L'imprenditore carditese nonchè consigliere comunale, Pasquale Chiacchio, lascia la maggioranza di governo
di Gaetano Daniele
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Pasquale Chiacchio |
Consigliere Chiacchio, lei è un esponente di spicco della politica carditese, infatti la sua scelta di passare all'opposizione ha lasciato di stucco non solo i suoi colleghi ma anche i cittadini. Perché questa posizione?
Ho scelto di passare all’opposizione, mio malgrado, perché dopo un anno e mezzo di amministrazione non c’è stata una sola risposta alle esigenze del territorio. Non ho chiesto poltrone, anzi quando il sindaco qualche settimana fa annunciò che si doveva fare una verifica e c’era spazio per esprimere un assessore del mio gruppo gli dissi che non era questo il nostro obiettivo ma pretendevo delle risposte su questioni di interesse collettivo che ho posto e su alcune delle quali lo stesso sindaco ha assunto un impegno coi cittadini poi disatteso: come la questione della viabilità del centro antico. In piena estate presentai al primo cittadino un documento politico, sollecitando maggiore partecipazione e coinvolgimento nelle scelte, e sul piano amministrativo elencai una serie di tematiche che meritavano e meritano di essere affrontate anche in Consiglio. Tutto frutto di un confronto avuto coi cittadini nel “punto d’ascolto” di piazza Santa Croce. Ma niente è stato fatto. A questo punto, sono stato obbligato ad assumere una scelta dolorosa perché purtroppo si viaggia al rilento e a tutto si pensa tranne che ai problemi della città. Ed io non posso sempre avallare atti frutto dell’improvvisazione e di una politica che vive alla giornata. Com’è successo col bilancio: riunioni fiume, ci spiegano che non c’è soluzione all’aumento delle tasse. Si convoca il Consiglio e poi siamo costretti a rinviarlo perché all’ultimo minuto esce chi spiega a tutti che si poteva aumentare l’aumento delle imposte. Non potevo andare avanti e votare atti che i consiglieri nemmeno conoscevano. A scatola chiusa. La palese dimostrazione che si vive nell’approssimazione e nell’improvvisazione. Come se chi arriva per primo al Municipio la mattina decide la linea della maggioranza. Personalmente penso che un consigliere debba stare in strada a contatto coi cittadini per capire i problemi, recepire le istanze della gente e trasferirle nelle istituzioni sia durante le riunioni di maggioranza che in aula. Ed io questo faccio. Non vado al Municipio per fare salotto o per tutelare negli uffici questioni personali. Mi piace fare politica tra la gente e per la gente. In strada. Poi da consigliere comunale esercito le mie prerogative utilizzando gli strumenti che la legge mi affida nelle sedi istituzionali.
Consigliere Chiacchio, cosa manca a Cardito.
A Cardito manca tutto. Dispiace dirlo, ma manca davvero tutto. Sono un imprenditore che ha investito sul territorio e lavora sul territorio. Negli anni la città si è trasformata in un ghetto dormitorio dove la classe dirigente non si è mai preoccupata dello sviluppo del paese ma ha sempre ragionato sulle beghe di Palazzo e su questioni lontane dagli interessi del territorio. Le scuole crollano, il centro storico crolla, strade chiuse per palazzi pericolanti, piazze vuote, strade desertificate sul piano commerciale: si favorisce l’insediamento della media e grande distribuzione e nessuno si preoccupa dell’economia cittadina, del centro antico, delle serrande abbassate, di un paese che non offre nulla per i giovani. Abbiamo il più grande polmone di verde attrezzato della provincia di Napoli. Una risorsa che da sola potrebbe fare la differenza: non sfruttiamo quelle potenzialità perché purtroppo manca un’idea di città. Questa si ferma alla campagna elettorale. Poi, si va al Comune e il programma diventa carta straccia. La partecipazione non esiste e nemmeno la meritocrazia. Tutto si decide in funzione di un equilibrio politico sempre precario tra i consiglieri frutto di personalismi e non di risultati da conseguire. Ecco perché si vive alla giornata. E, me lo lasci dire, un sindaco incapace di prendere decisioni!!! Aveva annunciato un assessore tecnico al Bilancio e mi ha spiegato che c’è la necessità di nominarlo. Dopo pochi giorni tutto è sfumato. Proprio perché agli interessi dei cittadini e dell’amministrazione prevalgono, come detto, le spinte dei singoli che spesso vanno nella direzione opposta a quella del paese. E il risultato è sotto gli occhi di tutti. Mi dispiace ma il sindaco non può coinvolgere i consiglieri rispetto all’interesse del momento e poi quando non servi più ti mette da parte facendo prevalere altre istanze. Questo giuoco nel lungo periodo non produrrà nulla di buono. E non posso essere responsabile di errori e di un fallimento creato da altri.
