Alcoltest, potete annullare la sanzione se non è presente un avvocato
di Matteo Mion
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, risolvendo un contrasto giurisprudenziale di non poco conto, con sentenza n.5396 del 5 febbraio 2015 stabilisce il principio per cui l’alcoltest senza avviso all’automobilista della possibilità di farsi assistere da un avvocato è illegittimo. Effetto immediato di questa decisione è l’annullabilità di migliaia e migliaia di verbali che sanzionano automobilisti in stato d’ebbrezza, laddove i verbalizzanti non riescano a fornire prova dell’avviso predetto. La multa non è automaticamente nulla, ma l’interessato può eccepire tale circostanza al giudice sino alla sentenza di primo grado a pena di decadenza.
Nel caso di specie, un 26enne trevigiano era stato multato in località Vittorio Veneto per l’appunto per guida in stato di ebbrezza. Il tribunale di Treviso aveva riconosciuto le ragioni della difesa del giovane che chiedeva la nullità dell’accertamento, e lo aveva assolto dall’accusa. La Procura generale di Venezia aveva però impugnato la decisione innanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che il ragazzo avrebbe dovuto sollevare l’eccezione relativa al mancato avviso di farsi assistere dall’avvocato o prima dell’effettuazione dell’etilometro oppure nei momenti immediatamente successivi. La quarta Sezione Penale, non essendo univoco l’orientamento della Suprema Corte sul punto, in data 31.10.2014 ha rimesso la questione alle Sezione Unite per ottenere un’interpretazione autentica.
La pronuncia delle Sezioni Unite, avente valore sostanziale di legge, ha dunque riconosciuto le ragioni del guidatore trevigiano e del suo avvocato: «L’automobilista non poteva sapere di aver diritto all’assistenza legale contro l’alcoltest, che rientra tra gli accertamenti urgenti e irripetibili su luoghi, cose e persone. L’indagato o imputato - continua la Suprema Corte - non ha o si presume che non abbia le conoscenze tecniche legali per apprezzare che l’atto o il mancato atto non sia rispettoso delle regole processuali e, per di più, che egli debba attivarsi per eccepire ciò entro determinati termini a pena decadenza». In altre parole, il guidatore in stato di ebbrezza è equiparato sin dal primo momento a un indagato qualsiasi, e ha diritto immediatamente alla difesa tecnica.
Gli automobilisti devono essere grati alla Corte romana che afferma un principio sacrosanto, visto che talvolta gli agenti sono liberi di verbalizzare e maramaldeggiare sul malcapitato alticcio e indifeso. Altro principio sacrosanto strettamente collegato sarebbe che l’Autorità verbalizzante paghi le spese processuali in caso di soccombenza giudiziale, altrimenti l’automobilista spende in parcelle quello che risparmia in sanzioni pecuniarie. Otterremmo, infatti, un importante risultato: un uso parsimonioso, oculato e non indiscriminato - perché impunito - di alcoltest, autovelox e contravvenzioni varie. Attenzione però a chi telefonate, perché non vi succeda quanto accaduto nel dicembre scorso a Cosenza, quando gli agenti di polizia ritirarono la patente a un tizio in stato di ebbrezza: pochi minuti dopo arrivò al posto di blocco il suo avvocato, simulando un’arringa ma anch’egli tra i fumi alcolici. Sono finiti entrambi senza patente e sotto processo: cin cin!
Corte Costituzionale, l'assegno all'ex coniuge non deve garantire lo stesso tenore di vita
di Chiara Giannini
Era sempre stato una sorta di luogo comune: dopo il divorzio, al coniuge economicamente più debole va garantito lo stesso tenore di vita con cui si era vissuti surante il matrimonio. No, non è così. O perlomeno non è l’unico fattore per quantificare l'assegno di mantenimento. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, che ha così consentito che la legge sul divorzio passasse l’esame al grado più alto.
