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domenica 15 gennaio 2017

Berlusconi-boom: "Mi candido" Il piano del Cav, messaggio a Salvini

"Mi candido per vincere, se nessuno raggiunge il 50% l'asse è inevitabile"



"Mi candido per vincere. Se nessuno ha il 50% asse inevitabile". Silvio Berlusconi in un'intervista al Corriere della Sera auspica di arrivare al voto "nel tempo più breve possibile", anche se "l’esperienza insegna che in questa materia difficilmente i tempi sono brevissimi, purtroppo". Per il leader di Forza Italia "è necessaria una legge elettorale che consenta, come ha detto il presidente Mattarella, di andare al voto con un sistema ordinato e razionale. Questo richiede dei tempi tecnici. Aspettiamo che la Corte Costituzionale si esprima sulla legge elettorale: indicherà criteri dei quali dovremo tenere conto".

Centrodestra unito - Sicuramente, il Cavaliere si candiderà alle prossime elezioni: "Sono ottimista di natura, e nonostante tutto credo nella giustizia. Quindi la ritengo piuttosto probabile e assolutamente auspicabile nell’interesse della democrazia e dell’Italia". "Io voglio vincere le prossime elezioni con il centrodestra, che mi auguro unito su un progetto liberale e riformatore", ribadisce Berlusconi. Parlando di una spaccatura del centrodestra, Berlusconi replica: "In molte realtà territoriali lavoriamo benissimo con la Lega e gli altri partiti del centrodestra. Alle prossime elezioni amministrative mi auguro che il centrodestra sia in grado di presentarsi unito in tutte le città più importanti". A livello nazionale, prosegue, "spero possa accadere lo stesso, ma questo non può significare lo stravolgimento del nostro ruolo politico. La Lega fa benissimo ad esprimere ragioni e contenuti importanti e rispettabili, ma noi siamo liberali, cattolici, riformatori, e sulla base di questi valori vogliamo tornare al governo del Paese. Non nego che con la Lega di Bossi questo fosse più facile, perché allora nella Lega prevalevano liberismo e federalismo. Io credo nell'unità del centrodestra, naturalmente, ma l’unità è un valore se si basa su un progetto comune, non su un semplice tecnicismo elettorale".

Tre poli - "L’Italia è troppo fragile per permettersi governi espressione di una minoranza di elettori, e nei quali il resto del Paese non si riconosce. Oggi in Italia esistono tre grandi aree: noi, il Pd e i grillini, molto simili per consistenza numerica", analizza il Cavaliere: "Nessuno di questi tre poli allo stato sembra in grado di governare da solo. Se gli italiani non daranno più del 50% a un solo polo, sarà inevitabile accordarsi". Certamente, "non è il nostro obiettivo. Noi vogliamo vincere da soli con il 51% e consideriamo un accordo con altre forze una soluzione residuale".

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