Quirinale: governo istituzionale, riforma elettorale e voto in primavera
Al termine di una giornata e di indiscrezioni, le voci convergono in una direzione: Matteo Renzi, dopo aver congelato a brevissimo termine le dimissioni, starebbe lavorando all'apertura di un governo di responsabilità nazionale che coinvolga tutti i partiti, dove ovviamente non sarebbe il premier (le dimissioni dovrebbero arrivare nella serata, dopo l'ok definitivo alla legge di Bilancio). Ma non è tutto: Renzi avrebbe messo come condizione il fatto che venga subito approvata una legge elettorale per poter andare al voto in primavera. Queste le condizioni poste dal premier dimissionario, nonché segretario Pd.
Sono però diverse le criticità relative alla proposta di Renzi. La prima: pare difficile, per non dire impossibile, che la Lega Nord di Matteo salvini o il M5s accettino un governo che coinvolga tutti i partiti. Ma non è tutto: per quanto il punto di un governo "di tutti" sia gradito a Silvio Berlusconi, quest'ultimo non vede di buon occhio il voto in primavera. Troppo presto, secondo il Cav: non manca il tempo per riorganizzare e ricompattare il centrodestra. All'orizzonte, dunque, si profila un nuovo scontro istituzionale. Scontro, per altro, destinato a proporsi tra poche ore, quando verrà approvata la legge di Bilancio: le opposizioni, infatti, protestano. I capigruppo della Lega Nord e M5s chiedono infatti che vengano "eliminate tutte le marchette pre-elettorali inserite prima del voto di domenica", sottolineando che "non ci sono le basi per l'approvazione rapida della legge".
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