Consigliere Chiacchio, cosa si dovranno aspettare i cittadini di Cardito nei prossimi giorni?
I cittadini di Cardito si aspettano un’amministrazione che si preoccupa dei problemi della collettività, li sviscera, si confronta sulle soluzioni e si sceglie quella che è migliore per il territorio. I cittadini si aspettano una classe dirigente lontana dai personalismi, una classe dirigente che finalmente riuscirà a portare Cardito fuori dal degrado. Una classe dirigente che si occupa di sviluppo, di mettere in cantiere politiche in grado di produrre progetti e di reperire finanziamenti. Una politica capace di valorizzare il proprio patrimonio creando strutture e servizi. Ad esempio ho chiesto che uno dei due lotti abbandonati nel rione “Slai” sia trasformato in un parcheggio. Che servirebbe a tutti i commercianti dell’area della strada Sannitica. Non lo fanno perché in quella zona insiste una mia attività commerciale. Non sapendo che non fanno un dispetto a me ma a tutti i commercianti. Insomma, preferiscono avere un pezzo di terra abbandonato e degradato e non realizzare un parcheggio. Io da quel posto posso anche andare via. Il parcheggio resterebbe per tutti i commercianti che investono in quell’area. Invece no. Si preferisce alimentare un personalismo, fare dei "dispettucci "e si accontentano di auto sui marciapiedi, in doppia fila, in divieto di sosta. Dimostrando di non avere la minima percezione di quali strutture e servizi il paese ha bisogno. I cittadini si aspettano dall’amministrazione ben altro all’immobilismo di questo anno e mezzo di amministrazione dove sostanzialmente non è stato fatto nulla di concreto. E il paese non migliora con le chiacchiere. Ma coi fatti.
Consigliere Chiacchio, una battuta sulla B1, tanto discussa in queste ultime settimane.
La B1 è un atto approvato durante le precedenti amministrazioni. Io mi preoccupo dei problemi dei cittadini che hanno costruito con una regolare concessione emanata su un atto dichiarato illegittimo. Adesso il compito di una classe dirigente seria sarebbe quello di assumersi le responsabilità di politiche urbanistiche sbagliate in passato e di programmarne delle nuove non come se fosse una sanatoria ma risolvendo il problema a chi ha costruito all’interno di una pianificazione del territorio che punti allo sviluppo sostenibile. Rilancio la vivibilità e il commercio. Partendo dalla parte antica del paese che da alcuni anni si è spopolata in quanto abbandonata nel totale degrado e dimenticata. Si deve partire dal centro storico altrimenti Cardito si trasformerà definitivamente in un ghetto di periferia, senza strutture, senza servizi e senza vivibilità. E proprio questa tendenza che intendo invertire. E se c’è bisogno di scelte coraggiose come quella di passare all’opposizione, non mi tirerò indietro. Poi arriverà il giorno del giudizio dei cittadini. Sovrano. Ed è lì che ognuno si assumerà le proprie responsabilità su quello che ha prodotto e quello che non ha prodotto. Adesso hanno un consigliere in meno. Sul piano numerico non cambia nulla. Ma un giorno chissà. Forse chi oggi sorride di fronte ad un consigliere che intende portare avanti solo le istanze del territorio, domani avrà qualche problema di fronte all’opinione pubblica. Un’opinione pubblica rimasta già senza parole di fronte al clima di veleni e alle accuse che purtroppo sono state lanciate, anche dalla stampa locale, su chi governa. E in questo clima come si può parlare di Puc?
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