In sostanza, è stata dichiarata erronea l’interpretazione che alla norma aveva dato il Tribunale di Firenze, il quale per l’appunto sosteneva la versione del mantenimento dello stesso tenore di vita dopo il divorzio. No: la Consulta ha chiarito che l’importo dell’assegno va valutato caso per caso tenendo anche conto di altri fattori essenziali, quali quelli legati alle variazioni di reddito successive della parte che sborsa i soldi, il contributo personale e anche economico che ciascuno dei due ha inserito per formare il patrimonio comune, ma anche la durata del matrimonio stesso e le ragioni che hanno portato alla separazione. «Tali criteri - scrivono i giudici - agiscono come fattori di moderazione e diminuzione della somma considerata in astratto, e possono valere anche ad azzerarla». Senza contare che la Costituzione stabilisce di tener conto di criteri di ragionevolezza e solidarietà. Come dire: se è dimostrato che il coniuge non ce la fa, a corrispondere quei soldi, non è tenuto a farlo. Una svolta per i tanti padri e mariti separati che, proprio causa delle spese di manenimento, sono letteralmente finiti sul lastrico.
«E dunque - spiega un avvocato divorzista - se da sposati si viveva all’interno di una bolla dorata, godendo appieno del patrimonio del coniuge, oggi non si dovrà avere per forza un assegno da capogiro, ma ogni caso dovrà essere valutato singolarmente dal giudice. E se un tempo si versavano cifre anche altissime per il mantenimento del coniuge, oggi ogni singolo caso potrà essere adattato ai parametri di cui si deve tener conto».
Una decisione che riguarda davero tante persone: i padri separati in Italia, secondo un recente studio, sono più di 4 milioni. Di questi, 800mila vivono sotto la soglia di povertà, proprio perché, oltre che a provvedere al mantenimento dei figli, devono anche occuparsi del sostentamento dell’ex coniuge con cifre che spesso non sono in grado di sostenere. E li costringono a recarsi alla Caritas o altre associazioni di assistenza per chiedere aiuto. La media dell’assegno versato è di poco meno di 500 euro, anche là dove ci siano stipendi che non arrivano al doppio della cifra. Intendiamoci, il pronunciamento della Consulta vale anche per le exmogli che devono mantenere l’ex marito. Ma, in effetti, sono casi molto meno frequenti.
La questione è sorta in seguito ai fatti riguardanti una coppia toscana senza figli. Lui proprietario di due appartamenti a Capo Verde, dove trascorrevano assieme lunghi periodi a spese sue, con un reddito di 56mila euro provenienti da immobili di proprietà; lei dentista con sette dipendenti e due collaboratrici esterne e proprietaria di altri immobili. Il 7 novembre 2012 arriva la sentenza definitiva di separazione giudiziale, con liquidazione di un assegno mensile di 750 euro rivalutabile annualmente da pagare da parte dell’uomo all’ex moglie. Lui si appella al Tribunale di Firenze, in quanto la moglie può cavarsela da sola. Ma lei pretende 5mila euro al mese proprio «per mantenere lo stesso tenore di vita» e invoca l’articolo 5, sesto comma, della legge n. 898 del 1970 (Fortuna-Baslini), modificato dall'articolo 10 della legge n. 74/1987. «In pratica - prosegue l’avvocato divorzista - ci si è posti il dubbio della legittimità costituzionale di quest’articolo». E la Consulta l’ha per l’appunto giudicato incostituzionale.
Festival di Sanremo, vince "Il Volo" con "Grande amore"
Cala il sipario sul Festival e Sanremo e spicca...Il Volo. Sono infatti i tre mini-tenori a trionfare alla kermesse con il brano Grande amore. Un successo previsto, conquistato serata dopo serata, consenso dopo consenso. La vittoria dunque, va al giovanissimo trio composto da Piero Barone (classe '93), Ignazio Boschetto (classe '94) e Gianluca Ginoble (classe 1995). Il Volo si impone nella finalissima a tre, conclusa dopo l'1 di notte, e batte la concorrenza di Nek con Fatti avanti amore e Malyka Ayane con Adesso e qui (nostalgico e presente), classificati rispettivamente al secondo e al terzo posto dal combinato del televoto e del giudizio della giuria. Si conclude così l'edizione dei record del Sanremo targato Carlo Conti che ha battuto ogni più rosea previsione in termini di share, il Festival più di Arisa che della polemica Emma e della bellissima ma impalpabile Rocio Morales. Nell'ultima serata della kermesse, tra gli ospiti, Giorgio Panariello, che nel suo monologo ha pizzicato l'ex ministro Cancellieri, e quindi la comparsata di Will Smith, protagonista di un rap in coppia con Conti. Dopo una settimana di passione si spengono i riflettori sull'Ariston. Ora è il tempo dei bilanci, di sicuro positivi per una Rai che incassa il massimo profitto con il minimo sforzo. Arrivederci al prossimo Sanremo, dove ritroveremo sul palco a condurre l'eroe a sorpresa di questa edizione, il conduttore, mister Carlo Conti.
