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venerdì 13 gennaio 2017

Vergogna: il vigile ammazzato dal rom? Così lo Stato italiano umilia il nostro eroe

Milano, vigile ucciso dal rom: dopo cinque anni ancora nessun indennizzo


di Massimo Costa



Oggi sono cinque anni. Cinque anni dalla morte di Nicolò Savarino, l’agente della polizia locale travolto e ucciso a Milano da un Suv guidato dal rom Remi Nikolic, all’epoca minorenne e condannato in via definitiva a 9 anni e 8 mesi. Il complice Milos Stizanin, condannato a 2 anni e 6 mesi in primo e secondo grado, ora affronterà un nuovo processo d’appello su imput della Cassazione. Ieri mattina alle 11, nei giardini intitolati al vigile in via Livigno, si è tenuta la consueta cerimonia alla presenza delle autorità cittadine. Ma, oltre al procedimento penale, c’è un’altra battaglia che la famiglia sta conducendo attraverso l’Associazione diritti e protezione dei lavoratori fondata da alcuni agenti della municipale per vedersi riconosciuto un risarcimento da parte del Comune.

Secondo l’associazione, il decesso del vigile potrebbe rientrare nelle fattispecie di risarcimento previste dall’assicurazione stipulata ogni tre anni da Palazzo Marino per i propri dipendenti. «Non ne sapevamo niente» dice il fratello di Carmelo Savarino, «ora stiamo cercando di risalire alla polizza. Non voglio fare polemiche con il Comune, aspettiamo di vederci chiaro». I fratelli Rocco e Carmelo, insieme all’associazione, hanno scritto a settembre al Comune chiedendo di ottenere «gli estremi assicurativi relativi a un’eventuale polizza stipulata dal Comune di Milano per gli infortuni mortali dei lavoratori dell’ente». 

Un mese dopo, il 25 ottobre, l’associazione ha riscritto una seconda volta alla Direzione centrale sicurezza urbana e coesione sociale: «Il servizio del personale non ha informato i signori Savarino della presenza di una copertura assicurativa operante in caso di infortuni per morte; polizza supplementare al mero riconoscimento dell’infortunio da parte dell’Inail.

Dice Giovanni Aurea, delegato rsu della polizia locale: «I familiari di Nicolò hanno chiesto all’Associazione da me fondata, l’Adpl, il sostegno legale visto che da 5 anni aspettano il legittimo risarcimento. Oltre al danno la beffa: l’Inail gli ha chiesto la restituzione dell’indennizzo percepito dai genitori adesso defunti. Inoltre l’ufficio assicurazioni del settore risorse umane del Comune, non solo nel 2012 non ha aperto il sinistro ma non ha ancora fornito la polizza assicurativa per gli infortuni mortali preceduta da specifiche gare di appalto e Capitolati con cadenza triennale».

L’Inail chiede indietro i soldi, dal Comune invece nessun risarcimento. Aggiunge Aurea: «Ho personalmente chiesto l’intervento del comandante Antonio Barbato, che ha promesso di intercedere, sicuramente rimedierà all’ingiustizia in onore della memoria di Nicolò, che rappresenta l’emblema dei sacrifici e dei rischi che quotidianamente la polizia locale è chiamata a offrire». La famiglia Savarino ha ottenuto il risarcimento dalla compagnia assicurativa dell’auto che ha travolto l’agente; ora resta da capire se i parenti abbiano diritto anche al risarcimento dell’assicurazione aperta da Palazzo Marino. I vigili chiedono da mesi di visionare senza risultato la polizza aperta nel 2012 (per ora hanno avuto accesso ai contratti stipulati precedentemente). 

Carmela Rozza, assessore Pd alla sicurezza del Comune di Milano, promette di «verificare il caso nel più breve tempo possibile». Claudio Sibilia, consigliere Adpl, chiede chiarezza: «Stiamo riscontrando un muro di gomma. Anche i vertici dell’ufficio Personale Polizia Locale, gli stessi del 2012, hanno ignorato l’istanza presentata a ottobre». Al di là del caso di Savarino, i vigili chiedono da anni maggiori tutele allo Stato e agli enti locali.

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