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domenica 7 agosto 2016

Quando la Chiesa si sostituisce alla Politica a seconda delle opportunità

Quando la Chiesa si sostituisce alla Politica


di Gaetano Daniele


La speranza è sempre l'ultima a morire
come il rosso di sera......

La Chiesa rappresenta una colonna importante e portante di questi ultimi tremila anni di vita sociale. Quando la Chiesa però, invade un campo che non gli appartiene e ne vuole approfittare vista la debolezza che la politica propone soprattutto in questo ultimo periodo, allora non va bene più,  perchè si sta andando contro regola, e non sono regole scritte.

In questo caso abbiamo assistito allo becero sfruttamento per fini carrieristici e per avere un po di ribalta, o meglio di luci sulla propria persona, fregandosene altamente del motivo per cui tutto questo doveva nascere, e cioè il bene comune. 

Se la Chiesa quando le fa comodo, Chiesa per dire gli uomini che la rappresentano fatti di carne ed ossa, come qualche prete che vuole assurgere a livello di dicastero più importante, e ne ha titolo, perchè in quanto prete e in quanto uomo ha tutte le debolezze dell'uomo e quindi è giusto che abbia l'ambizione dell'uomo, ed è giusto che voglia ricoprire degli spazi ulteriori nelle successive scale gerarchiche che gli possano consentire di contare di più. 

Quanto, significa di portare innanzi dei valori e delle idee che valgono più di quelle degli altri e come lo si stabilisce se valgono di più o di meno? quando queste hanno un riscontro che non è di tipo personalistico o da ola da Stadio. Qui non siamo ad una partita di calcio, per usare termini calcistici (curva sud o curva nord), qui siamo tra la gente, quindi non si può quando fa comodo dire che si rappresenta quello che la politica non riesce a rappresentare cioè gli interessi della gente, la salute, e poi quando si viene chiamati a responsabilità, anche in contesti forse poco appropriati, rispondere che altri si devono occupare di queste cose. Questo ragionamento a noi, piccola-media informazione, sta stretto. Allora ci vine il dubbio, un dubbio legittimo, che forse qualcuno ha solo sfruttato. Una prete non si stanca mai di porgere l'altra guancia, figuriamoci l'altra mano o di ascoltare altre istanze anche se queste sono retoriche, perfino strumentali o provocatorie. 

Ed è normale, quando si diventa personaggi pubblici, pubblicamente, ciascuno se ne fa un opinione di questo personaggio pubblico, in questo caso l'amor proprio deve comunque consentire di rispettare il diritto di critica, di replica o di opinione, quindi non dobbiamo ragionare con l'abito talare e agire come un Dio e reagire come un uomo, perchè se nell'anno della misericordia l'uomo che incarna Dio si ribella quando riceve una critica, anzi la annulla, la azzera, allora è davvero preoccupante, perchè come la stessa fede ci insegna, l'uomo è debole, e se l'uomo è debole ed è normale per tutti gli uomini, ancor più è normale per i preti. Ma dai preti ci saremmo aspettati una maggiore apertura, ci saremmo aspettati maggiore disponibilità alla critica e al confronto, oddio nell'anno della misericordia ci saremmo aspettati un atteggiamento più misericordioso. 

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