Copenaghen, attacco islamico in un bar: un morto e due feriti. L'obiettivo era un vignettista
Una nuova pioggia di piombo. Un nuovo attacco islamico. L'attentato si è consumato a Copenaghen, dove era in corso un dibattito su Islam e libertà di parola. Il primissimo bilancio è di un morto civile e tre agenti di polizia feriti. Secondo le prime ricostruzioni rilanciate dalla tv danese Tv2 gli agenti sono stati portate via in barella. Nel corso della sparatoria sono stati esplosi più di 40 colpi. I media locali riferiscono che l'incontro era stato organizzato dall'artista svedese Lars Vilks, già finito nel mirino degli estremisti islamici a causa di una caricatura del profeta Maometto pubblicata nel 2007. Le motivazioni che potrebbero aver spinto a sparare i probabili attentatori islamici, dunque, ricalcherebbero in toto quelle degli stragisti nel Charlie Hebdo. All'incontro era presente anche l'ambasciatore di Francia, Francois Zimeray, che dopo la sparatoria ha scritto su twitter: "Sono ancora vivo". Anche Vilks, che sarebbe stato l'obiettivo primario, è illeso. Ora è iniziata la caccia a due sospetti, che sarebbero fuggiti a bordo di un'auto nera. Di seguito, il tweet dell'ambasciatore francese.
Frankrigs ambassadør ✔ @francedk
Still alive in the room
16:00 - 14 Feb 2015
I precedenti - Il dibattito - che si svolgeva nel caffè Krudttoenden, noto in città per i concerti jazz - si discuteva su come conciliare la libertà d'espressione e il rispetto delle religioni all'indomani della strage di Parigi nel Charlie Hebdo, avvenuta lo scorso 7 gennaio, quando vennero massacrate 12 persone, tra i quali il direttore e tre vignettisti. Come detto, nel mirino dei terroristi anche in quest'occasione c'era il vignettista Lars Vilks, 68 anni, che già negli scorsi anni aveva subito attentati. Lo scorso anno, in Pennsylvania, una donna è stata condannata a 10 anni di carcere poiché coinvolta in un complotto per ucciderlo. E ancora, nel 2010, due fratelli cercarono di bruciare la sua casa nel sud della Svezia. I due sono poi stati incarcerati per tentato incendio doloso.
Festival di Sanremo, la soffiata: c'è già il nome del vincitore
Una autorevole soffiata sul Festival di Sanremo. C'è già un vincitore. Almeno per i bookmakers, le agenzie di scommesse, che dopo le prime tre serate tracciano un primo bilancio. E diffondono le quote aggiornate. E così si scopre che in cima alla lista dei papabili vincitori c'è il trio Il Volo, quotato 1.55. Una quotazione bassissima, dunque: secondo i bookmakers, insomma, ci sono pochi dubbi su chi vincerà. Al secondo posto, e in ascesa, c'è il vincitore di X-Factor, Lorenzo Fragola, dato a 7, mentre al terzo posto - e in netta ascesa - ecco Malika Ayane, quotata a 8. La canzone che è meno piaciuta, invece, è quella della coppia Biggio-Mandelli, la cui quotazione è disastrosa: a 81. A fargli compagnia in fondo alla classifica anche Gianluca Grignani, anche lui quotato a 81.
