Senato, Affari costituzionali: Renzi battuto, a rischio la maggioranza
Terremoto nella maggioranza al Senato: l’elezione a presidente della Commissione Affari Costituzionali di Salvatore Torrisi, senatore di Alleanza Popolare, è suonata come uno schiaffo al Partito Democratico che aveva avanzato il nome di Pier Giorgio Pagliari e come un avvertimento al governo guidato da Paolo Gentiloni. Immediata la reazione del Nazareno i cui vertici si apprestano a chiedere un incontro con il presidente del Consiglio, e con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una mossa che suona come l’inizio di una crisi politica, visto che quanto accaduto in Commissione Affari Costituzionali del Senato, luogo dal quale dovrà passare la nuova legge elettorale, evidenzia il momento di tensione che vive la maggioranza e la scarsità dei numeri su cui può contare il Partito Democratico. La seconda conseguenza di quanto accaduto in Senato è lo scambio di accuse tra le forze politiche alla ricerca del responsabile di quello che i dem chiamano già un tradimento. Il Movimento 5 Stelle sottolinea che Pagliari è stato "impallinato" da un terzo dei voti della maggioranza, 5 su 16. "Noi non abbiamo rotto nessun patto", avvertono alcuni senatori di Alleanza Popolare: "Non c’è stato alcun accordo, e anche con la presenza di Ala Pagliari non sarebbe passato. È una questione interna al Pd e a quella parte della maggioranza che non ha voluto votare Pagliari", aggiungono.
Fonti parlamentari dem sottolineano che "con questa mossa, nei fatti, si blocca la legge elettorale", il più importante dei temi su cui il governo Gentiloni ha ottenuto la fiducia in Parlamento. Le stesse fonti sottolineano come ci si trovi davanti a un "grande accordo di Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Ncd e scissionisti" che ha "fatto a pezzi l’accordo di maggioranza eleggendo Torrisi, uomo di Alfano, contro il candidato Pagliari. Secondo fonti parlamentari, oltre a due senatori di Ala che non hanno partecipato al voto e ad una scheda bianca, sarebbero stati due senatori dem a votare contro l’indicazione del partito. "Oggi sono nate larghe intese in Senato per non fare la legge elettorale", conferma il senatore renziano Andrea Marcucci: "Mdp, Forza Italia, M5S ed i centristi hanno eletto il loro presidente nella commissione affari costituzionali, con l’obiettivo di consegnare l’Italia al proporzionale". A tirare direttamente in ballo gli scissionisti di Mdp è la senatrice dem Francesca Puglisi: "Erano talmente contrari al Patto del Nazareno che al Senato hanno votato il candidato di Alfano, a braccetto con Berlusconi e Grillo".
La legge elettorale riemerge come tema incandescente al Senato, e non a caso ha avuto un impatto nell’elezione del centrista Salvatore Torrisi alla presidenza della prima commissione del Senato, chiamata ad occuparsene quando sarà stata licenziata da Montecitorio. E se nella maggioranza le fibrillazioni sono particolarmente intense, come si vede nel confronto a distanza soprattutto tra Pd e Mdp, nemmeno Forza Italia è immune da qualche scossone. Secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti di palazzo Madama, infatti, starebbe circolando un documento aperto alla firma dei senatori azzurri e volto a raccomandare al capogruppo Paolo Romani di mantenere ben ferma la barra sulla proposta proporzionalista di Forza Italia, quale formalizzata alla Camera. Al momento sarebbero una trentina i senatori di Forza Italia firmatari del documento, preoccupati dalla possibilità che il gruppo a palazzo Madama rischi di sbilanciarsi sulla proposta Pd di ritorno al sistema elettorale del Mattarellum.
Fonti parlamentari dem sottolineano che "con questa mossa, nei fatti, si blocca la legge elettorale", il più importante dei temi su cui il governo Gentiloni ha ottenuto la fiducia in Parlamento. Le stesse fonti sottolineano come ci si trovi davanti a un "grande accordo di Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Ncd e scissionisti" che ha "fatto a pezzi l’accordo di maggioranza eleggendo Torrisi, uomo di Alfano, contro il candidato Pagliari. Secondo fonti parlamentari, oltre a due senatori di Ala che non hanno partecipato al voto e ad una scheda bianca, sarebbero stati due senatori dem a votare contro l’indicazione del partito. "Oggi sono nate larghe intese in Senato per non fare la legge elettorale", conferma il senatore renziano Andrea Marcucci: "Mdp, Forza Italia, M5S ed i centristi hanno eletto il loro presidente nella commissione affari costituzionali, con l’obiettivo di consegnare l’Italia al proporzionale". A tirare direttamente in ballo gli scissionisti di Mdp è la senatrice dem Francesca Puglisi: "Erano talmente contrari al Patto del Nazareno che al Senato hanno votato il candidato di Alfano, a braccetto con Berlusconi e Grillo".
La legge elettorale riemerge come tema incandescente al Senato, e non a caso ha avuto un impatto nell’elezione del centrista Salvatore Torrisi alla presidenza della prima commissione del Senato, chiamata ad occuparsene quando sarà stata licenziata da Montecitorio. E se nella maggioranza le fibrillazioni sono particolarmente intense, come si vede nel confronto a distanza soprattutto tra Pd e Mdp, nemmeno Forza Italia è immune da qualche scossone. Secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti di palazzo Madama, infatti, starebbe circolando un documento aperto alla firma dei senatori azzurri e volto a raccomandare al capogruppo Paolo Romani di mantenere ben ferma la barra sulla proposta proporzionalista di Forza Italia, quale formalizzata alla Camera. Al momento sarebbero una trentina i senatori di Forza Italia firmatari del documento, preoccupati dalla possibilità che il gruppo a palazzo Madama rischi di sbilanciarsi sulla proposta Pd di ritorno al sistema elettorale del Mattarellum.
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