inddia il nostro governo ha dimostrato di non sapere tener davvero testa. «Tre anni di sofferenza, vergogna, dolore e malattia - aggiunge Marco Cicala, del Cocer Interforze - che due cittadini italiani e due servitori dello Stato si trovano ad affrontare solo per aver servito il proprio Paese. Ma non sono soli, tutte le donne e gli uomini in uniforme sono con loro». Concetto ribadito da Terzi, da Elio Vito (Fi), Ignazio Larussa (Fdl), così come dal Gianluca Pini (Lega Nord), che parla di «tre anni di fallimenti di governi che meriterebbero di finire a processo per alto tradimento». Certamente quello dei marò, visto che dopo tanto tempo ancora non si vede la fine.