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mercoledì 2 dicembre 2015

Spie in casa di Renzi e Della Valle La mossa "diabolica" di Berlusconi

Silvio mette le spie a casa Renzi e Della Valle


di Paolo Emilio Russo



Piano piano il centrodestra risale, ma non è la velocità che conta. «Perché questo delle Amministrative è il girone di andata, quello che conta è la finale, le Politiche, nel 2018». Silvio Berlusconi ha trascorso il suo lunedì come quasi tutti i precedenti, cioè a pranzo coi figli e poi in riunione con gli avvocati e a studiare sondaggi e dossier preparati dai suoi ghost writer. Ci sono le Amministrative, certo, ma anche per quelle non c' è poi tutta questa fretta, come spiega utilizzando la metafora calcistica qui sopra: «Il Pd non sa chi candidare, sono nel caos. Noi non dobbiamo dare loro un vantaggio, teniamo le carte coperte...».

Poche le telefonate arrivate ad Arcore, ma già nel fine settimana, prima al convegno del Ppe di Mogliano Veneto, poi in collegamento con una iniziativa di Gianfranco Miccichè a Bagheria, il leader di Fi aveva spiegato il suo piano. «Dobbiamo riportare a noi quei voti che ne se sono andati, i delusi. Il programma che prepariamo è molto ampio e convincente perchè siamo partiti dalle persone che non vanno più a votare e il 78% dei cittadini ha dichiarato nei sondaggi che tornerebbe a votare se si costruisse una squadra preparata e capace», aveva detto il Cavaliere.

L' ex premier non guarda solo al suo partito, ma chiede «una coalizione ampia», in grado di arrivare al ballottaggio: «Alle prossime elezioni il Pd non potrà arrivare al 40% e allora dovrà esserci un ballottaggio, a cui potrebbe andare il M5s. Se loro dovessero vincere sarebbe un disastro. Occorre che Fi cresca e per questo ho deciso di scendere nuovamente in campo», ha aggiunto domenica. Rivelano un trend positivo, ma che resta molto lavoro da fare, anche le ultime rilevazioni di Alessandra Ghisleri.

Per far risalire il partito, non c' è solo il prosieguo della "rottamazione" dei suoi dirigenti - in realtà soltanto da completare, visto che i più "vecchi" tra i parlamentari se ne sono andati di loro iniziativa - , ma anche una riorganizzazione della sua vecchia creatura. Dopo l' avvicendamento dei tre coordinatori regionali nominati dieci giorni fa, questa sarebbe la settimana della nomina di altrettanti coordinatori delle macroaree: un "capo" del partito per il Nord, uno per il Centro ed un altro per il Sud. «Ci sono problemi molto diversi», ha spiegato il presidente di Fi ai coordinatori regionali, citando ad esempio «l' allarme furti» di cui gli hanno parlato in tanti, nelle ultime settimane, registrato in Lombardia. Si era vociferato dei nomi di Andrea Mandelli per il Nord, di Salvatore Cicu per il Centro, Vincenzo Gibiino per il Sud, ma la coincidenza degli ultimi due nel collegio per le Europee "Sud e Isole" lo ha convinto a studiare soluzioni diverse.

In ogni caso, il Cavaliere ha domandato ai coordinatori regionali che gli chiedevano lumi su come muoversi in vista delle elezioni di Primavera, dello stato delle trattative con Matteo Salvini e Giorgia Meloni di stare «alla larga» dal tema, di non parlarne in pubblico se non proprio «costretti». Di più: «Avvisatemi se vedete strane manovre, movimenti poco chiari», ha chiesto ad un gruppo di dirigenti del suo partito attivi sui territori.

Tra i soggetti da "attenzionare" per mezzo dei suoi emissari sul territorio l' ex premier ha citato l' imprenditore Diego Della Valle e l' ex banchiere Corrado Passera, che da ieri è presente in Parlamento per mezzo dell' ex ministro Ncd Gaetano Quagliariello, che ha stretto con lui un accordo politico.

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