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sabato 17 giugno 2017

Gli islamici senza pietà adesso se la prendono coi bambini: l'ultimo sfregio

Gli islamici vietano mortadella nella merenda dei bambini


di Gianluca Veneziani



E dopo la sottomissione religiosa, culturale, estetica, non poteva mancare la sottomissione alimentare. Oltre al modo di pregare, vestirci e comportarci, d'ora in poi dovremo correggere anche il nostro modo di mangiare. Perché la conversione e la sottomissione riguardano tutta una civiltà e l'individuo intero, anima e corpo Nel centro sportivo Bellaria di Pontedera (Pisa), in occasione di un evento svoltosi il 15 maggio scorso e intitolato "Sport in Bellaria", che coinvolgeva 480 alunni della scuola primaria dell'istituto comprensivo Pacinotti, i genitori di alcuni studenti musulmani e alcune maestre avrebbero chiesto di non distribuire a nessuno come merenda, neppure ai bimbi non islamici, la schiacciata con la mortadella (come successo in due eventi precedenti del 10 e 11 maggio) ma di offrire una schiacciata vuota a tutti, essendo la carne di maiale proibita dall'Islam. Il centro sportivo che si occupava della distribuzione si è adeguato alle indicazioni.

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E la scuola, per giustificare la richiesta - fa sapere La Nazione - avrebbe invocato una presunta direttiva del Governo, che riguarderebbe la non discriminazione degli alunni nella distribuzione dei pasti.

Ai nostri taccuini tuttavia la dirigente dell'istituto, Loredana Russo, declina ogni responsabilità: «La scuola non c'entra», sostiene, «la decisione su cosa offrire ai bimbi spetta solo al Bellaria. E comunque voglio chiarire questo: durante il primo evento svoltosi il 10 maggio e intitolato "Era del ciclo", agli alunni non musulmani è stata distribuita schiacciata con la mortadella, agli studenti islamici schiacciata vuota, e a tutti una merenda dolce.

Nell'ultimo evento, invece, si è deciso per un pasto più essenziale per tutti: privo di mortadella, è vero, ma anche senza merenda dolce".

Sollecitato da noi sulla questione, uno dei responsabili del centro sportivo Bellaria, Piero Vetturi, replica allo scaricabarile della Russo e dice: «È la scuola che ci ha detto di preparare schiacciate prive di mortadella, senza motivarne la ragione», mentre l'ex presidente del centro, Piero Becattini, spiega: «Il giorno prima dell'evento finale alcune maestre e alcuni rappresentanti dei genitori, tra cui dei musulmani, ci hanno chiesto di offrire a tutti gli alunni schiacciata senza mortadella. Ma lo hanno fatto per ragioni organizzative: il 15 maggio gli studenti partecipanti alla manifestazione erano più del doppio rispetto ai due eventi precedenti. Mancava perciò la disponibilità di un numero sufficiente di genitori disposti a tagliare la schiacciata e preparare il panino con la mortadella per tutti".

Versione che viene tuttavia contraddetta da quanto lo stesso Becattini, secondo quanto riferiscono i cronisti de La Nazione, ha confessato due giorni fa e cioè che dieci famiglie musulmane gli avrebbero chiesto esplicitamente di eliminare la mortadella dalle merende di tutti gli alunni, visto che la carne di maiale è proibita dalla loro religione.

Fosse così, sarebbe la sharia che prevale sulla gastronomia, il cibo halal (quello lecito, secondo i musulmani) che si fa beffe della mortazza Una vicenda simile non poteva non suscitare le reazioni polemiche della politica. A partire dal sindaco leghista della vicina Cascina, Susanna Ceccardi: «È pazzesco, la mortadella è parte fondamentale della nostra tradizione culinaria. Non possiamo arretrare di fronte a imposizioni assurde.

Integrare gli altri non si fa disintegrando noi stessi». Dello stesso tono il commento del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli (Lega Nord), secondo cui «altro che integrazione, ormai siamo alla follia di dover essere noi ad adeguarci a usanze di chi è appena arrivato qui e pretende di imporci il suo modo di vivere». Critico, sebbene in modo più sfumato, anche il sindaco Pd di Pontedera, Simone Millozzi, che su Facebook scrive: «Una decisione del genere da un lato offre la sponda ai professionisti dell' orgoglio autoctono di legare la diversità etnica ai profili dell' insicurezza; dall'altro ingenera l'idea che per il timore di discriminare qualcuno si finisca per discriminare noi stessi. Sicuri che la cosa non poteva essere gestista diversamente?».

C'era da aspettarselo, però. Abbiamo accettato di rimuovere i crocifissi dalle aule per "non offendere" gli studenti musulmani; abbiamo smesso di realizzare presepi e fare liturgie pasquali per non urtare la suscettibilità degli alunni di altre religioni; abbiamo perfino negato agli alunni di una classe elementare di Firenze di assistere a una mostra con crocifissi di Van Gogh e Picasso per «venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche». La rimozione del panino con la mortadella era l'esito inevitabile. Salaam diventa il saluto con cui abdichiamo pure ai nostri Salumi.

Nondimeno l'episodio irrita perché colpisce uno dei luoghi dove si costruisce lo spirito di una civiltà: la tavola, là dove si tracciano i legami che ci tengono uniti anche al nostro passato.

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