Maxxi, premio di 24 mila euro per Giovanna Melandri
Giovanna Melandri ha incassato 24 mila euro di bonus per il 2013 come presidente della Fondazione Maxxi. Riporta il Fatto quotidiano che nella delibera del 6 novembre 2013 del cda presieduto dalla Melandri stessa - che poi si è astenuta - si prevede oltre al compenso fisso di 91mila euro lordi l'anno un "ulteriore ammontare variabile (premio) da determinarsi in misura fissa come sintetizzato" nella tabella allegata. Il premio è al netto delle tasse ed è in funzione "dell'incremento rispetto al precedente esercizio della somma delle voci di proventi quali: biglietteria, contributi di gestione, sponsorizzazioni, altri ricavi e proventi". In sostanza, se l'incremento va dal 5 al 15% il premio è di 12mila euro netti, se del 15-20% di 18 mila euro, se tra il 25 e il 30% il presidente prende 24mila euro. Proprio quanto ha incassato la Melandri. Che però a vedere il bilancio, scrive ancora il Fatto, non sarebbe giustificato se non per l'aumento di "altri ricavi" (inferiore comunque al 10%).
Replica - La Melandri spiega: "Il premio approvato dal cda è collegato unicamente agli incrementi di risorse private che siamo stati capaci di raccogliere, quali sponsorizzazioni, cena di Fund raising, il programma di Individual and corporate friends". Ma alla fine, ci si chiede, quanto guadagna l'ex ministro? La Melandri dovrebbe avere un netto di 45mila euro. Nel 2013 ha dichiarato un reddito imponibile di 75mila euro lordi e pagava un'imposta lorda di 25mila euro per un netto di 50mila. Ma il lordo di 91mila euro dovrebbe portarle in tasca più dei 45mila dichiarati.
Claudio Lotito, la telefonata col dg dell'Ischia: "In Lega ho i voti, Beretti conta zera"
Claudio Lotito è il vero capo della Figc. Decide incarichi, orientamenti degli organi federali e si sbilancia su chi vuole e non vuole in Serie A. O almeno è quello che vuol far capire lui stando all'audio della telefonata del 28 gennaio scorso finito nelle mani di Repubblica tra il presidente della Lazio e della Salernitana e il Pino Iodice, direttore generale del'Ischia Isolaverde, società in Lega Pro. E una volta sputtanato, nel corso della riunione di Lega Calcio ribadisce senza indietreggìare di un solo passo.
Mediatore - Il 16 febbraio ci sarà l'assemblea delle società di Lega Pro. Ischia Isolaverde è tra le società che hanno sfiduciato il presidente della terza serie del calcio, Mario Macalli, che Lotito ha ancora interesse a tenere in piedi: "Ho un programma - dice Lotito a Iodice - in sei mesi incrementerò i ricavi, porterò uno sponsor al campionato e i soldi dello streaming. Ho parlato con quello che ha portato 1,2 miliardi alla Lega di A e 14 milioni in più di Rcs alla Figc (cioè Infront, ndr). Ti faccio un discorso: secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta? Sai cosa decide? Zero. E allora: il presidente (Macalli, ndr) fra un anno e mezzo va a casa da solo, l' accompagno io, e rappresenta zero".
Benefattore - Lotito racconta la sua strategia per prendere il controllo totale della Lega Pro: "Viene fatta una commissione strategica, tre presidenti, uno del Nord, uno del Centro, uno del Sud, e ogni 20 giorni vedono l' attuazione del programma. Il direttivo viene tolto, Pitrolo (il vice del presidente Macalli, ndr), quello, tutti. Chi viene eletto va lì a lavorare. E vi tranquillizzo, io non sono candidato a niente, non m' interessa, voglio salvare la Lega Pro. Se la Lega Pro nel giro di dieci giorni non trova un gruppo di maggioranza che io in questo momento ho su questo progetto che ti ho detto, ti spiego che succede.
Il 16 abbiamo l' assemblea, a me non cambia, ho preso 100mila euro, ma 4 milioni l' anno ci metto nella Salernitana. Se non si risolve 'sto problema, il 16 non arrivano i soldi, perché non ci sono".
Se li semo magnati - Quando si passa a parlare di denaro, Iodice ricorda a Lotito che la Federcalcio deve dare alla Lega Pro 5 milioni di euro di contributi, ma ormai gli ricorda l'altro: "Quei 5 milioni se li semo magnati. E i 5 della seconda tranche ci sono. La Figc dava 10 milioni alla Lega Pro, 9 alla B, che sta nelle stesse condizioni: m' ha chiamato Abodi, sta a piagne' , mi vuole vedere.
