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sabato 2 aprile 2016

Quest'imam vuole il Califfo in Italia Chi lo ha invitato e quando arriva

Quest'imam porta il Califfo in Italia. Noi lo invitiamo: quando arriva


di Andrea Morigi



Ha predicato per anni la conquista di Roma da parte dell' islam. Ora il kuwaitiano Tareq Suwaidan viene a minacciarci proprio in Italia. Per dieci giorni consecutivi, dal 7 al 17 maggio, sarà in tournée da Como a Reggio Emilia, secondo il programma diffuso dall' Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose. Lo hanno scritto e fatto circolare in arabo, nel tentativo di evitare interferenze fino all' ultimo.

Ieri però il sito web La nuova Bussola Quotidiana ha intercettato il messaggio postato su Facebook e li ha smascherati grazie alla traduzione di Valentina Colombo, docente di Geopolitica dell' Islam presso l' Università Europea di Roma. «Ci sarebbe da scrivere un libro su Suwaidan», esordisce l' esperta, che intanto ieri ha tenuto una lezione sul personaggio, dichiaratamente membro dei Fratelli Musulmani, dopo averne illustrato le invettive che lo hanno reso famoso. «Vi sono sul web numerosi filmati dei sermoni durante i quali Suwaidan annuncia il prossimo ritorno del Califfato e lo traduce con "leadership"», sottolinea la studiosa, osservando che «quello che si appresta a tenere in Italia è appunto un corso di leadership per musulmani». Sembra decisamente un invito a restaurare il Califfato.

Magari Suwaidan vorra usarci la cortesia di spiegare bene se per caso vi siano differenze fondamentali fra il suo programma di conquista e quello dei tagliagole dello Stato islamico. Sempre che la Repubblica italiana decida di concedergli il visto e fargli attraversare la frontiera. 

Dati gli sponsor che vanta, Suwaidan ha ottime possibilità di riuscirvi. L' associazione che organizza la sua visita in Italia figura fra i partner dell'Ucoii e vanta un proprio rappresentante al tavolo del ministero dell' Interno che riunisce varie comunità e associazioni musulmane. Un po', Roma l' hanno già conquistata. Pare quindi che per ora sia caduto nel vuoto l' appello che Libero aveva riecheggiato ben sette anni fa. Per tutelarci, alcuni studiosi e accademici francesi ci avevano avvertito del pericolo, scrivendo all' ambasciatore italiano a Parigi e al ministro dell' Interno per informarli che «il suo Paese è stato fatto oggetto di minacce specifiche da parte di un' istituzione musulmana francese, l' Unione delle Organizzazioni islamiche di Francia (Uoif)».

Tutto nasceva da un raduno fondamentalista che si era tenuto l' 11 aprile 2009 nella cittadina di Le Bourget, a poca distanza dalla capitale francese. È là che Suwaidan aveva preso la parola sul tema «il profeta Maometto: un modello per l' umanità». In particolare, il suo messaggio puntava su una famosa profezia, riferita negli hadith.

Al culmine del suo discorso, l' oratore aveva invitato a dare compimento a quanto anticipato da Maometto: la conquista di Roma, destinata a seguire la presa di Costantinopoli del 1453, che si concluse con un bagno di sangue e l' imposizione della legge coranica per circa mezzo millennio.

Senza essere stati direttamente coinvolti come il nostro, numerosi Paesi, fra i quali gli Stati Uniti, il Regno Unito e perfino il Belgio, hanno vietato a Suwaidan l' ingresso sul loro territorio nazionale a causa delle sue posizioni antisemite, come la seguente: «Tutte le madri della comunità islamica - non solo quelle palestinesi - dovrebbero allattare i propri figli con l' odio verso i figli di Sion. Li odiamo, sono i nostri nemici. Dobbiamo instillare questo nei cuori dei nostri figli sino a che sorgerà una nuova generazione che li cancellerà dalla terra». Non lo vogliono fra i piedi nemmeno i sauditi, che nell' ottobre 2013 non gli hanno consentito di compiere il pellegrinaggio e, nel giugno 2014, hanno vietato la vendita dei suoi libri. Qui da noi, invece, la guerra santa lancia la sua offensiva a maggio.

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