I 25 milioni che il Coni ha tagliato alla Figc sono stati tolti a Lega di B, Lega Pro, arbitri: hai visto quel testa di c... di Nicchi, sta a fare un casino".
Re Mida - Dai toni di Lotito è chiaro che il presidente della Lazio considera tutti i vertici della Federcalcio come una propria emanazione diretta. Dice ancora a Iodice: "Tu mi dici: cacciamo Macalli. Ma quand' è successa questa storia, la Federazione usciva con 3 milioni di perdita di bilancio, allora cacciamo Tavecchio? Macalli si è messo a piangere: non me lo potete fare, sono rovinato. Eravamo in tre in una stanza. Tavecchio gli ha detto: ' ma ndo c.. li prendo i soldi che non ci stanno? E allora ho pensato: facciamo un' anticipazione di cassa sui progetti della fondazione, che decido io, ho la maggioranza in Lega. Questa roba, però, se non si trova un accordo in Lega Pro il 16, non si farà mai, chi c... si espone? Se ci esponiamo io e Tavecchio... Oggi se sei senza soldi vai da un amico, no? L' amicizia ha un peso, il rapporto personale ha un peso, no?".
Serie A come l'Nba - L'idea di Lotito per riformare tutti i campionati dalla Serie A alla Lega Pro è chiara: La A deve dare data certa dei pagamenti. Dobbiamo sapere a quanto ammontano i ricavi delle società quando si fanno i budget. Io in tre mesi vi faccio tutto, la Lega diventa un orologio svizzero. Io in Lega di A ho 17-18 voti, perché la Fiorentina una volta si astiene, una volta vota a favore mio: ma li ho sui programmi, sui contenuti. Adesso mi sta chiamando Pozzo, che ho messo in consiglio federale. Qui il sistema salta, l' avete capito? Sta saltando il Parma, già è saltato...". No quindi alle piccole società e più soldi alla Serie A: "Ho detto ad Abodi: Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi... una può salì... se mi porti squadre che non valgono un c... noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando a vado a vendere i diritti televisivi - che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d' accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno - fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone.. chi c... li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi... E questi non se lo pongono il problema!".
Io trasparente - Approfitta dell'assemblea di Lega Calcio Lotito per mettere in chiaro le sue parole in libertà al telefono: "Vorrei un sistema trasparente, è impensabile non sapere chi siano gli acquirenti di un club. Fino a oggi nessuno sa quanti soldi prendere e quando. Lo streaming della Lega Pro produce zero. Io propongo di metterlo a pagamento, a poco, anche un euro a partita". E poi sulla sua avversione alle piccole squadre come il Carpi sempre più vicine a salire in Serie A, il presidente della Lazio non si rimangia niente e rincara: "Il sistema calcio, così com'è, sta per saltare, io voglio trasparenza: se il Parma oggi non paga le scadenze, lunedì salta. Questo è un sistema che non regge Carpi e Frosinone, a chi vendo i diritti con loro? Così facendo arriveranno in A certe squadre dai dilettanti. Lo dico pubblicamente: fra tre anni, come farà la Lega di A a vendere i diritti se ci sono squadre con al massimo 2 mila spettatori? Che ricavi arriverebbero? Il sistema incassa 100 e spende 150. Se il sistema continua così, salta. Il sistema richiede una riduzione a 18 squadre per ciascun campionato".
Iettarore - E Sul dg dell'Ischia che gli ha fatto il trappolone registrando la telefonata e dandola a Repubblica, ancora Lotito spara: "Il "Iodice? Andate a vedere chi è... Porterà pure sfiga... Nocerina fallita, Pro Patria fallita, Taranto fallito... Io non ho fini personali, voglio fare pulizia. Ditemi, che vantaggi ho? Mia moglie mi dice: chi te lo fa fare, ti sputano pure addosso! La vita è un set di un film. Lo vogliamo cambiare? Altrimenti si arriva al capolinea e si spegne la macchina. A me delle cariche non interessa, non faccio favori. Ho cercato di aiutare tutti con consigli e suggerimenti. Il sistema è alla deriva. Ora di finirla con sta gente che non mette i soldi e non conosce la materia. Le società devono essere gestite in maniera corretta".